Da Big Mouth a Sex Education. È possibile imparare qualcosa di edificante sulla sessualità con le serie?

Parlare di sesso ed educazione sessuale nelle serie tv oggi è più difficile e pericoloso che mai. L’epoca in cui viviamo è infatti satura di allusioni più o meno velate all’argomento e i fatti di cronaca parlano giornalmente di disturbi legati a questa sfera: abusi, stupri e minimizzazione della denuncia delle vittime da parte dell’opinione pubblica sono solo la punta dell’iceberg. La cultura è sempre stata un canale importante per la trasmissione di insegnamenti positivi e le serie tv, i prodotti più gettonati della contemporaneità, possono rappresentare una grossa speranza. Negli ultimi anni le case produttrici hanno dimostrato di recepire forte e chiara questa esigenza, introducendo l’educazione sessuale nelle serie tv e trovando terreno fecondo nel pubblico.

Da Big Mouth a Sex Education, passando per The Affair e Masters Of Sex, la serialità televisiva ha saputo guardare al sesso da molteplici punti di vista, rendendo giustizia a una delle pratiche più complesse e ricche di implicazioni a disposizione dell’umanità. Stiamo per intraprendere un viaggio tra le migliori produzioni sul tema. Una sola raccomandazione: niente pregiudizi e tanta voglia di fare nuove esperienze!

Educazione sessuale e serie tv: il sesso come crescita propriocettiva

Sono ormai decenni che le scene di sesso nell’audiovisivo non sono più fine a sé stesse o semplici concessioni al voyeurismo per vendere qualche biglietto in più. Oggi, mentre la sessualizzazione avvolge ogni ambito delle nostre esistenze, le serie tv si muovono maggiormente nel terreno dell’educazione, intesa come percorso in cui si impara a conoscere se stessi e gli altri. Il rapporto carnale non è altro che uno scambio di sensazioni, odori e percezioni, da cui i partecipanti devono essere capaci di ricavare qualcosa a livello personale. Ecco alcune serie tv che appartengono a questa categoria.

Educazione sessuale serie tv 1

Big Mouth

Non si può dire che il sesso sia l’argomento centrale di Big Mouth, ma di certo è uno dei canali maggiormente sfruttati per raccontare la complessità di un’età disgustosa e imbarazzante come la pubertà. I protagonisti sono semplici ragazzi alle prese con gli sbalzi ormonali e umorali che caratterizzano questa fase della vita. Masturbazione e pulsioni oltre misura sono all’ordine del giorno, tanto da materializzarsi sotto forma di veri e propri mostri, i quali agiscono come una sorta di spiriti guida lascivi e sporcaccioni. Ciò che attira sin dalle prime battute del prodotto originale Netflix è la spropositata quantità di situazioni assurde: si va dagli scatti d’ira alla fuoriuscita di fluidi corporei incontrollabili; dall’autoerotismo più sfrenato alla soddisfazione di fantasie deviate.

L’educazione sessuale nella serie tv arriva in un secondo momento, ma con una carica dirompente e pregna di verità. L’elemento di empatia che rende Big Mouth vincente sul lungo termine è infatti la disparità di percorso: la pubertà non è uguale per tutti e i diversi tempi di sviluppo possono aprire voragini non indifferenti tra coetanei, anche se molto amici. È il caso di Andrew, che ha un inizio di baffi e fatica a controllare i suoi impulsi sessuali, e del suo migliore amico Nick, bambino ancora nella mente e nel fisico. Il loro rapporto è toccante e indaga sull’estrema difficoltà delle relazioni in un’età imprevedibile come la pubertà.

Le pulsioni impetuose investono anche le ragazze, rappresentate in Big Mouth con la stessa cura riservata ai maschietti, se non di più. Jessi è alle prese con il suo primo ciclo, mentre Missy fatica a tenere a bada tutta la propria energia. Non mancano poi i genitori e la società in generale, inseguiti dai ragazzi alla disperata ricerca di una guida. L’esempio dei primi è spesso tossico e distruttivo, mentre la seconda comincia lentamente a reprimere i loro istinti. Big Mouth non è quindi solo una serie tv sull’educazione sessuale, ma uno show su ciò che significa crescere in generale, che celebra l’unicità di ciascun individuo in un mondo disorientato.

Educazione sessuale serie tv 2

Sex Education

Quando si parla di educazione sessuale e serie tv è impossibile non soffermarsi su Sex Education. Come suggerisce il nome, il prodotto Netflix trova il proprio centro di gravità nel sesso, che è motore di tutto ciò che succede e viene percepito in modi diversi da ciascuno dei personaggi. Il protagonista Otis, per esempio, lo vede come un problema enorme: figlio di una sessuologa e psicoterapeuta, è letteralmente bombardato tutto il giorno da lezioni a tema, tanto che non riesce più a masturbarsi. La sua amica e amore segreto Maeve, invece, lo vede come un’opportunità di lucro e inizia a sfruttare le nozioni di Otis per elargire consigli a pagamento ai compagni di classe.

