Su Netflix arriva Hellbound, una nuova serie TV coreana

La Corea continua a sfornare prodotti intriganti e questa volta lo fa guardando al mondo del mistico e del sovrannaturale. Hellbound è la nuova serie Netflix che non segue le orme della sorella Squid Game diventata di fama mondiale, ma che di certo aspira a poter ricevere il medesimo accoglimento da parte del pubblico, nonché la stessa risonanza.

Gli universi di Hellbound e Squid Game sono però chilometri distanti, lì dove al gioco seriale alla Takeshi’s Castle omicida viene sostituito un trattato religioso e metafisico ideato dal regista del già cult Train to Busan e del suo sequel Peninsula, aggiungendo alla componente religiosa un intero immaginario horror.

Sang-ho Yeon, insieme al collaboratore Kyu-Seok Choi, firma la prima stagione composta da sei puntate della serie sulla piattaforma digitale, narrazione che nel voler cercare un riscontro divino finisce per sprofondare direttamente nelle fiamme dell’inferno. È proprio questo luogo di sofferenza eterna che viene infatti promesso a coloro che, all’interno del racconto Netflix, verranno raggiunti da una profezia che diventa immediatamente una sentenza di morte senza possibilità alcuna di salvarsi.

Non solamente la data e l’ora della propria dipartita, ma l’arrivo di custodi degli inferi pronti a provocare nel malcapitato il dolore più intenso che abbia mai provato. Una tortura sanguinolenta afflitta prima di spedirlo nel cuore di un luogo dove il supplizio verrà reiterato per sempre, unico posto in cui poter espirare i propri peccati.

Come gli uomini costruiscono i miti e la religione

Pur nel suo presentare fin dai primi fotogrammi della serie l’arrivo sulla terra di questi esseri enormi, nebbiosi e dotati di abilità soprannaturali, quella che si comprende essere la particolarità di Hellbound dall’inizio è l’incredibile presa di coscienza che il prodotto vuole avanzare sul nostro bisogno umano di trovare spiegazioni e, se non ci piacciono, di doverle stravolgere.

Ed è esattamente su questa linea che si sviluppa l’intero tessuto riflessivo della serie coreana, che più si spinge in là nella ricerca di trovare un significato a ciò che di misterioso accade nella vita, più tenta di renderlo anonimo e circoscrivibile all’interno di logiche e gabbie di pensiero imposte per etichettare e controllare le persone.

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Specchio di religioni che usano le proprie dottrine per inculcare la propria ideologia all’interno della mente delle persone. Ma al contempo anche riferimento primo alla costruzione dei miti da parte degli uomini, nati come sostegno per le persone che cercavano di trovare un senso in quei fenomeni per loro incomprensibili, poiché troppo grandi e destinati perciò ad essere circoscritti all’interno delle loro storie. Un intento narrativo limpidissimo quello di Hellbound, che riporta quella paura dell’ignoto che negli esseri umani può trovare le declinazioni più deplorevoli, come il volerle sfruttare per rendere la paura strumento di coercizione toccando i livelli di una fede fanatica e letale.

Hellbound ci spiega come ci sentiamo impotenti di fronte a quello che non conosciamo

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In grado di controbilanciare il genere dell’orrore con un più dilatato racconto investigativo, Hellbound indaga non solo sull’immagine di Dio e sulle punizioni che potrebbe lanciare, bensì concentra la propria tesi su quanto siano le persone ad avere bisogno di santi e peccatori da poter così additare.

Quel trovare giustificazioni per accusare gli altri e per esercitare un controllo che da sempre viene recriminato proprio alla religione, nella serie va mescolandosi con il confine sottile del diventare una setta, utilizzando con intelligenza l’aspetto mediale e tecnologico che ad oggi contribuisce alla diffusione delle notizie e all’aspetto comunicativo che hanno la capacità di esercitare. 

Una serie di sole sei puntate che, però, nonostante quello che sembra un breve tempo riesce perfettamente e con grande trasporto a estendere il proprio racconto, mostrando le conseguenze della fondazione e dell’espansione di un credo infernale che Hellbound delinea con precisione e lungimiranza. Il bisogno di avere fede in qualcosa e di utilizzare quello stesso abbaglio per potersi dare conforto e, insieme, raggirare gli altri. La sensazione di nullità che sentiamo di fronte a ciò a cui non riusciamo a dare una motivazione e che manda completamente in panne la nostra stessa ragione, conducendoci così anche agli atti più ciechi e scabrosi.

Hellbound è su Netflix.