Volete regalare un gunpla? Ecco i Mobile Suit più belli da regalare per Natale

Era il lontano 2019 quando il Gundam gigante di Odaiba – se non sapete dov’è, vale la pena dare un’occhiata alla nostra guida del Giappone per otaku – si accese a festa per celebrare il 40esimo anniversario dalla sua nascita, facendo commuovere i fan di tutte le età. Un anno abbondante è trascorso da quel giorno e il 2020 è riuscito a deluderci ancora, lasciandoci a bocca asciutta di nuovi lungometraggi e serie, anche se quantomeno la distribuzione italiana avrà il tempo di mettersi in pari con l’ultimo capitolo di Origin.

Ma se il comparto animazione del franchise sembra essersi preso una pausa, altrettanto non si può dire di quello modellismo: la fabbrica dei sogni di Naganuma (prefettura di Shizuoka), il Bandai Hobby Center, continua infatti a spedire in tutto il mondo i suoi inconfondibili model kit, così da alleviare la noia dei poveri quarantenati. E siccome anche l’inverno è alle porte, abbiamo pensato di proporvi una personalissima lista dei gunpla più belli, cercando di mantenere un certo equilibrio tra Gundam e Zaku, nel segno dell’imparzialità (lunga vita a Zeon).

Per chi non si fosse mai cimentato nell’assemblaggio di gunpla (crasi di “Gundam” e “plastic model”), introduciamo qualche nozione preliminare onde evitare brutte sorprese. Tutto quello che vi serve per dare forma al modellino è un tronchesino con cui liberare i singoli pezzi dalla loro griglia: infatti, l’intero montaggio è a incastro. Ci saranno dei passaggi in cui sbagliare non sarà consentito, ma con un minimo di manualità tutto andrà per il verso giusto. Una nota dolente è talvolta il prezzo, che normalmente parte dalla ventina di euro per i modelli base fino alle cifre esorbitanti di quelli in scala massima.

Memori del fatto che il costo non è proporzionale al divertimento né, tantomeno, all’estetica, nell’elenco che segue troverete gunpla appartenenti a diverse fasce di prezzo. Il consiglio è di cominciare comunque da un kit HG (High Grade) da 150 pezzi, lasciando perdere quelli per principianti da 50 pezzi che di sicuro non vorreste mai mettere in mostra sulla vostra libreria (sembrano una via di mezzo tra un amiibo e un brutto funko pop).

 

1. YMS-08B Dom Test Type (HG)

Fa la sua comparsa sugli scaffali nel 2016, poco dopo l’uscita del secondo capitolo The Origin II – Artesia’s Sorrow. Filo conduttore dei sei lungometraggi che compongono l’arco narrativo è il disvelamento delle “origini” della Cometa Rossa Char Aznable, così come di gran parte dell’iconico arsenale di Zeon comparso nella prima serie anime del 1979.

Questo Test Type è appunto il prototipo del più noto MS-09B Dom, il modello da combattimento terrestre sviluppato dalla Zimmad e assegnato da Kycilia Zabi ai Kuroi sanrensei (“Gruppo delle tre stelle nere”).

Tratto distintivo di questo primissimo Dom, destinato ancora al combattimento spaziale, è la presenza di un grosso cannone laser con generatore che, a causa della scarsa manovrabilità, non sarebbe stato successivamente implementato nell’equipaggiamento della versione definitiva.

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2. RX-0 Unicorn Gundam 03 Phenex  [Gold Coating] (HG)

Oggetto del desiderio del lungometraggio stand alone Mobile Suit Gundam Narrative (2018), questa variante dorata aggiungerà il giusto grado di tamarraggine alla vostra collezione di gunpla.

Ambientato un anno dopo gli eventi di Mobile Suit Gundam Unicorn (2010-2014), con la dissoluzione dell’ultima sacca di resistenza capeggiata da Full Frontal e la scoperta del contenuto della Scatola di Laplace (no spoiler), il film racconta la corsa contro il tempo della Federazione per accaparrarsi un Mobile Suit – il nostro modellino – dotato di tecnologia Psychoframe, in grado di reggere con il confronto con avversari Newtype.

Pezzo forte del suo arsenale è appunto lo NT-D System, che permette di intercettare i segnali cerebrali dei Newtype e di manipolarne l’armamentario. Non ha innesti o fucili vistosi, ma l’estetica degli scudi con fruste e gli inserti in blu zaffiro gli valgono la nomination.

