Esercito Imperiale VS Astra Militarum

Oggi vi proponiamo uno degli scontri ipotetici più massivi e cruenti immaginabili. Due eserciti numerosi, ben addestrati e ben equipaggiati. Due eserciti che servono per difendere ed espandere un impero che si estende in maniera incredibile nello spazio conosciuto dei rispettivi universi di origine. Ogni soldato di questi schieramenti venera un Imperatore. Chi un Sith che ha preso il potere, chi un corpo di un essere praticamente onnipotente tenuto in vita dal Trono D’Oro. Enormi macchinari di morte, colpi di laser e blaster, disperati assalti, decine di morti per ogni metro conquistato. Siete pronti per uno dei più grandi scontri militari di sempre, tra l’Impero Galattico dell’universo (non serve neanche dirlo) di Star Wars e l’Imperium di quello di Warhammer 40,000?

Cercheremo di analizzare ogni aspetto di questo bellico What If e, tratte le più plausibili conclusioni possibili, decretarne lo stoico vincitore.

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“Mio signore, come da sua richiesta è stata analizzata la frattura spazio temporale nel settore QW-111. Le sonde sono riuscite a passarla indenni, hanno riportato un’enorme quantità di dati. Ma…”

Il Gran Moff Risusk si girò tetro e osservò il suo sottoposto.

“Ma… Solo una ha fatto ritorno. Sono state distrutte. Hanno inviato segnali di civilizzazione e di utilizzo di armi ad energia mio signore.”

Risusk sorrise mentre si girò nuovamente ad osservare lo spazio profondo. Fener ultimamente l’aveva fin troppo screditato e messo in disparte. Avrebbe dimostrato all’Imperatore che era ancora degno della sua fiducia. Conquistando una porzione di una nuova galassia sconosciuta, sarebbe divenuto il membro militare più famoso dell’Impero. Certamente nulla si sarebbe potuto opporre all’enorme armata che aveva preparato. Aveva convogliato gran parte delle sue risorse in forze militari. E ora, come presumeva e sperava, poteva impiegarle per conquistare. Lo spazio profondo, dall’altra parte della paratia trasparente rinforzata, lo fissava con distacco.

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Armature e protezioni delle truppe

Lo stormtrooper di qualsiasi genere possiede un’armatura veramente ottima. Contiene sistemi di comunicazione e di preservamento delle condizioni vitali (come respiratori, isolanti termici, etc.) per mantenere il soldato in condizioni ottimali per combattere. Inoltre nel suo casco ha un visore che lo aiuta sul campo di battaglia. La sua armatura è inoltre progettata per ridurre drasticamente i danni sofferti da armi blaster o laser di piccolo calibro, tuttavia la sua utilità è scarsa contro tutto ciò che è superiore ad un piccolo blaster o un fucile laser.

Il Fante dell’Astra Militarum invece vanta un equipaggiamento più scarso. La sua armatura anti-schegge offre una buona protezione contro le armi da fuoco di piccolo calibro e di armi ad energia di bassa potenza, ma non è completa come quella dello Stormtrooper. Infatti il fante è protetto solo da elmetto (non un casco), corpetto, spallacci e gambali. Una differenza abissale dall’avere un’armatura completa con sistemi integrati. Alcuni membri di reparti specializzati dell’Esercito Imperiale hanno versioni migliori delle armature base, altri hanno armature più pesanti ma che sacrificano la mobilità. Per la Guardia Imperiale invece, la loro metodologia di distribuzione delle risorse è piuttosto rigida, anche se può variare l’equipaggiamento in base a dove il Reggimento ha visto la sua nascita. Unica eccezione sono i veterani della Guardia Imperiale. Gente che ha visto anni e anni di guerre. In loro è comune trovare differenti pezzi di equipaggiamento, comprese le armature.

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Il Maggiore Rourke guardò con preoccupazione il cielo togliendosi l’elmetto. Quando era sereno, dalla superficie di Furrik V, si poteva vedere l’enorme squarcio warp che si era aperto nello spazio. Un’enorme ferita cremisi con riflessi bluastri che si stagliava all’orizzonte. Ruorke aveva prestato servizio per ben 17 anni nella Guardia Imperiale, combatteva da quando aveva 16 anni, da quando partì da Cadia. E in tutti quegli anni, sapeva che uno squarcio del genere non poteva portare bene. Nossignore. Era passata una settimana e ancora niente era successo. A parte quelle sonde… Tecnologia molto avanzata. Meccanica. Nulla che avesse mai visto. Fortunatamente il Governatore del Settore ascoltò lui e gli altri comandanti e inviò subito una richiesta di soccorso. Certo, se non fosse uscito nulla dallo squarcio, avrebbe ricevuto diversa merda in testa dai piani alti, per aver attirato forze inutili. Ma Rourke si fidava del suo istinto, e qualcosa… qualcosa sarebbe uscito da quella frattura nello spaziotempo. E calcolando i tempi di risposta del Munitorium e dell’Imperium in generale, era meglio chiedere aiuto prima che un eventuale nemico si palesasse. E sperare di essere ancora vivi per quando i rinforzi sarebbero arrivati. Già… ancora vivi. A 33 anni aveva visto una caterva di orrori. Guerre fratricide, guerre contro macchine assassine, guerre contro mostri biologici. Pensava di avercela fatta. Quando era stato assegnato come graduato alle Forze di Difesa Planetaria di quel mondo tranquillo e sperduto, aveva pensato che la sua guerra fosse finita. Errava. Si rimise l’elmetto e tornò a supervisionare i lavori per il rafforzamento delle difese.

