Per chi non lo sapesse il Cartoon Village è una fiera dedicata al mondo cartoonistico e non solo, che si svolge a Manciano, in provincia di Grosseto, e che ha all’attivo 11 edizioni (9 estive e 2 invernali) alle quali partecipa ogni anno una media di 20.000 appassionati.

Ecco, fra quelli che non lo sapevano, c’era anche il sottoscritto, che ha avuto l’opportunità di viverla per la prima volta insieme a Stay Nerd proprio quest’anno, nell’edizione appena conclusa, e che cercherà di raccontarvi con gli occhi di chi si avvicina a qualcosa di nuovo, cosa abbia significato partecipare ad un evento del genere.

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Perché diciamoci la verità, quando qualcuno ti racconta qualcosa che gli è piaciuto, tende sempre ad esagerare. L’hai visto quel film? TI CAMBIA LA VITA. Quella canzone? SEMBRA SCRITTA APPOSTA SU DI ME. Quel libro? TI ARRICCHISCE.
E poi magari è tutto un grande “meh”.

Così quando mi hanno parlato del Cartoon Village, il leit-motiv era “Più che un’evento è una vera e propria esperienza”. E io pensavo “Esperienza? Cioè che faccio, quando è finita salgo di livello? Oppure posso metterla sul curriculum?
Poi però avevo finito le battute tristi e quindi ho cominciato a vivermela la fiera ed a capire che in fondo la descrizione che mi avevano fatto non era poi così lontana dalla verità.

11234936_664534490347692_3438075129979549122_oIl Cartoon Village è progettato per toccarti nei ‘feels’ e per farti stare bene.
Non è tanto per le sigle dei cartoni animati diffuse per tutta la fiera, altrimenti basterebbe un Fivelandia qualunque a farti tornare bambino, quanto la possibilità di incontrare per le strade di Manciano proprio gli autori e gli interpreti di quelle stesse sigle.
I Raggi Fotonici, Douglas Meakin, tutte leggende che passeggiavano lì come se fosse la cosa più normale del mondo.

Non è solo il fatto di vivere la fiera lungo le strade del borgo, in tante altre manifestazioni succede, quanto il fatto che tutto il paese sia addobbato a tema. Ovunque mi girassi era un continuo riferimento a cartoni animati, videogiochi e tutto quello che ho sempre amato. Perfino i nomi delle strade erano stati cambiati in tema con la fiera, in modo che anche una cosa banale come prendere un appuntamento ti strappava un sorriso. “Ragazzi, se ci perdiamo ci vediamo sulla Rampa della Pimpa”, o “Scusi, per Pacman Square?” “Deve girare a destra dopo il Vicolo di Spiderman”. Ammettetelo, sono dialoghi che tutti noi vorremmo avere una volta nella vita!
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10454123_664545490346592_164900920039176237_oNon era tanto la presenza di grandi artisti del mondo del fumetto, penso a Vincenzo Cucca a Pino Rinaldi, a Passepartout, allo stesso Fabrizio Mazzotta, quanto la loro dimensione umana divertentissima. Vuoi un disegno? Offrimi una birra!
Che uno da un lato pensa “Anvedi ‘sti scrocconi!” (si scherza, eh. Intendevamo “maledetti scrocconi”!) però poi dall’altro se ci pensi un giorno potrai raccontare di aver offerto una birra a Krusty il Clown.

Già perché uno dei piatti forti dell’edizione di quest’anno era la presenza di alcune icone del mondo del doppiaggio italiano. Anche in questo caso, non solo disponibili, simpatici e sempre pronti alla foto o all’autografo di turno, ma anche comunissimi spettatori dell’evento e che si godevano la fiera come tutti, al punto che neanche mi ero accorto di aver regalato un adesivo di Stay Nerd a Hiro Hamada di Big Hero 6, per dire.
Ecco, quello è stato forse l’aspetto più divertente: vedere leggende del doppiaggio italiano andarsene in giro e scherzare fra di loro come se fossero tutti parte di un’unica grande famiglia, e l’aver potuto assistere a improbabili dialoghi tra Sheldon Cooper e Lupin, o tra Puffo Tontolone e Ralph Winchester, sono cose che mi faranno sempre sorridere ogni volta che ci ripenso.

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Insomma non c’è solo un unica cosa per cui mi porterò nel cuore questo Cartoon Village 2015, ma è proprio tutto questo insieme di caratteristiche, di ricordi, di emozioni che ne hanno fatto un evento diverso, una bella avventura, una fiera di cui andare fieri (lo so, avevo detto di aver finito le battute tristi, ma mi vengono spontanee!).

Per farla breve, “più che un evento, un’esperienza”.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.