Con la rimasterizzazione in 4k di Age of Empires III si conclude il ciclo di rinnovo della saga di strategici più celebre di sempre.

In questo clima di riscoperta dei grandi classici la Microsoft si può posizionare in prima fila, infatti dopo il successo della Definitive Edition di Age of Empires II ecco puntualissima la versione completamente rimasterizzata in 4k di Age of Empires III, terzo capitolo della celeberrima saga. Si tratta si uno dei titoli più discussi dagli appassionati del genere, scopriamo se si può parlare di un successo oppure di un’occasione mancata.

Quando si parla di Age of Empires III si parla di un gioco che fin dalla sua uscita ha attirato su di sé molte critiche sia positive che negative, qui andremo ad esplorare nel dettaglio cosa è stato migliorato rispetto alla versione del 2005 e sotto che luce può essere letto questo importante capitolo degli RTS.

Le meccaniche di questo gioco del 2005, ora rivisto e rilanciato sul mercato, per un RTS dell’epoca avevano al loro interno una serie di novità e, sia per chi si dica amante del genere e sia per chi volesse scoprirlo per la prima volta, si deve necessariamente provare.

Innanzi tutto Age of Empires III ha il merito (ieri come oggi) di voler avvicinare il grande pubblico dei videogiocatori ad una delle epoche storiche meno trattata fra tutte: l’età moderna. Nel mondo dei videogiochi sono il medioevo e l’età contemporanea (in particolar modo la Seconda guerra mondiale) che costituiscono le due ambientazioni principali. Oramai concetti come cavalieri, crociate, campagna di Russia o D-Day sono entrati all’interno della cultura pop videoludica delle nuove generazioni. Il merito di Age of Empires III è quello di mettere eventi altrettanto importanti sotto i riflettori, anche se un po’ meno considerati dal mercato videoludico, come la colonizzazione delle Americhe o l’unificazione del Giappone.

Andando nel vivo del gioco si possono trovare un sacco di elementi interessanti. La meccanica che introduce la possibilità di chiedere rinforzi e rifornimenti dalla madrepatria, così come l’inserimento di eroi con abilità speciali hanno contribuito a rendere Age of Empires III un interessante punto di svolta nell’insieme della saga targata Microsoft. Ma queste sono cose che tutti i giocatori che conoscono il titolo già sanno, rispetto alla versione del 2005 infatti la Definitive Edition uscita quest’anno si presenta con alcune novità.

age of empires 3

Innanzi tutto questa nuova edizione in 4k ha al suo interno tutte le espansioni originali: The War Chiefs e Asian Dinasties con tutte le campagne e gli scenari dedicati. La prima novità ci rimanda al capitolo precedente: infatti dopo il grande successo della modalità Art of War anche qui abbiamo la medesima tipologia di gioco, solo che stavolta sarà Carl von Clausewitz a fare da “insegnate” al posto di Sun Tsu. Qui i giocatori, tramite una serie di piccole missioni, potranno apprendere tutte le meccaniche di base ed avanzate del gioco, utili specialmente per il multiplayer.

Oltre a ciò sono state introdotte due nuove civiltà: gli svedesi e gli inca. Ciascuna di queste è caratterizzata da un’architettura unica e con unità specifiche, non da meno è stata l’attenzione ai dettagli architettonici per le schermate della madrepatria. È stata aggiunta la modalità delle battaglie storiche, scenari singoli che consentono al giocatore di sperimentare ed approfondire i momenti più o meno conosciuti della storia moderna. Infine l’ultima novità consiste nell’aver svecchiato l’interfaccia di gioco, il team di sviluppo infatti ha pensato di portare avanti un processo di standardizzare di tutti i titoli della saga rendendo la suddetta interfaccia molto simile per tutti, anche qui infatti è stata aggiunta la possibilità di tenere sott’occhio la quantità e la distribuzione dei lavoratori.

