Falsa la crisi degli ostaggi di Ubisoft Montreal: la polizia apre un’inchiesta

Un falso allarme: questa la verità dietro la crisi dei presunti ostaggi rinchiusi nell’edificio della Ubisoft Montreal, avvenuta nella notte italiana.

Il tutto era partito da una telefonata anonima che denunciava una situazione di crisi nella sede canadese della major videoludica. Secondo quanto riportato ci sarebbero stati una dozzina di ostaggi, cosa che avrebbe portato a un massiccio dispiegamento di forze.

La polizia avrebbe fatto richiesta ai cittadini di Montreal di non avvicinarsi alla zona delle operazione, facendo scattare un inedito “codice arancione“. La stessa Ubisoft avrebbe mandato un comunicato di solidarietà agli ostaggi e alle loro famiglie.

Tutto però si sarebbe risolto in una bolla di sapone. Per fortuna non è stato altro che uno scherzo. Di pessimo gusto, ovviamente, ma pur sempre una burla. Sulla quale la polizia canadese ha ora aperto un fascicolo e che dovrà per forza di cose portare a scoprire la “mente” dietro questo gesto così assurdo. Uno scherzo che potrebbe portare a una denuncia e a un lungo percorso legale per procurato allarme al suo ideatore.

Un’operazione, quella della polizia canadese, che si è rivelata estremamene dispendiosa in termini di tempo, risorse e denaro. Ben sei ore per imbastire l’intero intervento, senza contare il dispiegamento del corpo di polizia e gli ingenti fastidi procurati alla popolazione.

ostaggi ubisoft montreal

Mentre vi scriviamo non è chiaro da dove sia nata questa burla. Non è da escludere che possa essersi trattato di una ritorsione contro la società da parte di qualche fan squilibrato, così come è possibile che sia stato il gesto di un dipendente. Vi terremo aggiornati in caso di novità.

(fonte: CTVNews)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.