Il primo dei casi risolti dalla strana coppia di amici è l’emblema del messaggio che lo show vuole passare allo spettatore. Nessuno dubita che Adam, il figlio del preside, sia molto dotato, ma il poveretto non riesce a portare a termine i rapporti con la sua ragazza. Arriva addirittura ad assumere Viagra fino a star male. Il consiglio di Otis è quello di smettere di voler dimostrare quello che tutti dicono di lui, vivendo il sesso semplicemente cercando di essere se stesso. In Sex Education il sesso è questo: una continua esperienza didattica alla scoperta di sé e del proprio corpo, nonché della complessità delle relazioni con gli altri. È un aspetto importante della salute dell’individuo e trascurarlo significa perdere un’occasione.  Un altro dei punti di forza di Sex Education è la completa assenza di giudizi.

Lo show mette infatti in scena tutte le forme del sesso, comprese quelle più estreme, senza mai esprimere un parere sulla moralità di ciò che vediamo. L’esplorazione in profondità è sempre privilegiata, sin dalla caratterizzazione dei personaggi. I ragazzi sono inizialmente presentati come stereotipi, per poi crescere in complessità: i bulli sono ansiosi, i più timidi hanno le fantasie più spinte, i cattivi provengono da situazioni con cui è facile empatizzare.

Educazione sessuale serie tv 3

Skins

Molti dicono che Sex Education sia lo Skins dei giorni nostri. In effetti i due prodotti si somigliano per molti aspetti. Dove quella di Netflix si distingue come serie tv sull’educazione sessuale, però, quella di Company Pictures si occupa maggiormente di mettere in scena il disagio esistenziale dei giovani britannici. La droga e l’alcool la fanno da padroni, rendendo ancor più estremo il sesso, praticato in tutte le sue forme: violento, ubriaco, non protetto e casuale. I protagonisti di Skins, anche se più avanti con gli anni rispetto a quelli di Big Mouth, si trovano nella medesima situazione: in un mondo che sembra creato per disorientare, cercano una guida che sappia consigliarli e indirizzarli sulla strada giusta.

Purtroppo per loro questo compito non può essere portato a termine dai genitori, sempre rappresentati come caricature di se stessi o, peggio, del tutto assenti. La situazione costringe i ragazzi a imparare autonomamente quello che c’è da sapere sul sesso e sulle relazioni interpersonali, con tutti gli incidenti di percorso che ne derivano. Skins mette l’accento sulla formazione del senso di responsabilità di giovani che brancolano nel buio e inanellano un errore dopo l’altro, intrattengono relazioni sessuali tossiche per paura di rimanere soli e cercano di non innamorarsi per il terrore di venire feriti.

Educazione sessuale serie tv 4

The Affair

L’educazione sessuale nelle serie tv passa anche attraverso una delle cause più frequenti di separazione: l’adulterio. The Affair è la storia di un insegnante-scrittore con una splendida moglie e una vita agiata, che in vacanza incontra una bella cameriera e se ne innamora. Sembrerebbe la solita, banale storia di infedeltà come ne abbiamo viste a migliaia, se non fosse che a metà episodio il punto di vista si sposta da lui a lei, riavvolgendo il nastro e mettendo in scena tutta la vicenda da capo. Conoscendo le due visioni contrapposte lo spettatore può dare il giusto valore al sesso che viene dopo: un punto di partenza di un viaggio alla (ri)scoperta di se stessi e del rapporto con i propri desideri profondi. La serie di Hagai Levi gioca con le tentazioni dei due protagonisti e indaga in profondità le loro ferite emotive utilizzando un dispositivo narrativo sempre efficace, il rapporto carnale.

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Masters Of Sex

Parla letteralmente di educazione sessuale la serie tv Masters Of Sex, che si ispira a fatti realmente accaduti negli anni Cinquanta in America. I protagonisti sono il dottor Masters e la dottoressa Johnson, pionieri nel campo della sessuologia capaci di rivoluzionare una disciplina ancora agli albori. Il loro metodo era quantomeno poco ortodosso e consisteva nell’osservare le persone dal vivo mentre davano piacere a se stessi o agli altri. Come in Sex Education, però, l’eccessiva conoscenza di un argomento così delicato può essere deleteria: Masters ha infatti problemi in privato con la moglie e comincia a maturare un debole per la sua collega. Masters Of Sex si focalizza sul vero ruolo dello psicoterapeuta, che non consiste nel far sì che i suoi pazienti facciano sesso meglio, ma nell’analizzare i loro problemi generali attraverso quel particolare filtro.

