Batman Begins di Nolan: la rinascita di un supereroe e un grande cambiamento per il cinema

Il 15 giugno del 2005 (17 giugno per l’Italia) il cinema fece un passo importante. Warner Bros., su consiglio di Steven Soderbergh, aveva affidato al giovane Christopher Nolan la resurrezione di uno dei personaggi più iconici del mondo dei cinecomic: Batman. Ma perché l’uscita nelle sale di Batman Begins fu così importante?

Fino ad allora, salvo la parentesi burtoniana, dove a dire la verità sono più i villain quelli apprezzati da buona parte del pubblico e della critica, il Batman cinematografico non era qualcosa di cui l’industria hollywoodiana potesse andar fiera, con alcune trasposizioni ai limiti della decenza.

La trilogia di Batman firmata da Nolan restituisce invece finalmente dignità al personaggio, caduto in disgrazia dopo le opere di Joel Schumacher, Batman Forever e Batman & Robin, che nel loro essere estremamente macchiettistiche avevano annichilito l’aspetto più intimistico e la personalità oscura di un simile personaggio.

Ciò che fa Christopher Nolan è in realtà trattare Batman come un qualunque protagonista delle sue pellicole, facendolo muovere al confine tra giusto e sbagliato, finanche oltrepassandolo, come alcuni dei suoi personaggi precedenti, il Dormer di Insomnia o Borden e Angier di The Prestige.

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Batman: uomo ed eroe

Abbiamo quindi di fronte a noi un eroe umanizzato, non così “super” come l’epiteto vorrebbe, perché non c’è niente di soprannaturale in lui, e per questo Batman è perfetto per il cinema nolaniano, che predilige il realismo. Il suo costume ipertecnologico e i suoi incredibili congegni, prodigi della scienza, non lo pongono comunque al di sopra dell’essere umano, non concedendogli riparo dalla morte o dai traumi fisici (e non soltanto quelli). La vulnerabilità di Batman anzi è ciò che Nolan vuole mostrarci, senza esitare a farci notare le sue difficoltà, le sue ferite e la fallibilità delle sue azioni.

Eppure è un eroe e come tale va glorificato. Nonostante tutto, nonostante il dramma che lo consuma dall’interno, visibile dagli occhi stanchi e tristi di Bale che meglio di chiunque (lui sì) ha saputo portare sullo schermo il Cavaliere Oscuro, egli non cederà mai alle tentazioni del male e del Caos, non affidando le proprie scelte ad una monetina ma facendosene carico sempre, sebbene tutto questo lo costringa a vivere dietro una maschera.

 

È eccezionale Christopher Nolan nel porre un elemento chiave all’interno di ogni singolo capitolo della trilogia, riuscendo a costruirci sopra l’opera.
In Batman Begins è proprio la paura a restare incollata sullo schermo ad ogni singola scena.
La paura del fallimento, quella della crescita, di non essere sufficientemente pronti ad ogni evenienza, o più semplicemente quella di un nemico che a sua volta basa tutto sulla paura stessa (lo spaventapasseri dell’attore feticcio del regista, Cillian Murphy).

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È fantastico assistere alla manifestazione delle emozioni di un supereroe, e tutto ciò lo rende incredibilmente umano, vicino a noi, ma soprattutto è ciò che gli dona quella forza che non credeva neanche di avere.

Accettando tutto questo, e di scendere in un pozzo profondo, come fece da bambino (e in tal senso si susseguono nella trilogia nolaniana numerosi richiami), Batman aumenta le possibilità per se stesso e per Gotham di riaccendere una nuova speranza, fino all’epilogo del primo capitolo in cui Bruce Wayne è ormai Batman a tutti gli effetti, ed ha compreso il suo compito.
Nessuno, fino a Nolan, fino a Batman Begins, era stato capace di psicanalizzare il cavaliere oscuro in questo modo, restituendoci un uomo autentico ed un supereroe convincente e “reale”.

Per arrivare a tutto questo Nolan si piega persino alle regole del cinema comune, a una linearità temporale che fino a quel momento non aveva mai osato utilizzare. Di certo non con Memento, tantomeno con Following, e in fondo nemmeno del tutto con Insomnia, dove sebbene la narrazione sia lineare, la percezione del tempo da parte di Will Dormer è totalmente compromessa. In Batman Begins Nolan deve farlo per forza, perché solo le regole possono fermare il Caos, solo una linearità può battere le illusioni.

Batman Begins è tutto questo e molto altro (per un’ulteriore analisi su questo e su Nolan vi rimandiamo al nostro approfondito speciale), ma è soprattutto una dichiarazione d’amore di Christopher Nolan ad un Eroe che adora visceralmente.
Non ne siete convinti? Pensate soltanto che in Following (1998) il protagonista Cobb (a proposito, vi ricorda qualcosa?) entra nella stanza del co-protagonista senza nome (Jeremy Theobald), e sulla porta della camera spicca un grande adesivo di Batman.
Destino? Fatalità? Probabilmente solo amore per il cavaliere oscuro.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.