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Armi e accessori

Il proprio fucile è ciò che un soldato impara ad amare e ad apprezzare, e ciò che generalmente gli salva la vita in battaglia. La maggior parte degli Stormtrooper è armata con il celebre E-11, fucile blaster compatto e affidabile. Con batterie che possono spaziare dai 100 fino ai 500 colpi in caso di alimentazione al plasma. Questa corta arma prodotta dalle BlasTech Industries è leggera e valida sia come arma d’assalto che da fuoco continuato. L’E-11 si dimostra perfetto come arma da fianco durante gli assalti rapidi, sia come arma da spalla per un tiro preciso nella media distanza. Un fucile davvero notevole, che fa della sua versatilità e del suo rateo di fuoco le sue armi principali. Spesso è presente un’ottica di precisione e gli Stortrooper sono soliti portare decine di caricatori nella cintura in vita. La canna è ottimizzata per sopportare un fuoco continuato senza incorrere in un potenziale surriscaldamento. Ottimo potere d’arresto e una blanda penetrazione permettono a questo fucile di essere un vero signore del campo di battaglia. I danni inflitti su un nemico umanoide sono tremendi, basta infatti un colpo per neutralizzare la maggior parte delle minacce. Per quanto riguarda le altre armi, nell’Arsenale dell’Impero si trova la famigerata DLT-19, una mitragliatrice blaster pesante in grado di scatenare un torrenziale fuoco di grossi dardi blaster, e il DLT-20, fucile d’assalto blaster più lungo e preciso rispetto dell’E-11. Gli Stortrooper sono anche soventemente equipaggiati con dei piccoli detonatori termici, che provocano un’esplosione del raggio di circa 5 metri, adatta sia per aggredire la fanteria che i veicoli grazie all’energia scaturita dall’esplosione. La maggior parte degli Stormtrooper non porta armi da corpo a corpo, trovandosi a dover ricorrere al calcio del proprio fucile o ad una vera e propria rissa a mani nude, ma ci sono tuttavia soldati imperiali specializzati che portano con sé scudi e armi da mischia ravvicinata. Non mancano nei ranghi dell’Impero anche lanciafiamme, lanciagranate e lanciamissili, ognuna affidata ad un soldato specializzato in quell’ambito.

Per quanto riguarda la Guardia Imperiale l’arma base è l’arcinoto Fucile Laser, conosciuto come Lasgun. Questo fucile laser dal concept estetico e tecnico a metà tra fucile d’assalto e carabina di precisione è poco costoso, affidabile e di facile produzione. Le celle energetiche possono essere cambiate in pochi istanti da un soldato addestrato e si possono ricaricare con degli appositi caricabatterie, o in casi di emergenza esporli a forti fonti di calore, nonostante questo diminuisca la vita della batteria. Una Guardia Imperiale porta con sé almeno 4 o 5 caricatori extra, anche se i Veterani sono soliti riempirsi di munizioni quando possibile. Del Lasgun sono state create innumerevoli versioni, la più famosa è forse l’M36 Kantrael Pattern, reso noto dai Reggimenti Cadiani e dai loro “discendenti”. Il fucile laser si dimostra alquanto preciso, ha una buona cadenza di fuoco, ma difetta di potere d’arresto e penetrazione, inoltre la sua tecnologia laser a volte impedisce che il bersaglio muoia dissanguato in caso di alcune ferite “superficiali”. Tuttavia, la sua facilità di produzione e affidabilità e il fatto che una salva di questi fucili sia in grado di abbattere anche il nemico più ostico lo rende l’arma ideale per la Guardia Imperiale. Il fante porta sempre con sé la sua baionetta, e in alcuni casi uno o più coltelli (sopratutto i Veterani), e ha spesso almeno due o tre granate a frammentazione. I graduati dell’Astra Militarum sono dotati della spada a catena d’ordinanza, temibile strumento di morte dalla forma di spada, con i denti di una motosega. Abbondano anche armi potenziate di ogni genere: dal semplice mortaio con proiettili a frammentazione, al devastante cannone laser, al sempre tattico lanciamissili o fino al mortale Requiem Pesante, vero signore del fuoco anti-fanteria. Le squadre specialistiche e di genieri possono avere lanciafiamme, lanciagranate, fucili plasma o fucili termici.

