Katja Centomo e Emanuele Sciarretta danno vita a 7 Crimini, una miniserie crime dedicata a chi è una frana in diritto, ma non solo

In quanto esseri umani siamo consapevoli di non essere onniscienti e di avere eventuali lacune nella vita. La lettura di un volume come 7 Crimini, nel mio caso, è un abbinamento perfetto: sono un discreto ignorante quando si parla di diritto, ma mi consolo con il fatto di non essere il solo ad avere problemi nell’interpretazione della giustizia in varie forme. Se poi parliamo dei così detti “sette crimini esemplari”, reati che sono legati a doppio filo con le sfaccettature più oscure dell’animo umano, non potuto fare altro che nutrire un genuino interesse nel progetto.

In occasione dell’edizione autunnale di Romics abbiamo avuto modo, come Stay Nerd, di parlare direttamente con i creatori del progetto, la veterana del fumetto Katja Centomo e l’avvocato Emanuele Sciarretta, che a quattro mani hanno sceneggiato tutte le storie e che vedremo pubblicate nell’arco di due anni circa. Nel mentre è già disponibile il primo dei sette volumi dedicato alla truffa, un reato forse tra i più noti soprattutto per chi vive nel mondo del web, dove questa “forma d’arte” è riuscita a ingannare un po’ tutti nel corso del tempo.

Ogni racconto della serie viene incorniciato dalle parole di Massimo D’Ettori, un magistrato che si ritrova bloccato da una bufera in un rifugio alpino insieme a degli amici. Per ingannare il tempo, come Boccaccio insegna, Massimo racconta alcuni dei suoi casi più emblematici partendo dalla storia di Greta Milton, una truffatrice provetta che, insieme al suo complice Giorgio, sembra aver trovato la vittima perfetta per il colpo che le cambierà la vita. Grazie alla mano di Marco Caselli, disegnatore del fumetto, siamo accompagnati per mano nel modus operandi della coppia, dall’elaborazione del piano alla sua esecuzione, fredda e calcolata, fino al risvolto finale che non manca di stupire il lettore. La lettura è scorrevole e, pur nella sua semplicità sia in termini di trama che di svolgimento, intrattiene e soprattutto centra l’obiettivo prefissato dalla collana, illustrando un caso di truffa in modo interessante e senza annoiare mai. Meriti da condividere anche con il tratto elegante di Caselli, in grado di sfruttare gli spazi concessi dalle tavole con intelligenza per creare inquadrature d’impatto, talvolta anche a pagina piena, mostrando però un buon gusto nei dettagli.

Terminata la lettura della storia, 7 Crimini presenta in appendice diversi contributi di stampo giuridico redatti da esperti della giurisprudenza, con Emanuele Sciarretta in primis ma anche il criminologo Massimo Picozzi che, partendo dall’articolo presente nel codice penale, spiegano in termini più colloquiali la norma e la sua attuazione. Nel caso specifico, si discute perciò su come venga determinata la truffa e le sue modalità, indagando a tutto tondo sull’animo umano e le debolezze psicologiche non solo della vittima, ma anche del carnefice. Non mancano però contenuti più “leggeri” come dei trafiletti dedicati a truffatori celebri, dal celeberrimo Charles Ponzi e il suo schema omonimo ancora di successo, a personaggi come Frank Abagnale la cui storia è stata tratteggiata da Steven Spielberg nel suo Prova a prendermi . Una serie di letture in più che, pur non citando esplicitamente il fumetto e, almeno per me, sono risultate non troppo facili da leggere, restano di indubbio valore didattico per ogni neofita della giurisprudenza e danno valore alla pubblicazione.

7 Crimini

Sarebbe intellettualmente disonesto giudicare la serie da un singolo volume, tuttavia mi sento in dovere di sbilanciarmi affermando che 7 Crimini è una di quelle produzioni da tenere d’occhio, sia per l’idea alla base del progetto, a mio avviso valida, ma anche per una realizzazione generale di buon valore. Non ci resta che attendere con pazienza l’uscita dei prossimi volumi, confidando in un inizio convincente e senza prove contrarie.

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.