Come sono diventato un supereroe, su Netflix: la normalità di un mondo con i superpoteri

Che i supereroi siano la nostra mitologia moderna è indubbio. Sono ovunque, spalmati tra fumetti, cinema e serie tv, comunicando rispettivamente tra loro e con noi pubblico che ne abbiamo ormai capito e accettato la smaniosa capillarità.

Condizione che è andata ad influenzare anche quei generi che, di principio, non avrebbero nulla a che fare con individui in grado di volare o di sparare fuoco e altresì pronti a contaminare ambiti in cui i cosiddetti “uomini e donne in calzamaglia” sarebbero stati inizialmente bistrattati e derisi.

Anche l’Italia ha avuto un ruolo in questo cambiamento, portando nel già lontano 2015 Lo chiamavano Jeeg Robot, commistione di racconti sulla periferia romana e di genere supereroistico, con protagonista Enzo Ceccotti, un criminale con capacità inumane e senza alcun nobile scopo.

L’ottimo lavoro di Mainetti ha in qualche modo compensato il fallimentare esperimento de Il ragazzo invisibile distribuito solo l’anno precedente. Mettendo a tacere quelle voci che ci dicevano di non poter provare altro, dimostrando di essere in grado di mescolare le ideologie considerate solo per la Marvel con un cosmo così lontano come il cinema italiano.

A dare esempio della propria possibilità di mettere insieme il filone classico delle proprie opere con l’intero immaginario dei supereroi è adesso la Francia, che affidandosi a Netflix esplora anche lei la lontananza da un cinema che non è più solamente autoriale o sofisticato, ma sa accogliere in sé la moltitudine delle idee e dei temi.

Arriva così su Netflix Come sono diventato un supereroe, adattamento del romanzo di Gérald Bronner dal titolo Comment je suis devenu super-héros pubblicato nel 2007, che dalla Parigi del 2020 offre uno spaccato di normalità supereroistica dove persone con poteri o meno coabitano indifferentemente insieme.

Il tema delle “abilità sovrannaturali” viene ben gestito e affianca una componente thriller che fa del film diretto da Douglas Attal un esordio alla regia complesso, ma in grado di potersi appoggiare su di una base di racconto coinvolgente e solida.

Un azzardo che viene totalmente ripagato sotto il punto di vista tecnico, che se non proprio nella direzione e nelle immagini ritrova un occhio sopraffino, sa comunque soprassedere all’uso di effetti speciali lodevoli, che contribuiscono alla verosimiglianza e credibilità della pellicola.

Tra thriller e poteri

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La storia vede come suo protagonista l’agente della polizia Gary Moreau (Pio Marmaп), sconvolto dalla morte di uno dei supereroi della Royal Pack con cui collaborava, al punto da appiattire totalmente il proprio umore e la propria carriera. È per questo che il capo gli metterà al fianco l’energica detective Cécile Schaltzmann (Vimala Pons), con la quale Moreau dovrà indagare dietro al possibile spaccio di sostanze che donano momentaneamente superpoteri agli individui, togliendoli a chi li possiede per ricrearli in provetta.

Come sono diventato un supereroe si concentra dunque primariamente sull’investigazione stessa che fa da perno all’intero racconto, rendendo quello dei superpoteri non certo un punto irrilevante, ma sicuramente secondo alla riuscita di un’indagine su cui i due poliziotti si metteranno a lavorare.

Una omogeneità nella mescolanza tra ordinarietà e straordinarietà che permette allo spettatore di ritrovarsi immediatamente agganciato all’universo proposto dal film di Douglas Attal, di cui si è disposti ad accettarne le sue specialità supereroistiche pur quando fanno saltare alcune rotelle del meccanismo generale.

Supereroi in qualsiasi versione

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Un’operazione discreta in cui tutti gli elementi si predispongono per la massima efficacia della pellicola, dove a mancare è solamente una forza propulsiva che si sviluppi con il suo proseguire, non arrestando come invece fa sia la narrazione che l’esposizione visiva del combattimento finale. Un eroismo di cui è volontariamente priva la pellicola, ma su cui sarebbe stato necessario spingere in alcuni dei suoi punti.

Con bravi attori, convincenti nelle vesti da supereroi e sciolti nelle dinamiche che vanno instaurando tra loro, Come sono diventato un supereroe è un godibile intrattenimento che rispecchia la volontà contemporanea di inserire i superuomini e le superdonne in qualsiasi ottica. Sapendolo fare con la coscienza del materiale di partenza e sfruttandolo al meglio per renderlo quanto più appetibile per il panorama di appartenenza, nonché per il proprio pubblico.

Come sono diventato un supereroe è su Netflix dal 9 luglio 2021.