Do not stand at my grave and weep…

Esiste la tendenza, relativa a Diablo III, di considerarlo un gioco morto. Una considerazione che ha del paradossale, vista l’ottima attività della sua community ed il susseguirsi delle stagioni che, come saprete, sono infine arrivate anche su console in concomitanza con la decima di queste, tra l’altro da poco conclusasi. Diablo III non è morto, nel personalissimo parere di chi vi scrive, ma è stato congelato in un limbo che ne ha causato un intorpidimento prima, e poi un lungo coma farmacologico. Diablo III non è morto, ma non se la passa bene. Al netto della succitata, e attivissima, community, il campione d’incassi Blizzard non è infatti stato capace di proporre una formula continuata di contenuti aggiuntivi che, in qualche modo, svecchiassero il gameplay per i fan più granitici, quelli che insomma ci hanno giocato per almeno un paio d’anni, esplorando ogni anfratto del mondo di gioco e facendo livellare oltre misura ognuna delle classi presenti. Reaper of Souls aveva aperto uno spiraglio in questa coltre, prospettando per il gioco un futuro roseo e in espansione, ma nonostante la sua bontà si rivelò un piatto unico, con un modello mai più emulato dal team di sviluppo. E la cosa sembrava finita lì. Poi, con l’avvento del ventesimo anniversario della serie, Blizzard sembra aver avuto una revamp per il suo vecchio pupillo, ed ha cominciato a re-interessarsi al gioco che, specialmente nella sua versione console, era rimasto praticamente nel dimenticatoio. Nuove aree esplorabili, nuove missioni, nuovi mostri e persino il primo evento a tema, dedicato, come prevedibile, al passato mai archiviato della saga. Diablo III è insomma tornato sotto i riflettori e, nel mentre, si è preso la briga di arginare ad una mancanza importante, quella di una classe praticamente leggendaria e desideratissima: il Negromante.

Invitati su un reame privato qualche tempo fa, avevamo già avuto modo di poterci divertire con il tombarolo “gdristico” per antonomasia. La versione PC del Negromante, per quanto ancor priva di tante attenzioni e bisognosa di un leggero bilanciamento, ci ha conquistati, tenendoci impegnati per tante, tantissime, ore, nonostante la sua natura assolutamente beta. Con l’arrivo della fine di giugno, l’aldilà ha però squarciato il velo che lo divide dal mondo dei vivi, e con estremo piacere, e non poca esaltazione, abbiamo finalmente messo mano al Negromante nella sua versione definitiva, più precisamente in versione Console.

I am not there. I do not sleep.

Dal punto di vista del gameplay, quello che avevamo constatato nel corso della beta privata è più che mai attuale. Il Negromante non ha subito sostanziali modifiche, e il feeling è il medesimo di qualche tempo fa. Il personaggio è piacevole, responsivo e per gli amanti di Diablo II rappresenta, quasi certamente, il più marcato ritorno alle origini offerto dall’intera esperienza del terzo capitolo. Le modifiche sono state marginali e, come prevedibile, tutte atte a bilanciare la classe che, in ogni caso, resta quasi inarrestabile sin dai primissimi livelli. Il nerf principale sembra esserci stato per quanto concerne i costi delle abilità attive, ora molto più esose in termini di Essenza (quest’ultima è la risorsa unica per l’utilizzo delle abilità) e ad un generale abbassamento dei danni inflitti da alcune, ma non tutte, le abilità. “Lancia d’Ossa” e “Lancia Cadaverica” sembrano le abilità principalmente interessate da questo ribilanciamento, pur restando, come immaginerete, a dir poco fondamentali nella costruzione ottimale del personaggio. In ogni caso, per specifiche sulla classe in sé, vi invitiamo comunque a recuperare il precedente articolo poiché, di fatto, non ci sono state modifiche di sorta.

I am a thousand winds that blow, I am the diamond glints on snow.

Ciò che non c’era in fase di beta, e che invece adesso possiamo finalmente apprezzare e testare sono i set specifici per la classe che, come i più esperti sapranno, sono fondamentali per la costruzione di una build ottimale per il personaggio. Al lancio il personaggio può contare su quattro set, ma siamo sicuri che, come di consuetudine, questi saranno ampliati a breve (non dimentichiamo, del resto, che la prossima stagione sarà certamente dedicata alla classe in questione). Nonostante l’apparente limitatezza dell’offerta, in realtà è evidente come Blizzard si sia impegnata per creare una sorta di fase di riscaldamento per i giocatori, sicché il Negromante viene così indirizzato su quattro build differenti, abbastanza eterogenee e poliedriche da poter accontentare ogni palato. Nello specifico i set sono i seguenti: Ossa di Rathma, Grazia di Inarius, Manto del Maestro della Pestilenza e Avatar di Trag’Oul.