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Rourke strinse i denti quando un’esplosione vicino a lui gli fece piovere addosso detriti e fango. Prono sulle gambe, imprecò. Non si aspettava una tale potenza. Le forze di difesa plenetarie del sistema erano state travolte in meno di una settimana. Quella forza ostile aveva velocemente conquistato gli altri quattro pianeti. E ora, tutti i continenti del pianeta erano caduti. Erano rapidi, spietati ed efficienti. Ma in fondo chi se ne fregava degli altri pianeti, due mondi agricoli, uno minerario e un pianeta formicaio. Era quello su cui poggiava i piedi che era importante. Se Furrik V fosse caduto, la forza fuoriuscita dal buco Warp avrebbe avuto una testa di ponte per un assalto maggiore o le risorse per trincerarsi in attesa di rinforzi. Il campo di battaglia era una cacofonia di urla e spari. Rourke e qualche migliaia di uomini delle forze di difesa planetarie erano tutto ciò che rimaneva a Furrik V e alla sua popolazione. Si sporse oltre le macerie del suo bunker di comando, dinnanzi a lui centinaia di soldati dalle armature bianche stavano avanzando da ogni direzione. La loro artiglieria era stata eliminata velocemente da decine di caccia da attacco al suolo. Un gruppetto di assaltatori imperiali valicò la trincea. Prese la mira e sparò con la sua pistola requiem. Il rombo dei proiettili gli diede forza. I primi due proiettili andarono a segno. I calibro 75 esplosivi penetrarono le bianche armature spappolando le casse toraciche dei due bersagli. Il terzo però fu mancato di poco, complice l’occhio sinistro dal quale non vedeva più da quando una scheggia gliel’aveva danneggiato. Lo stormtrooper sopravvissuto reagì inondando la posizione di Rourke di colpi blaster. Il Maggiore si buttò indietro finendo sulla schiena, e mentre si rialzava il nemico saltò dentro al bunker. Lo Stormtrooper notò Rourke con qualche istante di ritardo. Il temprato veterano della Guardia Imperiale gli fu addosso prima che il soldato dell’Impero potesse sparare. Il tetro rombo della spada a catena si propagò dentro l’angusto bunker. Il primo fendente colpì il fucile blaster E-11. Scintille e poi arma rotta. Lo stormtrooper indietreggiò, ma Rourke non gli concesse tempo. Il secondo fendente colpì alla base del collo con un arco diagonale. Lo Stormtrooper urlò il suo dolore ad un universo non curante. La sua agonia non durò molto, i denti di adamantio della spada a catena divorarono in un men che non si dica armatura e carne del soldato, raggiungendo gli organi della cassa toracica, tritandoli. L’istinto di Rourke, quello che l’aveva salvato una volta da un Lictor, gli consigliò di guardare nella direzione del corridoio di collegamento. Stavano arrivando altri nemici. Sparò con la pistola Requiem alla cieca nel buio cunicolo, ricevendo in risposta una precisa salva di blaster. La maggior parte dei colpi nemici impattò sul cadavere del loro compagno, ancora quasi attaccato al Maggiore, ma uno lo centrò in piena spalla. Cadde indietro, e il cadavere maciullato sopra di lui. Istintivamente scaricò tutto il caricatore nella direzione della porta, mentre, cercando di ignorare il dolore sganciò una granata dalla cintura e la gettò in quella direzione. Era un mondo di dolore, di disperazione. Si trascinò fino al cadavere del suo operatore vox. Prese il microfono del sistema di comunicazione e contattò la centrale energetica. Diede l’ordine di sovraccaricare i reattori plasma. Se l’Imperium non avesse potuto mantenere il controllo della città, nessun altro avrebbe potuto. Mentre comunicava il codice, raccomandava l’anima all’Imperatore e chiedeva perdono per quel miliardo di vite innocenti che l’esplosione avrebbe mietuto. Una voce solenne rispose al suo ordine.

