Tra uno zanzan-zarazanzan e l’altro (vi siete persi le puntate precedenti? Fate un ripassino qui), siamo arrivati al penultimo episodio di questa settima stagione, che è un po’ come la vigilia di Natale, il momento prima della felicità, il sabato del villaggio, ma soprattutto l’ennesima puntata dove non succede una mazza per tre quarti di episodio, e che esplode alla fine, di modo che lo spettatore con la memoria di un pesce rosso non possa fare a meno di scrivere “PUNTATONA!” su Facebook, facendo spoiler non richiesti nel caso sia un figlio di Shae che si guarda la puntata leakata. Ma eccoci qua, di nuovo davanti allo schermo, un po’ esasperati dalla sigla, che in questa stagione sembra ancora più lunga del solito, sicuramente più lunga dei viaggioni transatlantici di Jon, che ormai si è comprato un traghetto per fare la spola tra la Barriera e Dragonstone. Del resto si sa che le relazioni a distanza richiedono sempre sacrifici.

Suicide Squad #1

Il gruppo scout dei metalupetti, in vacanza premio a Berlino Est, cammina in fila indiana come in quella bufala del branco dei lupi che gira per i profili Facebook dei quarantenni: il capobranco è quello che ce l’ha più grosso (il martello), seguono i tre membri segreti dei Neri per Caso che cantano “si può amare da morire ma morire d’amore no” per tenere alto il morale del gruppo, subito dietro vengono l’ubriacone del branco e il suo infermiere zombie, tallonati dal Mastino nel pieno del suo periodo Zanna Bianca. Chiudono la fila due comparse messe lì solo per morire male alla prima occasione utile. Questo variegato gruppo di personaggioni e personaggini, in marcia verso una missione suicida così stupida da aver sbaragliato qualsiasi avversario ai prossimi Darwin Award, passa il tempo raccontandosi barzellette sporche e facendo scivolare saponette a terra davanti all’innocente Gendry, che comunque ha sfiorato la morte per dissanguamento l’ultima volta che è andato vicino a inzuppare il biscotto, e magari con Tormund rischia meno. Dopo varie allusioni al suo lungo attrezzo, Gendry lo sbabbaro decide di battere in ritirata e, per non rischiare, si intrattiene amabilmente con Thoros di Gin, che una volta alla fiera dell’est, per due soldi, lo vendette alla sacerdotessa delle sanguisughe. Il bastardo di Robert prova a esprimere le sue rimostranze per il tradimento subito dalla fratellanza: “fratelli, fratelli, e poi ti pugnalano dove non batte il sole”, ma un’occhiata del fulvo bruto lo zittisce immediatamente e, come succede tra uomini veri, con un sorso di gotto esplosivo pangalattico e due pacche sulla spalla si torna tutti amici come prima.  A proposito di amici, è il momento del confronto tra i due uomini della Khaleesi, che la prendono alla lontana, partendo dal complesso di Edipo, per arrivare al nocciolo della questione: “è tua, è giusto che tu la prenda”, dice Jon. Ma non sta parlando della Regina di cuori e l’interesse di Mormont per la spada del defunto padre è la stessa dello spettatore davanti a questa infinita scena di dialoghi utili quanto il balestrone di Quyburn contro i draghi.

Voto: Tre contro uno addosso a Gendry, squalificati.

 

Tutte le strade portano a Winterfell

A Grande Inverno è in corso una pandemia pericolosissima: il morbo della storyline spaccamaroni di Bran, infatti, ha infettato anche le sorelle, adesso che sono tutti riuniti sotto lo stesso tetto, sorretto a spalla da Ditocorto. Arya ce l’ha con la sorella perché la costringe ad accompagnarla a fare la spesa con i coupon che fanno risparmiare il 4% sull’acquisto di 120 rotoloni Regina del Nord e per quella storiella del pizzino con la ricetta della carbonara con la cipolla. Arya è incazzata nera perché il suo maestro giù a Hell’s Kitchen, un certo Gordon Ramsay, è uno abbastanza rigido sulle ricette della tradizione, pensate che non è neanche a favore della variante col veleno della torta di piccione.

