Volutamente finto e patinato, Gunpowder Milkshake su Prime Video, con protagonista Karen Gillian, ha ben poco da offrire come dessert desiderato

Pur toltasi la pelle blu di Nebula, Karen Gillian rimane nei territori dell’action e lo fa su Amazon Prime. La sorellastra della Gamora di Guardiani della Galassia è un’abile combattente mossa da una sete di invidia e di sangue, quella che dovrà mutare affinché il personaggio diventi consapevole dei piani del “padre” Thanos e che hanno avvicinato sempre di più l’attrice al cast degli ambiti Avengers.

Anche la sua Sam è un’assassina niente male, nonché affetta da diversi complessi legati alla sua infanzia e famiglia, protagonista di quel Gunpowder Milkshake disponibile sulla piattaforma digitale Prime Video e che la vede come punta di diamante di un assetto tutto femminile e letale. 

La madre è infatti Lena Headey, le “zie” Carla Gugino, Michelle Yeoh e Angela Bassett e l’obiettivo della ragazza quello di proteggere la piccola Emily, interpretata da Chloe Coleman. Il mondo criminale in cui la protagonista viene inserita è descritto dal regista Navot Papushado e dallo sceneggiatore Ehud Lavski, dove è però più l’ambientazione a fare da vera struttura per il thriller d’azione in cui Gillian continua a mostrare al pubblico le sue doti da lottatrice, meno purtroppo quelle da interprete.

La causa non è da attribuire all’attrice conosciuta ai più anche per quella Amy Pond companion dell’undicesimo Dottore nella serie Doctor Who, bensì alla completa vuotezza che si cela dietro la curatissima messinscena di Papushado di cui diventano vittime anche le sue eroine.

Potrebbero interessarti anche:

Tanta finzione, poca sostanza

È un alone alla Baby Driver quello che si percepisce per l’intera costruzione del microcosmo di Gunpowder Milkshake. Violenti e freddi omicidi del tutto irrealistici, volutamente sopra le righe e sintonizzati su di una diversa frequenza intenzionata a dare al film una propria struttura. Al lavoro di Navot Papushado, però, manca quello che nel film di Edgar Wright è invece il cuore dell’intera operazione. Non si tratta solamente di aver escluso la musica semi-costante o le macchine pronte a inseguirsi e a sfrecciare – mentre il dinner è invece rimasto luogo primario per entrambe le pellicole.

In Gunpowder Milkshake è il ritmo a venir soppresso a favore di quella dimensione immaginaria che non può però sostenersi senza un’idea convincente di base, che dovrebbe far parte dell’intero racconto e non solo della sua mise en scène, la quale per quanto intrigante ed estetica è inefficace nel distrarre dall’evidente mancanza di grinta

La spiccata finzione degli ambienti, e la maniera con cui i personaggi si muovono in questi, dà sicuramente un tono marcato alla pellicola, il quale permette di contribuire alla delineazione di una personalità su cui il film vorrebbe sorreggersi, ma che non capisce essere insufficiente se costretto a portare il peso dell’intera produzione.

Le architetture del film non riescono a sopperire al bisogno di sostanza dietro alle alte facciate della sua biblioteca o al cielo tinteggiato di quel rosa che mette così l’accento sulla manipolazione della realtà dell’opera. E per quanto la percezione di trovarsi in un fumetto inesplorato, in un universo inesistente e sconosciuto riesca ad attirarci, nel corso del film è la sola presenza di tale facciata a rendere insofferente la visione. La patina curata diviene sterile, affidandosi troppo allo stile e dimenticando che quest’ultimo assume il proprio senso in virtù di una buona trovata, spesso primariamente narrativa. 

Un frullato difficile da ingoiare

Con un racconto sempre più latente Gunpowder Milkshake su Prime Video perde di fascinazione e altresì della credibilità che aveva cercato di ostentare attraverso la propria maschera, tenuta in alto fino all’ultimo, ma non per questo lodevole di alcun merito.

Una vuotezza abissale che attracca anche sulle protagoniste e su tutte le vicende di contorno, dove il decantare le proprie battute e il posare anziché spostarsi dei personaggi stucca irrimediabilmente lo spettatore, che nell’inganno della voluta finzione sarebbe anche potuto – e perché no, voluto – cascare, ma a cui il film non lascia altra possibilità.

Un po’ di iperviolenza, condita da una spruzzatina di apparenza aggraziata e una ciliegina di riappacificazione personale e genitoriale che dovrebbe aggiungere quel retrogusto di tenerezza alla portata principale. Un frullato per nulla dolce da ingoiare. Di quelli che ci si domanda come siano finiti nel menù.  

Gunpowder Milkshake è su Prime Video dal 28 luglio 2021.