Scoperto il responsabile del falso allarme attentato a Ubisoft Montreal: è opera di un cheater bannato da Rainbow Six Siege

La stupida vendetta di un cheater per essere stato bannato da Rainbow Six Siege: questa la causa scatenante dell’allarme attentato che ha sconvolto una mattina di novembre degli studi di Ubisoft Montreal. Una vicenda ai limiti dell’assurdo, che ora ha una motivazione altrettanto assurda.

A novembre vi parlammo di quanto avvenuto negli studio di Montreal. Il tutto era partito da una telefonata anonima che denunciava una situazione di crisi nella sede canadese della major videoludica. Secondo quanto riportato ci sarebbero stati una dozzina di ostaggi, cosa che avrebbe portato a un massiccio dispiegamento di forze.

La polizia aveva fatto richiesta ai cittadini di Montreal di non avvicinarsi alla zona delle operazione, facendo scattare un inedito “codice arancione“. La stessa Ubisoft aveva già mandato un comunicato di solidarietà agli ostaggi e alle loro famiglie. Tutto però si sarebbe risolto in una bolla di sapone. Per fortuna non era stato altro che uno scherzo. Di pessimo gusto, ovviamente, ma pur sempre una burla. Sulla quale la polizia canadese aveva aperto un fascicolo per scoprire la “mente” dietro questo gesto. Uno scherzo che ora potrebber portare a una denuncia e a un lungo percorso legale per procurato allarme al suo ideatore.

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Un cheater francese in cerca di vendetta: ecco il responsabile del falso allarme attentato a Ubisoft

Stando a quanto riportato dal quotidiano La Presse il responsabile sarebbe “un giocatore che voleva vendetta per essere stato bandito da Ubisoft da Rainbow Six, desideroso di potere di bandire a sua volta altri giocatori”.

Yanni Ouahioune, noto anche con il nickname Yannox o Y4nn0XX, è stato bandito più di ottanta volte dal gioco Rainbow Six dal “comitato etico” di Ubisoft per imbroglio, secondo una denuncia da parte della SPVM che cercava di ottenere conferma della propria identità da parte di il servizio di messaggistica Snapchat”.

“Secondo i documenti del tribunale ottenuti da La Presse, il sospetto della falsa presa di ostaggi del 13 novembre ha contattato i 911 alle 13:11. Ha poi riferito che cinque uomini avevano chiesto un riscatto di 2 milioni di Dollari per liberare quaranta dipendenti, senza i quali minacciava di far saltare in aria l’edificio”.

“Per ingannare la polizia, avrebbe usato una tecnica di hacking telefonico chiamata spoofing, facendo sembrare che la chiamata provenisse dal numero generale di Ubisoft, quindi dall’interno degli uffici”.

(fonte)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.