Voto: Premio Oscar a Arya se alla fine scopriamo che è tutta una finta per fare fuori quella faccia di merda di Ditocorto.

Suicide Squad #2

Dopo altri dieci minuti di scenette inutili, messe lì giusto per sottolineare di giallo fluo l’arco di redenzione del Mastino e la necessità dei bruti di ampliare il proprio vocabolario dei sinonimi, nonché le doti mnemoniche di Jon Snow, che non sa un cazzo, ma si ricorda la prima strofa dell’Infinito che è una meraviglia, la compagnia arriva alle pendici del Monte Fato, quello che ha visto in sogno il Mastino quella sera che si è guardato tutta la trilogia dell’anello di seguito, facendo l’alba.

Voto: rimpiangiamo Merry e Pipino.

E se poi te ne penti?

Nel villaggio vacanze di Dragonstone si respira la malinconia della bassa stagione: le giornate si accorciano, i caminetti si accendono e il vin brûlé prende il posto della piña colada. Mentre Missandei e Davos si concedono una cenetta a base di granchio fermentato e peperoncino calabrese, Daenerys è alle prese con il test di Cioè “Scopri se la tua cotta estiva diventerà una storia seria”. Con una maggioranza di D, il responso è positivo, una volta superato il gradino della scampagnata oltre la barriera a caccia di zombie. La Khaleesi è felicissima del responso e abbraccia il cuscino con la faccia di Jon Snow che si è fatta spedire da Ikea, ma quel guastafeste di Tyrion rovina subito il momento parlando delle statistiche sulla durata delle relazioni a distanza, dell’intraprendenza delle brute e del fatto che non è così facile per una ragazza madre trovare qualcuno che la aiuti a crescere tre bambini lunghi dieci metri e ricoperti di squame.

Voto: Fiducia moderata alla necessaria ma impulsiva linea politica Targaryen.

Suicide Squad #3

Mentre vaga sul set di The Day After Tomorrow, la Squadra Speciale Zombie Hunter si trova faccia a muso con un animatronics decrepito abbandonato dopo il restauro di It’s a Small World a Disneyland. L’orso dagli occhi belli si mangia subito una delle comparse, ma grazie alla diavolina della spada di Beric, l’incubo uscito da Five Nights at Freddy’s può tornare nell’inferno cui appartiene, lasciando un agonizzante Thoros a terra, che trova ogni scusa per farsi un goccetto.

Voto: Due (comparse in meno).

L’uomo che sussurrava ai metalupi

A Winterfell, Sansa continua a fidarsi dell’uomo muro portante, segno che forse in fondo in fondo se lo meritava Ramsay Bolton. Ditocorto, con la faccia di merda tipica di chi morirà male entro la prossima puntata, dichiara di non sapere niente dello scambio di pizzini, e noi non possiamo che domandarci se ci sia una strategia dietro i suoi movimenti o se tutto queste macchinazioni non servano solo per portarsi a letto Lady Winterfell (vale la regola della maniglia: morta la madre, dentro la figlia). Ogni volta che Ditocorto entra in scena, comunque, un lettore della saga piange calde lacrime immaginandolo, nel libro, ancora bloccato sul cucuzzolo delle Aquile, inerme (e si spera prossimo alla morte).

Voto: Un calcio rotante nella mascella a entrambi.