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3. Gundam Gusion (HG)

Appartiene alla timeline alternativa PD (Post Disaster), e più precisamente agli eventi di Mobile Suit Gundam IRON-BLOODED ORPHANS (2015-2017), ovvero circa 300 anni dopo la Calamity War che aveva portato la Terra e le altre colonie sull’orlo dell’estinzione nel tentativo di impossessarsi dei Reattori Ahab – utilizzati per la propulsione dei Mobile Suit.

Pilotato dal pirata Kudal Cadel appartenente alla fazione mercenaria Brewers, i cui componenti si distinguono per l’utilizzo di armi da mischia piuttosto che da fuoco, il Gusion è un modello di epoca bellica pesantemente corazzato, che paga la sua manovrabilità con un consumo esorbitante di energia – da cui il ridotto tempo di autonomia. Dalla forma schiacciata e leggermente più “in carne” rispetto ai suoi coetanei, può ricordare in alcuni tratti il GH-001RB Grimoire Red Beret di Gundam Build Divers (2018-2019), ma il suo assetto da guerra è decisamente più minaccioso.

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4. XM-07 Vigna Ghina (RE/100)

Mobile Suit personale di Cecilia Fairchild, la controversa eroina di Mobile Suit Gundam F91 (1991). Ambientato nell’anno 0123 UC, a trent’anni dall’ultimo tentativo di Zeon di mettere in discussione la leadership della Federazione Terrestre, il film narra la nuova minaccia rappresentata dalla Crossbone Vanguard, un’organizzazione militare per l’indipendenza delle colonie capitanata, guarda caso, dal nonno della ragazza.

Particolarità di questo prototipo sono i caratteristici effusori “ad ala di farfalla” e lo scudo laser, che lo rendono un degno avversario del Gundam Formula 91 pilotato da Seabook Arno, fidanzato nonché, per un certo periodo, avversario di Cecilia. Il gunpla appartiene alla linea Reborn/One Hundred, ideata per riprodurre lo stesso grado di dettaglio dei Master Grade (MG) ovviando alla complessità del telaio interno, che rende il montaggio più semplice. Anche se meno conosciuto, lo XM-07 Vigna Ghina è un pezzo da intenditori, e sfoggia sulla cabina di pilotaggio l’emblema della spesso dimenticata Crossbone Vanguard.

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5. MSN-04 Sazabi (RG)

Iniziamo a sfoderare l’artiglieria pesante con questo Real Grade, la linea di gunpla con le articolazioni più mobili, pensata per consentire alla vostra creatura pose a prova di servizio fotografico. Il valore simbolico per gli appassionati sarebbe già di per sé sufficiente a motivare l’acquisto non proprio esiguo: trattasi infatti del Mobile Suit utilizzato ne Il contrattacco di Char (1988) dall’omonimo condottiero, costruito su commissione dalla Anaheim Electronics.

Primo lungometraggio originale del franchise a vedere il buio delle sale, è ambientato nell’anno 0093 UC – quattordici anni dopo la Guerra di Un Anno – e culmina con lo scontro finale tra Char, tornato alla guida della rediviva Neo Zeon, e il paladino della Federazione Terrestre, Amuro Ray. Progettato per rispondere alle esigenze di manovrabilità della Cometa Rossa, è costruito con materiali più leggeri ed è il primo Mobile Suit a implementare la tecnologia Psycommu, che consente ai Newtype – gli esseri umani 2.0, dotati di percezione spaziale e riflessi straordinari – di attivare le armi da fuoco con la sola forza del pensiero.

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6. Gundam Astray Red Frame (RG) 

Non gode di grande fama questo Mobile Suit, apparso in uno degli innumerevoli spin-off di Mobile Suit Gundam SEED (2002-2003), per l’esattezza nel manga Gundam SEED Astray, pubblicato in contemporanea con la serie. Il calendario di SEED è quello della Cosmic Era (CE), altra linea temporale che presenta diversi punti di contatto – tra cui quello di partenza – con lo UC.

Il pilota del nostro modello, Lowe Guele, si trova preso tra due fuochi e, in quanto esponente di una organizzazione no-profit che salva il salvabile dai campi di battaglia, dovrà spesso difendersi sia dai lealisti della Federazione Terrestre che dagli indipendentisti di turno: il suo Red Frame è perciò equipaggiato per il combattimento terrestre e brandisce una fascinosa – anche se non sempre pratica – katana. Il gunpla è provvisto anche del fodero, e le pose che si possono ottenere sono da vero spadaccino samurai.

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7. FA-78 Full Armor Gundam – Thunderbolt Ver. Ka (MG) (link)

A proposito di artiglieria pesante… Qui saliamo di categoria, sia per quanto riguarda la scala (1:100 contro 1:144) e il numero di pezzi (saliamo a 260) che, ahinoi, per il prezzo – si parte dai 90 euro circa. È il prototipo assegnato a Io Fleming, protagonista dell’ONA Mobile Suit Gundam Thunderbolt (2015-2017), arrivato anche in Italia nelle sue riduzioni cinematografiche December Sky e Bandit Flower.