“Tenga duro Rourke. Il 2456° Gruppo d’Armata Victoria Imperialis è arrivato.” Rourke si limitò ad un “Sissignore”. Si distese in mezzo alle macerie guardando il cielo. Era l’apocalisse. Le enormi navi delle due Marine Imperiali duellavano poco al di fuori dell’orbita, quelle dell’Imperium stavano coprendo la discesa orbitale degli enormi trasporti dell’Astra Militarum. Il veterano stava per svenire, scacciò le tenebre dalla mente e si rimise in piedi. Doveva resistere solo qualche minuto ancora. Centinaia di nemici si stavano avvicinando, incluso diversi grossi camminatori bipedi che gli ricordavano i Sentinel. La guerra finì quel giorno per Rourke.

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Addestramento e morale delle truppe

Parte fondamentale di ogni guerra consiste nel quanto uno schieramento sia disposto a compiere o sacrificare per riportare la vittoria. L’Impero presenta dei soldati veramente eccezionali in questo. Forti del fatto di essere presi fin da infanti in seno all’Impero, gli Stortrooper hanno dimostrato un morale e una fedeltà incrollabile. La maggior parte degli Assaltatori Imperiali sono dei veri e propri zeloti del credo imperiale, soprattutto i reparti speciali. Si sono dimostrati incuranti dei pericoli ed hanno sempre eseguito anche missioni pericolose, vedendo la propria fedeltà all’Impero e ai loro comandanti non come una cosa dovuta o imposta, ma semplicemente naturale. Addestrati fin da bambini alla guerra, sono freddi, precisi e ciecamente fedeli, dalle operazioni in ambienti urbani, agli arrembaggi tra navi spaziali fino ai combattimenti in trincea.

Parlando della Guardia Imperiale, invece il morale del fante medio non è granché. Questo problema di morale come viene ovviato dall’Imperium? Tramite una catena di comando solida, che vede solo gli individui più risoluti e fedeli avere dei gradi addosso e soprattutto grazie ai tetri Commissari, individui cresciuti e addestrati nella Schola Progenium, che seleziona gli orfani e in base al potenziale psicologico innato li cresce e li addestra. Questi individui vestiti di nero, dal distintivo cappello, sono distribuiti all’interno delle forze della Guardia Imperiale, controllando morbosamente i soldati alla ricerca di mancanza di fede, codardia o indisciplina. Questo tipo di ufficiale ha il permesso di eseguire un’esecuzione sommaria su chiunque egli ritenga manchevole di qualsiasi cosa. Il nemico potrebbe anche mancarti o ferirti, ma il Commissario ha un’ottima mira, ed è a due passi da te, con una pistola requiem in mano…

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Veicoli da combattimento, da trasporto e da supporto

L’Esercito Imperiale è in possesso di decine di veicoli, la cui maggior parte con sistemi di movimenti anti-grav. Utilizza largamente dei veicoli da ricognizione (particolarmente adatti per le sue tecniche di assalto veloci), principalmente Speeder Bike guidati da Scout. Queste moto sono tanto veloci quanto poco corazzate, e possono raggiungere velocità vertiginose e mantenersi fino ad un massimo di 10 metri di altezza quando i motori a-grav sono spinti al massimo. Frequente e celebre anche l’utilizzo dell’iconico AT-ST, bipede mediamente corazzato utilizzato come ricognitore e come appoggio alla fanteria negli assalti via terra. Questo camminatore è in grado di sviluppare una tremenda potenza di fuoco e possiede un’agilità allucinante per la sua stazza, anche se per questo sacrifica la resistenza. Ma sicuramente non vi è veicolo noto quanto l’AT-AT tra le fila delle schiere meccanizzate imperiali. Questo mastodontico veicolo, anche nelle sue forme più piccole risulta comunque sulla ventina di metri: dotato di quattro zampe in grado di farlo muovere ad una discreta velocità grazie ai grandi passi, grazie ad una corazzatura superba e a scudi energetici che annullano i colpi più leggeri risulta un vero behemoth inarrestabile. Come se non bastasse, la testa è pesantemente armata con armi ad energia in grado di sviluppare uno sbarramento di artiglieria violento da solo. Non è solo questo, il ventre corazzato ospita anche un vano trasporto truppe, in grado di portare in prima linea un minimo di 40 soldati. Finita qui? No. Questo signore del campo di battaglia ha all’interno della cabina di comando un’enormità di sistemi che gli permettono di avere sotto controllo il campo di battaglia. Questo veicolo funge quindi non solo da spezza linee, artiglieria semovente e trasporto truppe, ma anche da centro di comando mobile.