Suicide Squad #4

Dopo che membri della spedizione si sono raccontati vicendevolmente tutto sulle loro vite, sulle vite dei loro avi e sulle aspirazioni per il futuro, ecco che una delegazione da The Walking Dead fa la sua comparsa in fondo alla valle, capitanati dal White Walker capellone, pecora nera della famiglia perché negli anni Sessanta si faceva le canne. La compagnia del tranello decide di sfruttare l’effetto sorpresa, iniziando a urlare a dieci metri di distanza prima di scagliarsi verso l’hippie albino e la sua scooby gang. Siccome in una puntata da 71 minuti non è ancora successo una mazza di interessante, e le lentine azzurre degli estranei costano un sacco, in un colpo solo Jon in the North si sbarazza del 99% degli avversari, mentre quello che chiameremo affettuosamente 1% viene ammanettato e imbavagliato con una gag ball tirata fuori dalla sacca di Tormund, che la teneva in serbo per Gendry. Il maniscalco, preoccupato, si dà alla fuga.

Voto: ed è subito 50 shades of white (walker) 

Suicide Squad #5

1% si ribella al BDSM fatto male e si mette a urlare che non è quello il modo di usare un frustino, richiamando l’attenzione dell’immensa orda di estranei che passava poco lontano da lì per andare alla sagra della polenta taragna, immancabile occasione mondana per tutti i morti e non oltre la barriera. Nonostante la fuga precipitosa, però, Jon è tranquillo: ha mandato un whatsapp a Daenerys. Quello che non sa è che la Khaleesi è famosa per visualizzare e non rispondere. Intanto l’armata Bancaleone trova rifugio su uno scoglietto delle dimensioni della porta su cui galleggia quell’egoista di Rose dopo il naufragio del Titanic, mentre milioni di estranei e non morti muoiono come lemmings tutto attorno a loro. Gendry Gump, nel frattempo, arriva alla barriera, biascica qualcosa su una scatola di cioccolatini e sviene tra le braccia di Davos, che già teme il peggio pensa a quali re sono rimasti da servire.

Voto: dieci ai piani sequenza di Iñàrritu.

Suicide Squad #6

Il gruppo di nerd, riunito sullo scoglietto, si prepara a stracciare le schede personaggio e chiudere la quest con un fallimento totale, tanto è tardi e tra poco devono tornare a casa per la cena. Si sentono già in lontananza le mamme che chiamano: “Giovannino, esci dall’acqua che ti si rovinano i riccioli”, “Beric, smetti di tuffarti di testa, non sei mica immortale!”.

Voto: -30 punti ferita a testa per la perdita del guaritore.

Chi è Sansa del suo mal

Cersei, assente in questa puntata perché impegnata a fare la lista dei regali del battesimo, invita Lady Winterfell a Approdo del Re in onore dei vecchi tempi, quando l’ha data in sposa al fratello diversamente alto e accusata della morte del figlio diversamente gentile. Inspiegabilmente Sansa declina l’invito, decidendo di mandare al suo posto Brienne, giusto perché avere una stangona guerriera che ti ha giurato eterna fedeltà vicino è troppo utile.

Voto: Sansa una di noi, che shippiamo Jaime/Brienne.

Suicide Squad #7

On Air: Bach, Aria sulla quarta corda. Oggi, a Super Qarth, vi parleremo di un fenomeno fisico conosciuto ai più come “congelamento”. Questa affascinante mutazione permette, a basse temperature, la trasformazione di un liquido in un solido, per esempio la creazione di uno spesso strato di ghiaccio su cui le orde di decerebrati zombie che vogliono farti fuori possono camminare senza troppi problemi. Nel caso vi trovaste in una spiacevole situazione come quella sopra descritta, vi raccomandiamo di non produrvi in gesti inconsulti che possano portare i suddetti zombie a realizzare che grazie alla magia del sotto zero, niente li separa dall’accerchiarvi e mangiarvi (vogliamo dirlo? Il non morto senza mascella è tutto!). Insomma: la battaglia è servita. Tutti combattono, tutti rischiano di morire, nessuno muore a parte una comparsa, ma quelle sono carne da macello, si sa. Jon Snow si fa un trip al ralenti, perché la puntata non era abbastanza lenta, poi arrivano i draghi, che servono per dare quel tocco da opening di Vikings alla morte dei nemici. Daenerys, col cappottino invernale e il grembiule “I love BBQ” si offre come autista sobria della serata, ma Jon perde il passaggio perché si mette a fare a cazzotti con due tipi fuori dalla discoteca. Pare che quelli avessero detto qualcosa sulle MILF. Nel frattempo il Re Occhio di Husky ha deciso di buttarsi sull’atletica leggera e con un solo lancio, al primo colpo, fa precipitare un drago e il morale di tutti i Targaryen tra gli spettatori. La scena è così straziante che al confronto le nozze rosse potevano sembrare un matrimonio da Boss delle cerimonie. Non ce la sentiamo di fare umorismo al riguardo.