Ossa di Rathma è la build per quanti non vedevano l’ora di riesumare cadaveri e si concentra, come immaginerete, sull’abilità “Armata dei Morti”, quarta del set “Rianimazione”, che permette di evocare una fitta schiera di scheletri, pronti a far strage dei nemici. Grazie al set è possibile abbassare drasticamente il cooldown dell’abilità, nonché aumentare consistentemente i danni il che, in combo con l’ultima runa dell’Armata, infligge un consistente ammontare di danni attorno allo sciamano, con effetti veramente devastanti!

Grazia di Inarius è invece un set dedicato alla rissa, per quei personaggi che non amano restare nelle retrovie, difesi dal proprio esercito ossuto. Il core della build è l’abilità “Armatura d’Ossa”, che infliggendo danni agli avversari, letteralmente strappandogli le ossa dal corpo, crea per il Negromante una sicura e salda armatura scheletrica. Grazia di Inarius, dunque, su tutto aumenta i danni dell’abilità, ma le conferisce anche un ulteriore bonus creando un tornado scheletrico (che non solo infligge danni di per sé, ma che aumenta sensibilmente i danni inflitti dal negromante sui nemici colpiti).

Manto del Maestro della Pestilenza è invece la build che apprezzeranno quelli che amano utilizzare le abilità connesse all’uso dei cadaveri nemici. “Lancia Cadaverica” è la skill centrale della build, e il set permette sia di lanciare l’abilità in modo passivo attraverso il consumo dei cadaveri, sia di potenziarne in modo esponenziale i danni inflitti.

Avatar di Trag’Oul, infine, concede ottimi bonus all’abilità “Flusso di Sangue”, permettendo al contempo una buona rigenerazione di punti vita. Il set, inoltre, quando completo, attiva automaticamente tutte le sei rune dell’abilità, aumentando in modo consistente la velocità del Negromante. Un’abilità ottima per quanti vogliono sperimentare un po’ di speedfarming.

Dal punto di vista offensivo, invece, è stato messo online un solo set, ed oltre a questo circa una trentina di equipaggiamenti leggendari unici per la classe. Il set offensivo, chiamato “Armamenti di Jesseth”, offre un compendio perfetto da aggiungere alla build delle Ossa di rathma, aumentando ulteriormente lo spettro di vantaggi offerto dall’utilizzare un esercito scheletrico. Ovviamente la speranza è che in futuro ci siano accostamenti in set anche per le altre build e che, comunque, l’offerta si vada ampliando con il susseguirsi dei mesi. In ogni caso i dubbi in tal senso saranno presto fugati dalla succitata, e attesissima, nuova stagione di Diablo III.

I am the sunlight on ripened grain, I am the gentle autumn rain.

Il sunto è che, a differenza dello Sciamano, il Negromante risulta forse un po’ più versatile, rendendosi un ottimo personaggio tanto per il single player quanto per il multi. Il Negromante è letale, adattivo, perfetto in buona parte delle situazioni offerte dal gameplay di Diablo III e praticamente distante dal canone imposto dagli altri personaggi, non ultimo il Crociato, anch’esso aggiunto successivamente rispetto al roster originale. Una peculiarità dei personaggi di Diablo III è infatti quella di avere un ruolo molto definito all’interno del gameplay. Un ruolo che ha permesso, nel corso degli anni, di stabilire in modo molto nitido quali fossero gli usi e le abitudini ludiche dei fan. Se scegli una classe in Diablo III lo fai per un motivo (al di là del completismo, s’intende), e quel motivo è rintracciabile nelle peculiarità della classe. Il Negromante rompe questa certezza, e si configura come un personaggio che invece permette un certo eclettismo, in controtendenza con gli usi tipici degli utenti più skillati e navigati. Per alcuni potrebbe essere un’anomalia, una sensazione di disagio rispetto al canone offerto da Blizzard in questi anni. E invece, forse proprio per la staticità che ha vissuto il gioco sin dal lancio, il Negromante con il suo rimescolamento risolleva non poco l’interesse verso il gioco ed il suo gameplay, concedendo al giocatore un qualcosa che ad oggi non era così scontato: la possibilità di sperimentare. Laddove “sperimentare”, prima, significava prendere una nuova classe e cominciare da zero, mentre con il Negromante tutto ciò è offerto in un solo PG, condizione forse ovvia se si pensa a quante diverse tipologie di utenti si sarebbero approcciati alla nuova classe, pagando un prezzo non eccessivo ma comunque da non sottostimare. Tale situazione forse non si sarebbe manifestata se i personaggi fossero stati di più, ma questa è un’altra ovvietà. L’idea è allora che Blizzard abbia voluto mettere su una classe che non potesse scontentare nessuno dei suoi giocatori, concedendole una buona adattabilità, pur restando fedelissima al mood delle sue origini, ripescandone, come detto in fase di Preview, quelle che sono le abilità e i canoni che si aspetterebbero gli amanti di Diablo II.

