Bloodborne 2 si farà? Parla Hidetaka Miyazaki

Gli amanti dei “soulslike” si pongono da oltre quattro anni la stessa domanda: quando vedremo Bloodborne 2?

Pochi giochi in effetti possono vantarsi di aver catturato l’immaginario collettivo come la creazione di From Software. Il mondo in cui ha sede la città di Yharnam sembra custodire ancora molti misteri e, in linea con la filosofia del titolo, i giocatori sono assetati di conoscenze. Oltre che di sangue.

A tale proposito è interventuo il creatore del titolo Hidetaka Miyazaki. Nel corso di un’intervista gli è stato chiesto cosa avrebbe voluto cambiare all’interno di Bloodborne. Il game director, pur soddisfatto della sua creatura del 2015, ha affermato che un paio di miglioramenti avrebbe voluto farli sui Sotteranei dei Calici e le Gemme del Sangue. Non è tuttavia chiaro quale tipo di cambiamenti avesse intenzione di apportare.

A questa risposta l’intervistatore ha suggerito che ci fosse la possibilità di farlo con il seguito del gioco. “Sfortunatamente la realizzazione di Bloodborne 2 non dipende da me” ha replicato Miyazaki.

Bloodborne 2

La decisione di creare Bloodborne 2 non è così semplice come si potrebbe pensare. Anche se FromSoftware ha realizzato il gioco originale è Sony la proprietaria dell’IP. Ciò significa che, per realizzare un sequel, la decisione di dare il via al progetto spetterebbe esclusivamente a Sony.

Anche se risulta difficile credere che il colosso dell’entertaiment non abbia progetti per un nuovo Bloodborne, specie con Ps5 ormai annunciata e pronta a debuttare tra poco più di un anno. Purtroppo non ci sono ancora notizie ufficiali sulla cosa. Almeno, quanto affermato fin qui da Miyazaki, ci fa credere che uno spiraglio per la creazione di un Bloodborne 2 ci sia.

Nel frattempo il game designer è al lavoro su Elden Ring, titolo che vedrà la luce nel 2020, alla cui trama ha collaborato anche G.R.R. Martin.

(fonte: Dualshockers.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.