Panini rispolvera una piccola gemma… ma quanto brillante?

Warren Ellis e Leinil Francis Yu. Due autori, uno sceneggiatore e un disegnatore, giganti nei rispettivi campi. Entrambi su Wolverine, un personaggio le cui potenzialità narrative sono stra-note a tutti. Non a caso, in occasione dell’uscita dell’ultimo film della sua saga cinematografica, Logan, Panini Comics ristampa in volume hardcover la storia che i due là sopra hanno confezionato anni fa, nel 1998 (e già ristampata in edizione 100% Marvel softcover nel 2009).

Era quindi tutta un’altra generazione, per i fumetti e per gli eroi nei fumetti. E anche per gli autori. Leinil Yu, oggi autentica super-star, era allora ai primissimi esordi, e lo possiamo ben vedere dal suo tratto. Oggi l’autore disegna così…

Mentre, nel ciclo di In Punto di Morte, si mostra così…

La differenza è abissale, giustificata da una graduale ma inarrestabile evoluzione stilistica, che però non esclude che già nel ’98 il suo lavoro era ammirevole. Vi succederà spesso di soffermarvi su tavole o vignette particolari, noterete appena lo stacco stilistico ormai quasi ventennale. A tale progressione grafica, Yu ha accompagnato un crescente percorso di fama, in comune con lo sceneggiatore, Warren Ellis, che tuttavia è più simile all’attuale se stesso. L’autore inglese ci racconta una storia profonda in soli quattro episodi, senza correre troppo un solo secondo. Divisa equamente a metà tra passato, presente e voce narrante di Logan, la trama si snoda in maniera precisa, elegante e, in fin dei conti, significativa. Tutto ciò senza bisogno di fare i salti mortali, con nemici apocalittici o morti celebri. Il saper fare benissimo con poco è un tratto distintivo di Ellis (di recente, in Marvel, letto e meritatamente adorato nel ciclo di sei one-shot di Moon Knight, Dalla Morte), che ritroviamo paradossalmente nel passato con grande piacere.

In Punto di Morte è quindi un racconto semplice, che parla di due assassini diversi tra loro e di un debito di sangue indesiderato da entrambi, ma da riscuotere a ogni costo. La soluzione della vicenda, che qui ovviamente non vi spoileriamo, è particolare, dolceamara, e ci mostra una versione di Wolverine che oggi crediamo di conoscere, ma la cui superficie forse dovremmo grattare più spesso, per vedere oltre, per vedere ciò che nel 1998 ci hanno visto Ellis e Yu.

Segue poi un’altra breve storia, Rabbia in Gabbia, sempre disegnato da Yu ma sceneggiato da Fabian Nicieza, altro sceneggiatore parecchio in attività coi mutanti della casa delle idee. Si tratta di uno one-shot aggiuntivo certamente gradito, sempre sul tema della tripartizione labile tra vendetta, senso di colpa, giustizia. Cosa deve fare uno come Wolverine di fronte a una situazione delicata come quella delle violenze domestiche? Deve comportarsi da X-man o da vigilante? È la verità dei fatti che conta? E se questa non ci permettesse di fare ciò che è più giusto?

Verdetto

Con Rabbia in Gabbia in coda al volume, viene fuori una lettura appassionante, seppur non lunghissima. In Punto di Morte è un hardcover decisamente prezioso, proprio per la sua particolarità. Curioso che con il film Logan, tutto sommato, non abbia molto a che spartire. Ma siamo contenti lo stesso per questa nuova ristampa. Quando un fumetto (o una serie o un film, se è per questo) affronta un supereroe in maniera innovativo, dovremmo essere sempre pronti a leggerlo e rileggerlo, incoraggiando questo tipo di coraggio. Persino quando usato con modestia ed eleganza come da questi Ellis e Yu agli inizi, sì, ma già in nuce padroni del proprio enorme e futuro, oggi attualissimo, potenziale.