Chloé  Zhao, con il suo Eternals e una direzione intrigante, prova a sfatare il tabù cinecomics e cinema d’autore. Avrà conquistato il pubblico?

Dopo un’edizione con poche vere bombe, il Roma Film Festival decide di chiudere la sua ultima edizione portando il colossal della Marvel sugli schermi della capitale. Le aspettative erano altissime, la curiosità altrettanto, e, tutto sommato, gli Eternals sono arrivati anche al cuore dei più scettici.

Quando avevamo visto il primo trailer di Eternals, già avevamo compreso che ci saremmo trovati davanti a un film con un colore differente dal solito MCU. L’annuncio del minutaggio ufficiale, di 2 ore e 40, aveva lasciato intendere, oltretutto, che di argomenti da trattare, o personaggi da approfondire, ne avremmo avuti a bizzeffe. L’anima Marvel però? Sarà riuscita a mantenerla una cineasta così esperta, ma anche così profonda e coinvolgente come la Zhao?

Portare sul grande schermo degli eroi “secondari”, almeno per la storia editoriale della Marvel, sembrerebbe essere il nuovo trend topic della casa fumettistica più famosa al mondo. Basti pensare a Shang Chi e alle prossime pellicole annunciate, ma questo non è solo uno strumento di marketing capace di rilanciare figure ormai sopite sotto vecchi fumetti, ma offre anche la possibilità, a cineasti variegati, di poter esprimere e valorizzare alla propria maniera, eroi con sfaccettature innovative.

Con Eternal, il premio Oscar per Nomadland, riesce a mettere la propria firma, seppur agli inizi sia visibile il suo essersi  sacrifica un po’ in favore degli elementi caratteristici dell’universo Marvel. Le scene di combattimento, gli sketch comici, l’evoluzione dell’intreccio, tutto rimanda agli stilemi classici che, da sempre, hanno caratterizzato i film della casa delle idee. Dov’è Chloé Zao allora? In tutte quelle sequenze di intramezzo. Nelle riperse di esterni, nelle scene più “profonde”, vediamo chiaramente la mano della cineasta cinese che, con il suo stile, contamina un film visivamente importante e superiore alla media Marvel.

La cosa che colpisce particolarmente (come confermato dal cast alla conferenza post proiezione) è la capacità di Eternals di dare il giusto spazio di apparizione su schermo agli eroi. Tutti hanno modo di svilupparsi e caratterizzarsi (ovviamente chi più e chi meno) ponendo delle basi solide per poter vedere dei sequel futuri. Una caratteristica non scontata, soprattutto per personaggi che godono di una costruzione basata su un arco temporale di più di 7000 anni.
Tralasciando l’interpretazione di Salma Hayek, vero punto debole del cast di eroi “mitici”, una Jolie leggermente sacrificata e un Harington lasciato in panchina (ci sarà tempo), tutti i ragazzi riescono ad arrivare a fare meta. Ottima la performance di Gemma Chan nei panni di Sersi. La profondità del personaggio è ben studiata ed esplicata, il suo background, seppur rapidamente, si sviluppa sullo schermo, e l’attrice londinese ci offre un’eroina ricca di fascino.

Un punto interrogativo, invece, sulla la figura di Ikaris. Non tanto per l’interpretazione di Richard Madden, che fa il suo portando sullo schermo un lavoro solido e credibile, ma la direzione artistica in sé. L’eroe che “volò troppo vicino al sole” è una versione 2.0, e nemmeno troppo marveliana, del Superman di Cavill. Sono numerosissimi i momenti durante i quali ci si potrebbe confondere. Non che sia un reale problema, ma i paragoni, soprattutto per gli amanti del genere, saranno naturali.

eternals

Solo amore, invece, per la coppia Makkari (recastato in versione femminile da Lauren Ridloff) e Druig (il bravissimo Barry Keoghan). C’è profondità e dinamismo (soprattutto con la prima), oltre a una chimica molto interessante. Non diremo altro, ma insieme, o anche singolarmente, ci hanno dato vibes che non provavamo da moltissimo tempo con Marvel.

Oltrepassando questo breve, ma fondamentale, passaggio su un cast pieno zeppo di talento e figure di spessore, bisogna andare al sodo dicendo chiaro e tondo che Eternals è un esperimento promosso tranquillamente. Non riesce nell’intento di emulare le gigantesche produzioni Marvel del passato, ma preso come film singolo, può tranquillamente lottare per i primi posti dell’MCU. Ha ritmo, uno script preciso e affascinante con anche qualche colpo di scena (seppur prevedibili), dei combattimenti molto interessanti e, cosa più intrigante di tutte, una direzione artistica eccezionale.
Le sequenze dove la Zhao può fare quello che le riesce meglio sono un plus incredibilmente bello e perfettamente incorniciato da una colonna sonora raffinatissima curata da Ramin Djawadi.

Un sodalizio insolito, ma non impossibile, che omaggia i comics e gli dona qualcosa in più.

L’universo Marvel, dopo questo film, ha un futuro ancor più lungo, duraturo, affascinante e, soprattutto, ingarbugliato. Gli Eternals, con la giusta dose di azione e comicità, potranno essere un’alternativa, idealisticamente e cinematograficamente parlando, dei Guardiani della Galassia, ma attenzione a cosa vedremo nel futuro immediato, perché lo spazio è un luogo ancor più misterioso da oggi.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.