L’eredità di Game of Thrones: le parole dello showrunner di House of the Dragon

Con la data lancio ancora distante lo showrunner di House of the Dragon ha rilasciato un’intervista per parlare della serie spin-off di Game of Thrones.

Ryan Condal ha voluto raccontare proprio quale sia il rapporto tra il suo show e i romanzi, parlando dell’eredità che la nuova serie ha ricevuto dai libri che hanno ispirato l’ormai iconico show fantasy di HBO.

Il primo pensiero di Condal è stato quello di cercare di rispettare al massimo il materiale originale, i libri di George R.R. Martin.

“Trovai questi romanzi vent’anni fa. Quando mi sono laureato al college il Signore degli Anelli stava uscendo al cinema ed ero alla disperata ricerca di buoni libri fantasy. Ricordo di aver preso in mano Il Trono di Spade, il primo libro della serie,  di averlo letto e di essermi innamorarato profondamente dell’opera. Era il libro che amavo di più, dai tempi di Tolkien, e da allora ho avuto questa affinità con i romanzi”.

house of the dragon

Un’affinità che è proseguita in seguito, quando l’autore ha iniziato a lavorare per la televisione. Nel momento in cui Martin è entrato nel mondo delle serie televisive, Condal ha cercato in ogni modo di entrare in contatto con lui, riuscendoci.

“Ero là fuori e praticamente ho detto ai miei agenti ‘ehi, potete organizzarmi una cena con lui?’. Lo hanno fatto, lui ha accettato l’offerta ed era interessato a incontrarmi, siamo usciti e abbiamo cenato e siamo diventati amici. Da allora ci siamo tenuti in contatto. Ero emozionato a pensare che qualcuno come George Martin sapesse chi ero ed fosse interessato a me e alla mia carriera. Siamo rimasti in contatto nel corso degli anni e lui sapeva quanto amassi i suoi libri”.

Lo step successivo, quello che ha portato Condal a diventare lo showrunner di House of the Dragon, ci appare naturale.

(fonte. WinterIsComing)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.