Parliamo della Guardia Imperiale. Due sono i tratti distintivi di questo esercito nelle sue battaglia più impegnate: la prima è la miriade di uomini che schiera, la seconda è la potenza corazzata di cui dispone. Squadroni di carri armati da prima linea, carri leggeri da ricognizione, camminatori come fiancheggiatori o infiltratori, trasporti truppe corazzati, mezzi di supporto e, infine, corazzati super pesanti. Il carro più famoso della Guardia Imperiale è sicuramente il Leman Russ, cingolato dalla corazzatura frontale non portentosa, di più. Altro mezzo sempre presente è il Chimera, trasporto corazzato capace di portare fino ad una dozzina di uomini al suo interno. Piccolo particolare, il Chimera è completamente anfibio, in grado di viaggiare anche sull’acqua per poi tornare sulla terraferma senza problemi. Altro aspetto distintivo della Guardia Imperiale è l’artiglieria. Ovunque vada l’Astra Militarum, centinaia di pezzi di artiglieria, mobile e non, l’accompagnano. Vi sono stati casi di bombardamenti durati anni, a volte protratti per mesi quando ormai non c’era più vita dove i proiettili cadevano. Poi ci sono i carri armati Super Pesanti, come il Baneblade, lo Stormlord o lo Shadowsword. Questi enormi carri armati lunghi una dozzina di metri e alti sui cinque, sono delle fortezze semoventi. In torretta o piazzati sullo scafo hanno armi così potenti da cambiare le sorti di una battaglia in bilico con un solo colpo. La loro avanzata, proprio come quella dell’AT-AT, fa letteralmente tremare il terreno. Solo un folle o uno sciocco potrebbe pensare di fermare una tale macchina senza immani sforzi.

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Il Gran Moff Risusk ammirò dagli oloschermi panoramici la devastazione che aveva portato su quella città. Le forze di difesa erano in rotta e i suoi Stormtrooper erano praticamente entrati in città. Non sapeva la quantità dei rinforzi di quegli umani in arrivo, ma fino ad adesso aveva solamente impiegato il 20% delle sue forze. Il Generale Toffaw gli aveva assicurato che una volta preso quello che sembrava uno spazioporto, il pianeta sarebbe caduto. Ogni passo del suo personale AT-AT era come una carezza sul suo corpo. Il quadrupede torreggiava, di colore nero e più grande e corazzato dei suoi simili, alto sul campo di battaglia. Un tetro ammonimento e una promessa di distruzione per i nemici dell’Impero. Il Gran Generale si vedeva già trionfante, sulle rovine di quella città e sui cadaveri di quella gente. Fener gli avrebbe dovuto riconoscere i suoi successi. E avrebbe poi dovuto parlarne con l’Imperatore in persona. Con l’ultimazione della Morte Nera, avrebbe potuto portarla in questa galassia e poi… I suoi sogni di gloria vennero interrotti da allarmi improvvisi. Prima che potesse chiedere rapporto al suo Gran Generale, quest’ultimo aprì una video-comunicazione con le truppe che avevano attivato il segnale di emergenza. Il Colonnello alla guida del gruppo di AT-ST che stava fiancheggiando la città era caduto in una imboscata. Stava richiedendo supporto areo. Dalle immagini si vedevano dei camminatori nemici effettuare dei rapidi attacchi sul gruppo di 5 AT-ST, sparavano e poi ripiegavano prima che lo squadrone potesse organizzarsi. Erano già caduti 3 dei camminatori dell’Impero. Da dove erano spuntati quei camminatori? Erano sempre stati sul pianeta? O erano arrivati ora? Dovevano essere sbarcati da quei piccoli convogli che si erano staccati dalle grandi navi… Erano atterrati a dieci chilometri dal punto del combattimento, avevano pensato che fossero delle navette di evacuazione. L’inquadratura passò all’abitacolo interno: il Colonnello Marsht stava urlando la ritirata. Poi si rivolse al Generale per dire che… Non disse molto, una luce improvvisa irradiò l’abitacolo. Poi un’esplosione. Qualcuno aveva forzato un portello e gettato dentro una granata. La telecamera sopravvisse all’esplosione solo per inquadrare un uomo molto muscoloso calarsi all’interno. Vestito solamente di una canotta verde e un pantalone militare, brandiva un enorme coltello e una pistola. Il Colonnello Marsht tossì moribondo di fronte alla telecamera, alzò una mano verso la telecamera, forse per chiedere qualcosa. Pietà. Aiuto. Il soldato nemico si avvicinò e con un gesto naturale recise la gola al soldato dell’Impero. Poi sorrise alla telecamera. Un vistoso tatuaggio poco sotto il collo del muscoloso uomo riportava la scritta: “Made In Catacha”.

