Michael C Hall parla del revival di Dexter: tutta “colpa” del finale originale?

Michael C Hall, protagonista di Dexter, ha recentemente parlato del revival dello show che gli ha dato fama e successo. Al centro delle sue dichiarazioni ci sono le motiviazioni che avrebbero portato a questa nuova stagione dello show. In parole molto povere a “motivare” la produzione di un ultimo atto per Dexter ci sarebbe stata la forte insoddisfazione per il finale delle serie.

La conclusione della precedente stagione di Dexter aveva lasciato enormi rimpianti e scatenato le proteste dei fan, cose che tuttavia aveva portato alla decisione, da parte della produzione, di rivedere quanto fatto, anche se a distanza di molto tempo. Di certo una soluzione che farà piacere agli spettatori. E che farà morire di gelosia i fan di Game of Thrones che ancora raccolgono firme per far cambiare il finale dello show HBO.

Dexter Michael Hall revival (2)

Le parole di Michael C Hall: un revival per dare un degno finale a Dexter

Queste le parole che Hall ha detto sul revivale della serie e sulle motivazione che hanno spinto alla sua realizzazione.

“Penso che il modo in cui la serie si è conclusa inizialmente abbia molto a che fare con il motivo per cui stiamo realizzando il revival di questo spettacolo. Molto di ciò che ha creato un senso di smarrimento nelle persone è ciò che ha creato l’appetito che speriamo di soddisfare ora. Lo spettacolo non si è concluso in un modo definitivo per gli spettatori e non ha dato a nessuno la sensazione di aver raggiunto una meta. Non abbiamo più avuto notizie da Dexter. Ha lasciato il pubblico in una sorta di animazione sospesa. Una grande parte della nostra motivazione era quella di rispondere definitivamente alla domanda su cosa fosse successo a questo personaggio”.

(fonte: ScreenRant)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.