Cristina d’Avena canta per la Casa di Carta

La Casa di Carta è attualmente disponibile con la sua terza stagione su Netflix, ma la serie creata da Álex Pina vuole invadere anche YouTube.

Nelle ultime ore Netflix ha infatti caricato sul sito di video sharing una sigla animata dedicata alla serie televisiva spagnola. Ma la vera sorpresa è che a cantarla c’è la nostra idol nazionale, Cristina d’Avena, autrice negli anni passati di numerose interpretazioni di intro di anime e serie televisive.

“Per una generazione che non conosce ladri senza una sigla cantata da Cristina D’Avena. Ora, finalmente, c’e’ anche la versione per la banda del Professore”. Questa è la frase che accompagna il video della Casa di Carta cantato dalla nostra “Cristina nazionale”.

Senza indugiare oltre vi lasciamo alla sigla in stile anime giapponese, in attesa di conoscere il vostro parere al riguardo con un commento.

 

La terza stagione della Casa di Carta riprende da dove si era conclusa la seconda, come possiamo capire anche dalla nuova sinossi originale diffusa recentemente. La banda, ormai divisa, è costretta a tornare insieme per salvare uno dei loro compagni che è finito nelle mani della polizia. E nessuno deve rimanere indietro. Ecco la sinossi:

“Dopo essere scappati con un miliardo di euro sottratto alla Zecca di Stato spagnola, il Professore riceve una chiamata: uno dei membri della banda è stato catturato. L’unico modo per salvarlo e proteggere il segreto di tutti è riunire la banda per organizzare un nuovo colpo, il più grande mai realizzato.”

Nel cast tornano Hovik Keuchkerian, Jaime Lorente, Rodrigo de la Serna, Álvaro Morte, Úrsula Corberó, Itziar Ituño, Darko Peric, Luka Peros, Esther Acebo, Pedro Alonso, Miguel Herrán e Alba Flores.

Ricordiamo che La Casa di Carta 3 è già adesso disponibile su Netflix, caricata sul sito dal 19 Luglio.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.