Voto: White Walkers 1 – Lannister 0. Qyburn ritirati.

Suicide Squad #8

Esaltati per aver eliminato un drago e recuperato budget per la computer grafica, D&D provano il colpaccio, giocando per il raddoppio, ma devono rassegnarsi a far volare via Daenerys così, come un Atreiu qualunque. Jon Snow intanto è stato buttato in acqua dal buttafuori della discoteca, per raffrescare i bollenti spiriti, ma ecco comparire delle palle rotanti sullo schermo (oltre a quelle dello spettatore, davanti allo schermo): è Benjen Stark, che per contratto aveva ancora due minuti on screen da girare, prima di morire male facendo quello che più amava, il mangiafuoco sul lungomare di Riccione. Voto: 3 euro e 50 nel cappello alla fine dello spettacolo.

Suicide Squad #9

Uno non fa in tempo a sparire nelle scure acqua ghiacciate di un lago che subito il primo vecchio bacucco che passa ci sta a provà con la ragazza tua. Ma Daenerys, novella Penelope senza arazzo, non si rassegna e la sua perseveranza viene ricompensata con una sbirciata agli addominali del futuro consorte e una lunghissima stretta di mano di quelle che speriamo abbiano usato dei contraccettivi. Ci dispiace, Jorah.

Voto: compatibilità al massimo se mandi TUONOME + SUONOME al 42202

Hokuto No One

Mai, mai, scorderai l’attimo, il pugnale che afferrò

Arya si incazzò e poi le facce

Una sorella inquietante e pure un po’ matta senza pietà.

Voto: una diagnosi di Disturbo Dissociativo dell’Identità.

Ma dammi la mano e torna vicino…

…Può nascere un fiore nel nostro giardino. Che neanche l’inverno potrà mai gelare. Può nascere un fiore da questo mio amore per te. Jon, che ne ha prese parecchie dal buttafuori, si risveglia in forte dopo-sbronza e si trova a vivere l’incubo di ogni persona in preda ai postumi di una sbornia: Daenerys vuole definire il tipo di relazione tra loro due. Per farla stare zitta la prende per mano e quella arrossisce come neanche Gendry alle avances di Tormund. Visto che sta avendo successo, poi, il Dawson de noantri decide di osare con un soprannome, ma visto che i diminutivi con la “y” in fondo fanno così coatto, la tocca pianissimo: “che ne dici di pasticcino?”. Tutto questo solo per un limone e un paio di eserciti.

Voto: 7 meno meno a Emilia Clarke che in questa scena sembra quasi in grado di recitare.

NOPENOPENOPENOPENOPE

I non morti girano il remake della prima scena de Les Misérables, con Viserion al posto della nave e il Re Nasone che improvvisamente deve morire male ancora più di Ditocorto nel ruolo dell’Ispettore Javert. Il polaretto al gusto drago viene recuperato dal lago, e siccome gli estranei credono nel cuore delle carte, nella prossima puntata si giocheranno il Drago Bianco Occhi Blu in posizione di attacco.

Voto: 6 su 7 e ancora non è successa una mazza. Aspettiamo gli 81 minuti di recupero.

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.