Arriva su Crunchyroll l’anime di Burn The Witch

Dopo aver dato vita ad uno dei Battle Shonen più importanti del nostro secolo, Tite Kubo decide di rimettersi in carreggiata e portarci in un mondo totalmente diverso da quello mostratoci con il suo Bleach.
Tra “streghe” o, per meglio dire, guardiane, draghi e una serie di sfaccettature che strizzano l’occhio a Harry Potter, è arrivato l’anime di Burn The Witch.

Approdato sulla piattaforma di streaming di Crunchyroll abbiamo la possibilità di vederlo suddiviso in 3 episodi da 20 minuti ciascuno (come la classica durata di un qualsiasi altro anime). In Giappone, oltretutto, è uscito singolarmente in sala ed è per questo che inizialmente si pensava potesse essere catalogato come un singolo film. Una incomprensione dovuta al progressivo sviluppo del manga, attualmente fermo ad un solo volume.

Superato questo iniziale, ma quanto meno fondamentale, cavillo, utile per tutti gli spettatori, partiamo dicendo sin da subito che il mondo di Ninny e Noel (le due protagoniste) è stato affidato alle sapienti mani del giovanissimo Studio Colorido, nato nel 2011, ma già con una serie di lavori alle spalle di tutto rispetto (Penguin Highway e Miyo – Un amore felino). Lo stile della Colorido è congeniale al tratto adoperato da Kubo per questa sua opera.
Non dobbiamo aspettarci le nette sferzate di nero, turbolenti e taglienti che si stagliavano sulle tavole che vedevano Ichigo protagonista, ma qualcosa di diverso, più tenue e delicato.

Uno stile che ci fa apparire tutto aleatorio, leggero, nonostante la pedissequa azione che ci accompagna in ogni singolo frangente dell’animazione, donandoci un ritmo incalzante e mai domo.
Numerosi sono gli spunti messi sul tavolo da Kubo, tanti omaggi alla letteratura e alla mitologia fantasy, tanti sviluppi appena accennati che, senza alcun dubbio, avranno risvolti molto interessanti nel proseguimento della trama.

anime burn witch

Ed è proprio da quest’ultimo punto che bisogna partire per analizzare nel profondo l’anime di Burn Tne Witch: la storyline.
Quello che ci lascia l’autore nel susseguirsi delle sequenze è una scia di molliche di pane che dobbiamo raccogliere pian piano con grande attenzione, senza farcene sfuggire nemmeno una. Uno Shonen che solo in alcuni tratti, visto l’alto contenuto politico e “giallo”, può permettersi di finire nel grande contenitore dei battle.

La Londra Oscura dove si svolge la narrazione è un mondo identico a quello della nostra quotidianità, che vive la sua vita in totale armonia con la Londra reale che siamo soliti vedere. Ninny e Noel, giovani  streghe della Natural Dragon Management Agency hanno il compito di far convivere in armonia il mondo magico con quello reale, fermando la possibile avanzata dei draghi. Le creature mitologiche che ci hanno costantemente accompagnato durante il ciclo arturiano sono infatti protagoniste totali della narrazione di Kubo e presentano quella naturale, e quasi romantica, connotazione che li ha sempre definiti sin dagli albori (salvo rari esempi che, per evitare spoiler, potrebbero farvi anche sorridere).

La nuova opera di Kubo è ricca di elementi narrativi succulenti ed intriganti

Burn The Witch, nonostante il suo ritmo incalzante, riesce a farci apprezzare sullo schermo dei personaggi ben caratterizzati, anche senza rosicchiare troppi minuti dal tempo a nostra disposizione. Gli stilemi dei classici shonen ci sono, è ovvio, e spesso vengono in soccorso per delineare le figure che appaiono davanti i nostri occhi, ma non sono troppo ricalcate, e ci appaiono nella maniera più genuina possibile.

Tutto qui? Forse sì, perché, in fin dei conti, un’opera che di base potrebbe vantare tra i 5 e i 10 volumi massimo (guardando la narrazione è presumibile che non superi questo “limite”) ci lascia più porte aperte che risoluzioni di trama, e forse è questo che ci spinge ancora di più a volere il prima possibile un nuovo volume da cui attingere nuovi episodi.
Kubo è eccezionale in questo e dopo un’opera di proporzioni mastodontiche (sia per importanza che, soprattutto, per lunghezza) ha optato per un lavoro più delicato e non stressante, ricco di stile e di elementi narrativi interessanti e capaci di poter offrire allo spettatore qualcosa privo di quel fastidioso sapore etichettabile come “già visto/già provato”.

L’anime di Burn The Witch, in sostanza, è un prodotto che prende il vecchio, lo rielabora e ci offre nuovi spunti narrativi che ci riescono ad incuriosire sin da subito. Una piccola-grande opera che avrà senza dubbio uno sviluppo degno di nota.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.