Attraverso musica e immagini, We the People – Alla scoperta della democrazia americana spiega allo spettatore la costituzione USA

We the People è il preambolo della Costituzione degli Stati Uniti d’America. E su Netflix diventa anche lezione musicale da cui poter attingere per imparare le forme civili e governative degli Usa nel breve tempo di una canzone. È questo il progetto ideato da Chris Nee, che in dieci episodi cerca di racchiudere i punti chiave su cui si basa la convivenza civile statunitense e tutte le regole che la gestiscono e governano.

We the Peolple – Alla scoperta della democrazia americana si immette direttamente in un filone che è sempre più definito nella library delle scelte audiovisive presenti sulla piattaforma, molte volte prodotte proprio dalla stessa Netflix. Un bacino che è quasi nuova dimensione d’apprendimento in cui poter affinare le proprie conoscenze, così da potersi muovere con consapevolezza avanti e indietro, ma soprattutto nel presente del tempo.

Un’idea molto simpatica, un modo magari per i più piccoli di imparare a rapportarsi in prima istanza con aspetti solitamente tortuosi della legislatura degli Stati Uniti, che cerca di semplificarsi a tempo di musica e utilizzando immagini animate in movimento che vadano così spiegando punti cardini della società.

Alle buone intenzioni, però, non sempre seguono delle altrettanto soddisfacenti riuscite, finendo molte volte per alleggerire troppi concetti che è bene assimilare con coscienza e facendo di un esperimento sicuramente lodabile un contenitore privo della necessaria sostanza.

Canzoni orecchiabili, contenuto scarno

È proprio ciò che avviene con We the People – Alla scoperta della democrazia americana, che nel breve tempo dei suoi episodi proposti nella formula del videoclip non riesce a raggiungere l’obiettivo che si era prefissata, lanciando al pubblico la propria idea e non ricevendo dallo stesso alcun apprendimento significativo. I testi sono chiari, i disegni animati apprezzabili seppur più in un’ottica intrattenente che di effettiva esplicazione. Il contesto però in cui i temi dell’immigrazione, della cittadinanza, della suddivisione dei poteri e del pagamento delle tasse vengono mostrati viene svuotato per far rimanere in evidenza solamente l’intuizione avuta da Chris Nee.

Quella di alleggerire la parte complessa e burocratica degli aspetti della vita amministrativa americana, cercando di farla arrivare a tutti con messaggi scarni ed essenziali, ma nella pratica donando un prodotto che rimane isolato e ben presto dimenticabile per lo spettatore.

E non è per la superficialità dei testi o per la non orecchiabilità delle canzoni, ma per il rimanere soltanto come piccole pillole che, seppur assunte dal pubblico, non riescono a sortire l’effetto desiderato. Quello di comprendere fino in fondo i meccanismi che gestiscono i reparti e le componenti più difficili da imparare dello Stato o, in caso di assunzione del materiale proposto, il saperlo trasformare in qualcosa di duraturo e incisivo abbastanza da essere incastonato nella mente dello spettatore.

Netflix e l’impegno nel sociale

Un punto importante in virtù dell’impegno sociale che Netflix ha dimostrato di saper investire nelle produzioni documentarie e nello spazio che riserva loro sulla sua piattaforma. È in fondo sempre dello stesso anno la docuserie in sei puntate Amend: libertà in America, che vede come proprio host il divo Will Smith e anche lì parti animate integrate con monologhi interpretati da volti noti dello spettacolo.

Un progetto che suddivide nei suoi episodi la storia del 14esimo emendamento e la sua fondamentale importanza, partendo da quel preciso elemento per far vedere come si unisce poi all’intera carta costituzionale e manifestando come attraverso la Storia sia diventato il punto più incisivo a cui ogni cittadino può andarsi ad affidare.

Pur con lo sforzo produttivo alle spalle di Mr. e Mrs. Obama, nonostante le voci di talenti come Adam Lambert, H.E.R. o Lin-Manuel Miranda, We the People rimane un piccolo sunto forse esaustivo, ma non poi così efficace per spiegare la democrazia americana.

Dieci episodi da poter far scorrere a suon di musica, ma che forse dimenticherete con estrema facilità. Giusto in tempo di essere visto per andare poi a recuperare uno dei veri pezzi di storia come il documentario XIII emendamento di Ava DuVernay, sempre presente sul catalogo Netflix.