Ambientata in piena Guerra di Un Anno (0079 UC), la serie narra nel dettaglio una battaglia dimenticata, quella tra gli ex coloni di Moore, ormai distrutta, e i cecchini dell’unità Living Dead di Zeon, posti a presidio del settore noto come “Thunderbolt” per le frequenti scariche elettriche. Quest’ultima divisione è composta esclusivamente da veterani rimasti mutilati in battaglia, che a causa della scarsa mobilità si sono convertiti in cecchini, capitanati dal carismatico Daryl Lorenz, controparte ideale del suo nemico giurato.

Rispetto ad altri modelli, lo FA-78 presenta un assetto prevalentemente difensivo – fino a 4 scudi più una protezione posteriore –, pensato per proteggersi dai detriti vaganti e dal fuoco incrociato dei tiratori scelti, combinato con armi pesanti efficaci sulla lunga distanza. Uno dei Mobile Suit meno “mobili”, ma data l’imponenza fa la sua bella figura.

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8. Gundam Double X (MG)

La macchina da guerra di Garrod Ran, protagonista della serie After War Gundam X (1996), ambientata nella timeline alternativa AF, in cui il conflitto noto come Settima Guerra Spaziale ha posto fine al sogno di terraformare lo spazio: nell’ultima fase delle ostilità, l’Esercito Spaziale Rivoluzionario (SRA) ha infatti utilizzato le sue stesse colonie come kamikaze per colpire le basi delle Nazioni Unite Terrestri (UNE).

Il Double X altro non è che l’evoluzione dei Mobile Suit dotati di armi satellitari, utilizzati durante la guerra per intercettare i colony drop: i quattro pannelli posteriori, che a una prima occhiata potrebbero sembrare dei dispositivi per il movimento, sono in realtà i collettori del suo Satellite System, che convogliano l’energia necessaria al fuoco del Twin Satellite Cannon. Parlando del gunpla, si raccomanda di montare questi cannoni solo se si decide di utilizzare il supporto del piedistallo: trattandosi di un Master Grade, infatti, le dimensioni sono maggiori e la stabilità non è al cento per cento.

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9. Wing Gundam Zero Custom – Endless Waltz Ver. (PG)

Cosa c’è di più perfetto di un Perfect Grade con ali d’angelo? Dopo aver montato in religioso silenzio i più di 500 pezzi, vi ritroverete tra le mani un gigante in scala 1:60 in grado di suscitare timore reverenziale nei vostri ospiti, così come sarà successo a voi guardando Mobile Suit Gundam Wing Endless Waltz (1997), l’OAV in tre parti – l’anno dopo cucite assieme per il grande schermo, con qualche minuto extra – che chiude la serie principale conclusasi nel 1996.

Proprio quando la pace sembra assicurata e i Mobile Suit sono in viaggio verso il sole per essere ridotti in poltiglia, la ribellione “a sorpresa” del villain di turno – tale Dekim Barton, la cui presenza è limitata all’OAV – costringerà i nostri eroi a fare dietrofront e imbracciare le armi. Cugino dello OZ-00MS Tallgeese e costruito utilizzando il pionieristico materiale noto come “Gundanium” (viva la fantasia), il Wing Gundam Zero Custom è dotato di un Twin Bustle Rifle e può trasformarsi in un caccia iper-futuristico con la sua Neo-Bird Mode. Il gunpla PG purtroppo non mantiene quest’ultima caratteristica, ma se volete assolutamente la versione 2 in 1 vi basta prendere il Master Grade.

Potete acquistare il Gundam Zero Custom qui

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10. RX-0 Unicorn (PG)

Torniamo a MSG Unicorn e a quel bel giorno del 2019 a Odaiba. Questo gunpla è appunto il fratello minore del bestione bianco e rosso che un anno fa illuminò il quarantenario, e benché di dimensioni più esigue presenta le stesse caratteristiche.

Ma a che pro avere un altro RX-0, direte voi? Come potrete vedere, il design introdotto da Narrative è radicalmente diverso da quello della serie originale, e non presenta componenti illuminate nonostante lo sfarzo delle placche dorate. Il nostro PG invece, con apposito set di led da acquistare a parte, può essere illuminato lungo le venature del Psychoframe se messo in modalità Destroy: questo modellino è infatti 2 in 1, e può essere esposto nell’elegante modalità Unicorn full-white. Per i palati più raffinati.

Potete acquistare lo Unicorn PG qui

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