When you awake in the morning’s hush I am the swift uplifting rush Of quiet birds in circled flight.

L’uscita del pacchetto è stata anche l’occasione per l’arrivo di una nuova patch, ovviamente gratuita, la 2.6.0. Primo e fondamentale motivo di interesse è certamente l’introduzione di due nuove zone esplorabili e inedite: la Brughiera Fosca e il Tempio dei Primogeniti. Entrambe le aree si presentano in modo cupo, tetro, e ospitano creature immonde e deformi, il tutto certamente in tema con il mood della nuova classe.

A seguire troviamo delle nuove tipologie di varchi, i Varchi Sfida, che presentano un nuovo stile di gioco, del tutto dissimile dalla solita routine offerta finora. Con i Varchi Sfida è infatti possibile affrontare delle prove in cui non si utilizza un personaggio creato da noi, ma uno casuale e predefinito, di cui non è possibile modificare equipaggiamento o build, anche con lo scopo di battere un record di tempo per ottenere del loot in più. I Varchi Sfida spezzano realmente la monotonia dei Varchi di Diablo III, e offrono al contempo una gustosa occasione di mettere mano a quelle classi con cui, magari, non si ha dimestichezza. Lo scopo è forse quello di aumentare la voglia dei giocatori di sperimentare classi mai coperte e, perché no, di ricominciare il tutto proprio con un personaggio nuovo. Le sfide sono intriganti, ben costruite e veramente granitiche nella loro difficoltà, e l’assoluta casualità di build ed equipaggiamento aggiunge non poco pepe alla faccenda. Tuttavia resta ancora da capire quanto diverranno effettivamente sostitutive rispetto alle esperienze di base, effettivamente ancora le migliori (e le più rapide) per ottenere loot di assoluto interesse.

I am the soft star-shine at night.

Do not stand at my grave and cry…

I am not there. I did not die.

(Mary Elizabeth Frye, Do not stand at my grave and weep)

Verdetto

Ascesa del Negromante è un pacchetto interessante, ma forse parliamo da fan e tocca essere oggettivi. Per circa 15 Euro vi portate a casa un personaggio nuovo, attorniato da una serie di bonus che, per i più, sono del tutto superflui (due schede personaggio, una mascotte, uno stemma, un paio d’ali e un’espansione della cassa degli oggetti). Questo e nulla più. Al di là di ogni commento sul prezzo, giusto per taluni, sovrabbondante per altri, il punto è che l’offerta è sicuramente limitata e, forse, sarebbe stato il caso di aggiungere qualcosina in più che potesse, al di là della patch gratuita, rifocillare gli affamatissimi fan e magari risollevare la nomea (ingiustamente) negativa del gioco. Oltre a questo, il dubbio che ci attanaglia è il senso del pacchetto in sé. A cosa serve? È semplicemente un’occasione per festeggiare il ventennale del gioco? È un preambolo doveroso alla, già annunciata, rimasterizzazione di Diablo II? O magari è il primo, “pallido” tentativo di rimettere in piedi il brand? È questa mancanza di chiarezza da parte di Blizzard a lasciarci un po’ straniti, e vista la situazione di Diablo III, visto il futuro fumoso del marchio, tutto ciò finisce, senza paradossi, per stemperare ogni entusiasmo. Prima di gridare “Viva il Re!”, non dovrebbe forse morire il Re in carica?