Tra gli indie presenti a Gamescom 2019 abbiamo provato Haven, la nuova opera dei creatori di Furi che omaggia l’amore

Sono ancora tante le persone convinte che nei videogiochi si uccida e basta. Un’affermazione che a noi appassionati e addetti del settore lascia spesso l’amaro in bocca, perché sappiamo quante tematiche siano state reinterpretate dal videogioco e fatte proprie.

A tal proposito, durante Gamescom 2019, abbiamo messo le mani su Haven, sostanzialmente un inno videoludico all’amore, quello vero, che rende inscindibili due persone.
Si tratta della nuova creazione di The Game Bakers, il team francese con sede a Montpellier che ha dato i natali a Furi. Se quest’ultimo è noto al pubblico per il suo gameplay frenetico e concitato, Haven propone invece un’esperienza rilassante, volta a celebrare l’amore, per l’appunto.

Kay e Yu come tutti gli innamorati

Ci ritroviamo in un accogliente rifugio disperso in un pianeta, al cui interno vivono Kay e Yu, un ragazzo e una ragazza che consumano la quotidianità grazie alla loro relazione.
Bastano i primi istanti per comprenderlo: stiamo infatti preparando la cena, e i due si battibeccano sul menù scelto.
A seconda delle sequenze, interpretiamo a volte Kay a volte Yu, in modo tale da caratterizzare secondo la nostra soggettività il rapporto tra i due.

L’amore dunque è il fulcro su cui si fonda Haven, un’avventura con elementi GdR ambientata in un pianeta desolato e in pericolo.
Lo scopriamo quando abbandoniamo il nostro confortevole rifugio – dentro cui possiamo svolgere diverse azioni in compagnia del partner – per cercare risorse a noi necessarie e trovare un piano per sfuggire alla minaccia che sta stravolgendo il pianeta.

È proprio quando affrontiamo il mondo esterno che Haven omaggia l’amore, dato che la sincronia tra Kay e Yu è fondamentale.
Lo comprendiamo quando iniziamo a fluttuare sul manto erboso per esplorare e raccogliere materiali. I due innamorati si inseguono ondeggiando sul suolo fluorescente: scegliamo noi con chi condurre tale azione, in qualsiasi momento. Basta solo premere il tasto per passare dall’uno all’altra. Mentre svolazzano per il pianeta, capita di vederli stringersi per mano o scambiarsi battute e riflessioni.

Tutto questo rende chiaro uno degli obiettivi di Haven: rilassare noi giocatori attraverso un comparto stilistico che stuzzica la nostra vista con colori vividi e forme morbide da manga, e una leggiadria dei movimenti che rimanda all’operato di thatgamecompany con Flowers e Journey.

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C’è qualcos’altro oltre l’amore?

All’inizio di questo articolo abbiamo parlato di Haven come un’avventura GdR. Tale componente è evidente nel combattimento.
Durante il nostro girovagare ci siamo imbattuti in alcuni nemici – e persino contro un boss -, presenti sulla mappa.
Qui davvero la sincronia è basilare: per attaccare i nemici e difendersi dai loro assalti, è necessario premere contemporaneamente due tasti (uno tra i direzionali e uno tra quelli azione) per poi rilasciarli col giusto tempismo per portare a termine l’azione.

Non è stato semplice all’inizio prendere padronanza, anche perché pur essendo fondamentalmente a turni, lo scontro non presenta alcuna “barra ATB” né uno schema a là Final Fantasy X. Di conseguenza prendere il giusto ritmo per difendersi e attaccare non è proprio immediato.
Ad ogni modo, una volta portati allo stremo ai nemici, dobbiamo purificarli dalla loro maledizione per farli tornare le pacifiche creature di un tempo.
Come dicevamo prima, nei videogiochi non si uccide e basta.

Nel caso in cui uno tra Kay e Yu venga messo K.O., dobbiamo premere i tasti dentro un piccolo riquadro in movimento per riportarlo in salute.
Un’azione non del tutto semplice, dunque conviene gestire il combattimento attraverso la giusta sinergia di attacco e difesa tra i due innamorati, anche basandoci sulla luce emanata dai nostri stivali per comprendere lo stato attuale di salute.

Lo ripetiamo, tutte queste azioni non sono del tutto immediate perché non abbiamo alcun elemento che ci consenta di capire chiaramente il ritmo del combattimento e le abilità dei protagonisti.
Durante la nostra prova, la producer di The Game Bakers ha affermato che esiste un menù con statistiche e categorie specifiche, cosa che in effetti ci ha mostrato rapidamente alla fine dell’appuntamento.

Lo scontro comunque non è sempre obbligatorio, dato che possiamo sfuggire ai nemici che ci inseguono. Anzi, a volte evitare il combattimento può essere utile quando la nostra salute è bassa, la quale, a differenza dello scudo, non si rigenera dopo una vittoria.

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C’è ancora da scoprire in Haven

Ad ogni modo, tutto quello che vi abbiamo detto sinora può essere compiuto in singolo oppure in co-op. Noi abbiamo testato il titolo in single-player, ma siamo certi che in compagnia di un amico o, ancora meglio, del partner, Haven sprigioni tutta la sua essenza: in quel caso i giocatori devono agire davvero all’unisono.

Al netto delle perplessità derivate dalla natura GdR poco chiara e ancora da scoprire, Haven ci ha colpiti positivamente per il suo modo di rappresentare l’amore, fatto di ironia, dolcezza e calore. Ciò acquisisce valore grazie a un comparto stilistico che ricorda Furi per i colori accesi, e i manga per quel riguarda il design dei personaggi.

Attendiamo dunque con curiosità il 2020 per vedere approdare il titolo su PC e console.

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!