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Aviazione Orbitale

Poco conta quanto la superiorità aerea in una battaglia. Se il nemico viene obliterato da qualcosa che difficilmente può fermare, la battaglia non può che finire a tuo vantaggio. L’Impero ha l’abitudine ad usare i propri straordinari caccia per attacchi al suolo, mentre l’Imperium ha dozzine e dozzine di tipologie di velivoli, alcuni in grado di combattere nello spazio e altri dell’aviazione, per combattimenti in cielo e per attacchi a terra. Il veloce caccia TIE è sicuramente il più noto mezzo a disposizione dell’Impero, questo piccolo caccia monoposto può raggiungere velocità mostruose, conta su di un armamento basilare e ha una struttura non propriamente resistente. Per altro nel progetto di base, questi caccia sarebbero privi di tubi lanciamissili o di siluri, ma sovente i meccanici di bordo in accordo col pilota montano dei sistemi arma secondari, appesantendo il mezzo ma fornendogli qualche opzione offensiva migliore. L’Intercettore TIE è teoricamente l’evoluzione del caccia, fondamentalmente ancora più agile e leggermente più veloce, ma di non comune produzione. Vi sono anche i bombardieri TIE, più lenti, con pilota e copilota in grado di portare bombe e siluri. Numerose pecche, su tutte la completa mancanza di supporto vitale ai piloti di qualsivoglia scudo energetico. L’Impero, abituato ad avere risorse pressoché infinite e una disponibilità di uomini enorme, fa affidamento su tecniche di “sciame” per sopraffare i nemici.

L’Imperium invece può contare sul suo cavallo di battaglia per le battaglie nello spazio, il Fury Interceptor. Questo possente veicolo conta generalmente 3 membri: il pilota, il navigatore e l’artigliere. A volte, per le lunghe tratte viene aggiunto anche un Astropate, per essere sicuri che qualora i sistemi di comunicazione fallissero ci si potrebbe affidare sempre allo psionico per comunicare. Il Fury è incredibilmente grande rispetto a tutti i caccia stellari, la sua lunghezza può variare fino ai 70 metri nei modelli più grandi. Questo enorme caccia possiede straordinarie statistiche tecniche. Incredibilmente veloce per la sua stazza, possiede uno dei migliori sistemi di supporto vitale disponibile. Ai piloti viene somministrato sangue sovra-ossigenato tramite la spina dorsale quando sono seduti nel proprio posto, possiedono un casco in grado di ridurre drasticamente la Forza G e hanno addirittura delle cuccette e un bagno chimico per le missioni più lunghe. Ma ha nelle sue armi la vera forza: generalmente (ci sono tante versioni) il Fury monta una torretta frontale operata dall’artigliere e armata con un cannone laser a canna lunga binato, ha poi due batterie da 3 cannoni laser per ala capaci pertanto di effettuare un fuoco a raffica, operati dal pilota, e infine 12 Missili ad alta penetrazione capaci di funzionare nel vuoto e operati dal copilota. Vale una menzione speciale tra i sistemi di fuoco anti-aereo, il mezzo più temuto da tutti i velivoli della galassia: l’Hydra. Basato sullo scafo dell’onnipotente Chimera, montando sullo scafo una torretta anti-aerea. Quattro cannoni automatici sondano instancabilmente il suolo e l’aria alla ricerca di una vittima, il suo fuoco implacabile è in grado di abbattere qualsiasi velivolo o di ferire o addirittura uccidere anche le peggiori bestie volanti. La cosa straordinaria dell’Hydra però non è il suo armamento, ma la letalità e la precisione con cui lo usa, infatti questo veicolo possiede uno spirito macchina particolarmente preciso che aiutato da strumenti precognitori forniscono all’artigliere una precisa traiettoria di dove il veicolo sta per andare, anche qualora quest’ultimo stia zigzagando o cabrando disperatamente per evitare di essere abbattuto.