Anche la sezione dedicata al multiplayer è stata completamente rivista da zero, e a ragione, visto che rispetto a 15 anni fa il mondo delle partite online è stato completamente stravolto. Dal menù si può accedere alla schermata che permette di creare delle partite o partecipare ad altre già create da altri (classico sistema di hosting), ma si può anche creare e personalizzare un proprio profilo e anche creare un clan aggiungendo amici. Oltre a questo è stato aggiunto l’accesso per gli account Xbox con Xbox Live, così da rendere possibile poter unire giocatori da diverse piattaforme, non soltanto limitando l’accesso ad una sola. Modalità sperimentata anche qui dalla Definitive Edition di Age of Empires II.

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Fin qui un bel lavoro di sviluppo, ma allora perché parlare di un’occasione sprecata o di un grande successo? Come accennato all’inizio, Age of Empires III ha sempre avuto un rapporto particolare con il pubblico: gli amanti della serie spesso ne hanno criticato molti aspetti come ad esempio lo scarso numero di civiltà, le piccolissime dimensioni delle mappe, il fatto che le unità militare occupassero più o meno slot di popolazione oppure la campagna principale che non è puramente basata su fatti storici, ma si tratta di un’unica storia inventata ad hoc per l’occasione.

Queste caratteristiche hanno letteralmente spaccato la critica in due, perché per molti gli aspetti sopra elencati costituiscono i punti di forza del gioco che mirano ad una evoluzione del genere RTS (ad esempio il diverso costo in popolazione delle unità militari è cosa nota ai giocatori di Star Craft o Warcraft).

Il punto centrale della questione è che dopo l’enorme successo del secondo capitolo, Age of Empires III è come se avesse vissuto sempre un po’ all’ombra del fratello maggiore, ed in un certo senso è anche vero visto l’enorme successo del secondo capitolo, tant’è che per antonomasia quando si parla di Age of Empires si pensa solo ed esclusivamente al secondo. Però è altrettanto vero che ad Age of Empires III vanno riconosciuti dei meriti molto importanti i quali hanno certamente contribuito ad arricchire il mondo degli RTS.

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Per il fatto di aver voluto dare spazio ad un’epoca storica un po’ meno conosciuta dal grande pubblico e per aver introdotto delle dinamiche di bilanciamento più moderne, come accennato sopra, è comunque un buon titolo. La nota di merito che infatti va rivolta al team di sviluppo è che non ha voluto stravolgere un gioco che aveva preso una direzione ben precisa, conservandone tutte le caratteristiche che hanno contribuito a rendere Age of Empires III un gioco a sé stante e non un “Age of Empires II volume due”.

Nonostante tutte le migliorie fatte, che nel complesso sono molto buone, Age of Empires III continua a portarsi con sé le solite criticità che lo accompagnano da 15 anni ad oggi. Gli stessi aspetti del gioco criticati dai fan anni or sono sono gli stessi criticati adesso, come ad esempio la grandezza delle mappe e il tetto massimo di popolazione (due temi cari ad una grossa fetta di giocatori).

Miglioramenti in questo senso non sono stati fatti, c’è da chiedersi a questo punto quali siano le motivazioni che hanno portato il team di sviluppo a non pensare a questa possibilità, visto che per il capitolo precedente queste modifiche sono state pensate ed applicate. Sicuramente la possibilità di creare scontri più grandi avrebbe costituito un’occasione assai ghiotta ma che purtroppo al momento non è stata colta, l’augurio è che in futuro possano essere rilasciare delle patch che prevedano questi ampliamenti così da poter regalare ai fan la possibilità di giocare scontri forse ancor più epici delle battaglie presenti in tutti gli altri RTS.

Valerio Tinalli
Laureato in storia medievale e consumatore abituale di videogiochi a tema storico, deformazione professionale, quindi strategici, tattici e così via. Oltre a questo non manca nemmeno la passione per il G.D.R., di qualunque forma sia. Se questo non basta a completare il quadro, si aggiungano anche una passione per Dylan Dog, Tolkien e Lovecraft. Ma nonostante tutto, l'interesse principale rimane comunque la rappresentazione della storia in tutti i prodotti culturali. Sul comodino tengo sempre Clausewitz, giusto per tenere alto lo spirito prussiano.