La demo vista durante la Gamescom rivela rivela grandi potenzialità per l’ultimo capitolo di Desperados

Desperados è una di quelle vecchie serie che, per fortuna, si stanno recuperando con operazioni nostalgia meno paracule delle remaster di Activision (non perché queste ultime siano brutte, per carità). Desperados faceva parte di quel filone di tattici stealth il cui esponente più famoso era Commandos, che probabilmente i più vecchi di noi ricorderanno con piacere (anche Commandos sta tornando, state tranquilli).

Alla Gamescom abbiamo potuto vedere, purtroppo con una demo non giocata da noi ma dagli sviluppatori, Desperados 3, realizzato questa volta da Mimimi, il team tedesco già autore del fantastico Shadow Tactics: Blades of the Shogun. Dico purtroppo perché quello che abbiamo visto sembra veramente eccellente, al punto che il gioco si è portato a casa il premio per il miglior gioco di strategia della fiera.

Facciamo un ripasso per i più giovani. Nel 1998 uscì Commandos: dietro le linee nemiche, un gioco che a prima vista poteva apparire un RTS, ma che invece non presentava molte di quelle caratteristiche tipiche del genere, come la gestione delle risorse, la costruzione delle basi e il controllo di unità composte da più soldati. Non c’era la parte strategica insomma, e il gioco si “limitava” alla tattica, concentrandosi su singoli personaggi con peculiari abilità e specializzazioni a differenziarli. Nonostante potesse sembrare un modo focalizzato su singole caratteristiche per realizzare un RTS, e non sarebbe un’analisi sbagliata, il gioco preferiva l’approccio stealth, diventando uno strano ibrido che aveva come perni la libertà di scelta nell’approccio alle varie situazioni mostrate, da affrontare rigorosamente con profonda pianificazione tattica e senza farsi vedere.

Desperados 3 come detto è sviluppato da Mimimi Productions, un team che ha riportato recentemente sui nostri schermi il genere con Shadow Tactics: blades of the shogun, che non possiamo che consigliarvi di recuperare, così da capire perché c’è da avere grandi aspettative per Desperados 3.

Ma passiamo alla demo. Quello che abbiamo visto giocare davanti ai nostri occhi era un livello in cui ci è stata mostrata quella che per ora sembra la peculiarità di questo terzo episodio, un personaggio femminile dedito alla magia nera. L’inizio della demo vedeva la donna in una gabbia, da cui ovviamente bisognava farla uscire. Gli sviluppatori ci hanno quindi mostrato l’abilità di controllo mentale, che permetteva di prendere il controllo di un avversario per farlo agire a nostro favore, senza fare azioni improbabili che avrebbero messo in allerta i suoi compagni. In questo modo, sfruttando le possibilità di interazione con l’ambiente per mettere KO gli altri nemici presenti in zona, è stato possibile nel momento in cui è rimasto solo e non sorvegliato fargli prendere la chiave per liberarci.

La prima parte della demo era tutta incentrata su questo, sulla magia nera. L’altra abilità particolare vista all’opera permetteva di collegare mentalmente due personaggi, per fare in modo che le cose capitate a uno capitassero istantaneamente anche all’altro. Per fare un esempio, se il primo dei due personaggi collegati fosse annegato, anche il secondo avrebbe avuto la stessa sorte, anche trovandosi sulla terra ferma.

desperados 3 gamescom

La parte successiva della missione vedeva poi arrivare tutto il resto del cast, in fuga per raggiungere una barca tenuta sotto assedio da diverse truppe nemiche. Nella missione completa l’obiettivo sarebbe stato, prima di raggiungere questa barca, di liberare anche gli altri personaggi presenti sulla mappa. Per brevità gli sviluppatori hanno saltato la liberazione del resto del cast per farci arrivare direttamente alla fase finale. In questa seconda fase le possibilità che ci son state mostrate erano due, una che prevedeva l’utilizzo di tutti i personaggi a nostra disposizione in modo pensato, e l’altra un po’ meno… raffinata.

Iniziamo dalla seconda. Utilizzando il controllo mentale su uno degli avversari era possibile prendere possesso di una mitragliatrice, per poi aprire il fuoco su tutti. Certo, gli avversari si sarebbero accorti che qualcosa non andava nel loro compagno, ma non avrebbero avuto il tempo di reagire. L’altra prevedeva invece l’utilizzo della pausa tattica e della pianificazione delle azioni per effettuarle in simultanea.

In questo modo ogni personaggio andava portato in posizione, per poi fermare il gioco e scegliere l’azione che avrebbero dovuto compiere quando si sarebbe di nuovo “premuto play”.

Racconto della demo a parte, l’impressione positiva che ci ha lasciato il gioco è dovuta soprattutto a una sensazione, motivo per cui avremmo voluto giocarlo con mano. Ogni volta che gli sviluppatori facevano qualcosa contemporaneamente ci venivano in mente più e più modi per risolvere la situazione in modo diverso. Questo significa che anche senza aver provato il gioco in prima persona, è evidente come le possibilità siano tantissime, grazie anche all’estensione delle mappe per nulla scontata.

desperados 3 gamescom

A favorire la rigiocabilità torna anche il sistema di obiettivi di Shadow Tactics: blades of the shogun, grazie al quale per ogni livello sono presenti più cose da fare in un certo modo per aumentare il punteggio.
Desperados 3 sembra quindi una cosa molto molto interessante, sia perché è il ritorno di una serie importante, sia perché lo sviluppatore che ci sta lavorando ha dato prova sul campo di essere bravissimo in questa tipologia di prodotto. Il gioco è previsto per quest’anno, e la curiosità è tanta.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.