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Il Capitano Ubrys cambiò rotta repentinamente. I suoi cannoni laser da 37mm falciarono nuovamente una decina di Guardie Imperiali che avanzavano. In quel lungo giorno aveva già distrutto ben 12 veicoli e ucciso almeno un centinaio di nemici. Aveva anche abbattuto almeno 6 velivoli. E altri due li aveva danneggiati gravemente per poi perderli di vista. Volava alto e si limitava a brevi corse d’attacco al suolo. Aveva portato il suo squadrone alla vittoria in 6 diverse campagne. Erano ben 64 velivoli, e conosceva ognuno dei suoi piloti. Li conosceva per nome. Condividevano colazione, pranzo e cena da ormai 10 anni. Avevano affrontato anche i ribelli, insieme. Ora erano rimasti in 4. L’Impero sotto di lui stava spingendo con tutte le sue forze per raggiungere lo spazioporto. Se l’avessero raggiunto, avrebbero interrotto, o almeno rallentato enormemente l’afflusso dei rinforzi nemici, che sembravano infiniti. Una volta ottenuto lo spazioporto avrebbero potuto approntare delle difese e attendere rinforzi. Da quello che aveva sentito circa un’ora prima, Fener era venuto a sapere della scampagnata di Risusk, e stava accorrendo in forze. Avrebbero dovuto mantenere la posizione e tenere una testa di ponte per un assalto maggiore. Ma per come stavano andando le cose… se fossero durati altre due ore sarebbe stato un miracolo. Il suo sguardo si posò su un velivolo avversario di grossa stazza che scendeva dalle nubi. La velocità del suo caccia TIE era mostruosa. Raggiunse la coda del Thunderbolt e iniziò a fare fuoco quasi prima che lo stridio dei suoi motori a ioni raggiungessero i timpani dei nemici. Una specie di mitragliatrice dai proiettili solidi e di enorme calibro, posta nella coda aprì il fuoco. Il Caccia TIE eseguì una perfetta spirale e tutti i colpi finirono a vuoto. Il bombardiere andò in picchiata bruscamente mentre cercava di girarsi per tornare verso le sue linee. Ma il pilota imperiale era un veterano e quel goffo veicolo non sarebbe mai riuscito a fuggire alla sua caccia. Sparò di nuovo e i colpi laser flagellarono il velivolo. Un sorriso comparve sul volto di Ubrys, nascosto dal casco, quando due dardi energetici centrarono il mitragliere di coda, facendo esplodere la cabina dell’artigliere e parzialmente la coda dell’areo. Ubrys rollò a sinistra per prepararsi a colpire un motore. Con un po’ di fortuna avrebbe abbattuto il bombardiere nemico in un’unica salva. Purtroppo per lui, la sua fortuna finì. Fu investito da una tempesta di colpi. Molti danneggiarono lo scafo. Due tranciarono di netto il supporto dell’ala destra. Ubrys non fece in tempo né ad imprecare né ad attivare l’eiezione di emergenza. Un altro colpo passò una parte di scafo danneggiato facendo esplodere il motore a ioni. La deflagrazione derivante fece urlare di gioia l’artigliere dell’Hydra, circa 700 metri più in basso.

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Tattiche tipiche dei due eserciti

L’Impero è particolarmente efficiente nel portare attacchi rapidi e travolgenti, essendo abituato a confrontarsi con nemici che hanno meno mezzi e risorse a disposizione. Inoltre la maggior parte delle sue macchine da guerra sono perfette per una guerra veloce e rapida, abbondano infatti mezzi in grado di muoversi pur mantenendo una perfetta efficienza combattiva. Anche i fanti sono armati con fucili perfetti per azioni d’assalto e ravvicinate. L’Impero è una superpotenza che è abituata a schiacciare i propri nemici senza grossi sforzi quando attacca. Basti pensare alla battaglia di Hoth dove arrivando in forze ha spazzato via tutto ciò che si trovava davanti con precisi attacchi a rottura del piano di difesa nemico. La Guardia Imperiale è tutto il contrario. L’Astra Militarum è abituata a non essere la forza più performante sotto molti aspetti sul campo di battaglia. Gli uomini della Guardia provengono dall’universo più ostile mai visto, e devono vedersela con nemici che farebbero impallidire la maggior parte degli eserciti provenienti da ogni mondo fantascientifico. Non sono colossi bio-ingegnerizzati con il miglior equipaggiamento disponibile al genere umano, come gli Space Marines. Non sono agili e con la miglior tecnologia dell’universo, come gli Eldar. Non sono mostruosità sorrette dalle energie del Warp, come i seguaci del Chaos. Sono solo uomini. E la loro tattica è molto semplice. Un’enorme potenza di fuoco e pressoché infinite vite da utilizzare per la vittoria. L’Imperium continua ad inviare forze di Guardia Imperiale fino a che una guerra non è vinta. Se la minaccia non riesce ad essere respinta o neutralizzata dal settore minacciato, si procederà a coinvolgerne altri. Se non bastano 100.000 uomini, se ne invierà mezzo milione. Se non bastano quelli, allora un milione, e così via fino a che il conflitto è risolto. Ovviamente, insieme agli uomini arrivano anche mezzi, munizioni, e supporto di ogni genere. La macchina bellica dell’Astra Militarum è lenta e burocratica, ma una volta messa in moto, è pressoché inarrestabile. Nessun tipo di esercito, umano o no, può sperare di vincere una guerra di attrito contro la Guardia Imperiale.