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The L Word

L’educazione sessuale nelle serie tv non è solo per eterosessuali. The L Word è un prodotto estremamente importante, in primis per l’epoca televisiva in cui fece la sua comparsa. Nel 2004, infatti, parlare di omosessualità senza cadere nella retorica o negli stereotipi era molto più complicato rispetto a oggi. La serie di Showtime vede il sesso come l’unico canale attraverso il quale le protagoniste possono esprimere la propria diversità. L’intimità è un posto sicuro in cui tutti possono essere ciò che sono davvero, senza filtri e senza paura del giudizio degli altri. Le difficoltà principali per le donne dello show risiedono infatti nel mondo esterno: conciliare la propria sessualità con gli obiettivi di vita e carriera non è mai semplice e può portare a guai seri. The L Word ricalca dunque il filone di tutte le serie tv analizzate finora, le quali si concentrano sull’aspetto pedagogico e salutare del sesso.

Educazione sessuale e serie tv: il sesso come lavoro

Nel sempre più vasto panorama dell’educazione sessuale nelle serie tv non c’è posto solo per l’aspetto didattico. Il sesso, per alcuni, è un lavoro come un’altro. C’è chi addirittura dice che sia il più antico del mondo. Nel corso degli anni molti show hanno cercato di mettere in scena il mondo della prostituzione e tutti gli oscuri interessi a essa legati, ognuno con il proprio punto di vista unico.

Diario di una squillo per bene

Da sempre si spendono fiumi di parole sul fenomeno della prostituzione, interrogandosi sulla sua moralità e su quanto autonoma sia la scelta di chi decide di guadagnarsi da vivere in questo modo. Diario di una squillo per bene è una risposta inusuale a questo dibattito, che verrà ripresa in futuro anche da altri prodotti audiovisivi. La protagonista è una squillo di alto bordo che ha scelto di esserlo in modo conscio e senza costrizioni, spinta dall’amore per il denaro. Sedotta dal potere che riesce a esercitare sugli uomini, Belle si tiene stretta il suo lavoro e cerca di farlo fruttare più che può, sapendo che il suo bel corpo un giorno l’abbandonerà. La grandezza della serie risiede ancora una volta nella mancanza di giudizio: sebbene sia uno show sulle prostitute, Diario non sfocia mai nella denuncia sociale, perché una donna è libera di fare sesso semplicemente perché le piace.

The Girlfriend Experience

Come quella di Diario di una squillo perbene, anche la protagonista di The Girlfriend Experience è una escort di lusso. Nel sesso Christine non cerca tanto il denaro, quanto il potere: capisce ben presto di poter portare gli uomini a fare tutto ciò che vuole e, con un modo di fare a metà tra il sadismo e la contemplazione, cerca i limiti della sua influenza. La serie segue Christine mentre procede a tentoni, curiosa di vedere sin dove riesce a portare gli oggetti della sua manipolazione.

Come la natura del suo ascendente sul genere opposto, anche l’orientamento sessuale della protagonista non è chiaro. Sta allo spettatore scoprirlo vivendo insieme a lei un’esperienza carnale dopo l’altra. Tratta dall’omonimo film di Steven Soderbergh con la leggendaria ex attrice hard Sasha Grey, The Girlfriend Experience appartiene al novero delle serie tv sull’educazione sessuale grazie alla sua focalizzazione sul controllo.

The Deuce

La grande macchina della prostituzione non è mossa solamente dalle squillo di alto bordo. La forza di traino maggiore è esercitata dalle normali prostitute, che sul loro marciapiede sono chiamate ogni sera a battere un’agguerrita concorrenza per guadagnarsi da vivere. Per loro il sesso è un lavoro come un altro, attanagliato dalle stesse preoccupazioni e dagli stessi problemi: bilancio, comunicazione, pubblicità, rispetto delle gerarchie, calcolo dei rischi in rapporto ai guadagni e illegalità. Creata da David Simon (The Wire), The Deuce non parla solo di prostituzione o di sesso, ma del capitalismo e dell’ambiente che gli ha consentito di divenire il modello economico dominante. L’America degli anni Settanta è il sistema, ossia un insieme di persone diverse che con le loro decisioni ha generato la società che oggi conosciamo. Una società basata sulla soddisfazione di qualsiasi desiderio in cambio del giusto compenso economico.

L’educazione sessuale nelle serie tv ha mille volti: dalla conoscenza di se stessi al rapporto con gli altri; dall’espressione della propria diversità al semplice piacere; senza trascurare l’aspetto economico e quello del controllo. Oggi è molto più facile parlare di quello che fino a pochi anni fa era un tabù, anche grazie alla narrazione seriale. Sta a noi fare tesoro di questi insegnamenti, primo tra tutti quello di non giudicare mai.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.