Palla al centro

Amazon ha iniziato a dimostrare interesse per i videogiochi quando, qualche tempo fa, ha deciso di acquisire Twitch, la nota piattaforma nata proprio per lo streaming videoludico che ora il gigante di Bezos sta cercando di espandere anche verso altri lidi. Era un passo scontato, dato il patrimonio non indifferente dell’azienda, che iniziasse anche a sviluppare propri titoli. Breakaway è infatti uno di questi primi giochi, che è possibile provare gratuitamente in versione alpha grazie al proprio account Twitch. Alla Gamescom 2017 di Colonia siamo stati invitati assieme ad altri colleghi a provare il gioco in una stanzetta da otto postazioni. Abbiamo avuto modo di fare un po’ di partite, non abbastanza per poter provare a dovere tutti gli eroi disponibili, ma abbastanza per percepire quanto di buono stiano facendo gli sviluppatori.

Ma che cos’è Breakaway? Si tratta di un TPS sportivo 4vs4, in cui i giocatori si sfidano impersonando diversi eroi con skill peculiari, come va forte di questi tempi. Ogni eroe appartiene ad una delle tipiche classi, supporto, attacco e via discorrendo, e lo scopo del gioco è più orientato ad un approccio sportivo che all’uccisione di tutto quello che si muove. Ci sono anche blandi elementi tower defense, grazie alla capacità dei nostri di piazzare oggetti in difesa della nostra base; questo perché lo scopo ultimo del gioco è proprio di raccogliere una sfera, posizionata ad inizio match al centro della mappa, per portarla nella base avversaria. Quello di cui ci siamo accorti molto rapidamente è che far casino non serve. Abbattere i propri avversari è certamente una pratica utile, e può anche portare alla vittoria in caso si riescano a mandare tutti KO nello stesso momento (ovvero nella breve finestra di respawn). Quando un giocatore riesce a prendere per sé la sfera, cammina più lentamente ed è disarmato. È quindi importante comunicare la cosa ai propri compagni di squadra, ma è fondamentale anche che gli altri giocatori stiano sempre attenti a quanto accade loro intorno, pronti a proteggere un compagno in volata verso la base avversaria. Il primo team a portare a casa tre vittorie, in un modo o nell’altro, vince la partita. In caso di parità, al termine dei pochi minuti di durata di ogni match, questo va al team che ha la palla nella propria metà campo.

Sembra tutto molto semplice, ma spesso nel caos generale qualcuno è riuscito a sgattaiolare con la palla fino alla nostra base. Ciò è possibile anche perché le mappe sono decisamente di dimensioni ridotte, oltre che simmetriche in senso verticale. Cosa significa? Che tutto risulta molto molto frenetico, lasciando però poco spazio ad un approccio più ragionato. In fondo, data la lunghezza delle singole partite (breve, se non si considera eventuali ripetizioni fino a cinque volte per chiudere un match), si tratta probabilmente di una scelta piuttosto intelligente.

Alle meccaniche di gameplay qui esposte si somma una buona personalizzazione dei personaggi, per quel poco che abbiamo potuto vedere frugando nei menu. Personalizzazioni estetiche e relative alle armi da portare con sé, che potrebbero quindi avere un buon peso negli scontri e nel loro bilanciamento generale, di cui possiamo dirvi poco altro, dato che nel breve tempo a nostra disposizione non c’è stato modo di testarlo in maniera approfondita. La varietà di soluzioni a disposizione dei vari eroi ci è sembrata però abbastanza buona, anche all’interno della medesima classe.

Quello che proprio non colpisce di Breakaway è la direzione artistica. I personaggi sembrano poco ispirati, così come le due mappe da noi testate. Non perché qualcosa del gioco sia intrinsecamente brutto, ma semplicemente perché non ha carattere, sembra tutto piuttosto “preso in prestito” da altri giochi, a partire dall’impronta cartoon che, negli FPS/TPS online, ormai sta diventando un po’ abusata. I diversi personaggi rischiano di sembrare assemblati a partire da quelli di Overwatch, fosse anche solo per le scelte cromatiche.

Cosa dirvi, quindi, se non di provarlo con mano? Lo potete fare gratuitamente e tuffarvi rapidamente nella mischia. Il gioco non sembra richiedere neanche configurazioni hardware particolarmente avanzate, quindi non avete scuse. Perché questo primo lavoro di Amazon, nonostante presti il fianco a critiche sotto il versante artistico, ha certamente la possibilità di diventare un piacevole diversivo dagli sparatutto convenzionali, un po’ come fu Splatoon per Nintendo, anche se per motivi diversi (prendete il paragone con le pinze, in sede di anteprima).

Tutto dipenderà da come lavoreranno gli sviluppatori da qui sino al 2018, anno solare per cui è fissata la release finale del gioco. Quel che è certo, già da oggi, è che nella nostra mezz’ora di prova ci siamo divertiti.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.