Truppe Speciali

Mentre l’Impero ha le sue forze composte solamente da Stormtrooper e derivati, la Guardia Imperiale è solita includere alcune componenti “sub-umane” o speciali. Ad esempio, forze di Ogryn sono piuttosto comuni, utilizzate come truppa da contrattacco qualora la propria linea sia spezzata in un punto. Un Ogryn è una razza derivante dall’essere umano che ha subito modifiche genetiche in millenni di evoluzione su alcuni pianeti ad alta gravità e con un ambiente altamente pericoloso. Questi colossi di circa 3 metri sono incredibilmente forti e resistenti, ma dal quoziente intellettivo alquanto ridicolo. Stupidi come legna secca hanno il proprio sergente, chiamato Testa d’Osso, che li guida e che comprende gli ordini, grazie ad una chirurgia di potenziamento cerebrale. Infatti, dopo il procedimento, un Testa d’Osso avrà mediamente l’intelletto di un bambino di 5-6 anni. Più che sufficiente per capire semplici ordini come: “Uccideteli.”, “State qui e sparate a chiunque viene da quella parte.”, “Correte” o “Spingete quel veicolo impantanato.”. Gli Ogryn non sembrano granché vero? Peccato possano essere colpiti da una cannonata laser e sopravvivere, o prendersi dei colpi di Requiem senza subire grossi danni… Numerosi anche i Mezzuomini nelle fila dell’Astra Militarum, questi sottospecie di hobbit sono tristissimi dal punto di vista fisico, ma hanno un talento innato per quattro cose: il cecchinaggio, la cucina, la furtività e il contrabbando. Inoltre gestiscono spesso le cucine da campo più apprezzate e molti sono gestori di loschi affari. Si dice che riescano a corrompere anche i graduati, con un mix di denaro e buona cucina. Un’altra peculiarità della Guardia Imperiale, è che alcuni reggimenti utilizzano ancora la cavalleria. Ebbene sì, soldati armati di lance energetiche (in grado di passare praticamente la maggior parte delle corazze personali esistenti) si lanciano in cariche devastanti su obiettivi sensibili. Rari, ma non impossibili da vedere, questi cavalleggeri sono una concreta e pericolosa minaccia.

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Risusk si concesse una risata nervosa quando il suo AT-AT personale distrusse l’ennesimo Leman Russ con una salva di turbolaser. Avevano interrogato diversi feriti, e si erano fatti un’idea del nemico. Fener stava arrivando. Lo avrebbero accolto allo spazioporto sulle migliaia e migliaia di cadaveri nemici. Entrambe le flotte si erano ritirate dopo il duro scontro fuori dall’orbita. Quella Imperiale si era ritirata nei pressi dello squarcio spaziotemporale, aspettando i rinforzi, mentre quella di questo “Imperium dell’Uomo”, come lo aveva chiamato il soldato, si era momentaneamente allontanata. Sembravano aver finito i trasporti truppe. Finalmente. In fondo ne erano scesi solo cinque. Ne avevano abbattuti altrettanti. Erano a quasi un chilometro dall’entrata dello spazioporto. Gli uomini del generale si stavano radunando davanti alle porte di quell’enorme complesso dall’area di circa 10 chilometri, aspettando il momento per l’assalto finale. Tutte le forze di questa cosiddetta “Astra Militarum” che gli erano state lanciate addosso finora erano state spazzate via. Un ultimo assalto e avrebbero chiuso questa dannata guerra. Risusk non poteva sapere che ogni mezzo da sbarco della Guardia porta mediamente 500.000 uomini. Forse non avrebbe riso a quella notizia. E non poteva sapere che tutto ciò con cui si erano scontrati fin ora erano attacchi atti a rallentarli per approntare al meglio lo scontro finale. Forse non avrebbe riso affatto. Erano alle porte. Stavano per dare l’ordine di assalto, quando uno dei tecnici in cabina si allarmò. Interrogato dal generale, rispose che il sismografo di bordo stava registrando un’anomalia. Il terreno tremava per il passo degli AT-AT, ma anche per qualcos’altro, qualcosa di più numeroso… Risusk lo insultò. I suoi Stormtrooper si erano dimostrati migliori del soldato medio avversario. Avrebbero affrontato tutto ciò che si trovava dall’altra parte del muro e trionfato. Ordinò l’attacco. Mentre Toffaw riferiva a tutti i reparti di assaltare le mura, con un misto di curiosità e orrore, tutto l’Esercito Imperiale vide aprirsi le porte dello spazioporto.

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È ora di tirare le somme dopo questo incredibile viaggio. Per quanto mediamente lo Stormtrooper sia migliore della Guardia Imperiale normale, l’Astra Militarum conta su molte più risorse ed efficienti reparti. È in grado di portare molti più uomini rispetto all’Impero, molti più veicoli e molta più artiglieria. Per non parlare dell’abilità di schierare sul campo macchine formidabili come Stormlord, Baneblade, o simili. Per quanto lo Stormtrooper sia più efficiente e meglio armato rispetto al fante della Guardia medio, numericamente sarà sempre in grave minoranza. Ammesso che un soldato di un esercito valga due volte quello della schiera avversaria, qualora ve ne siano tre ad affrontarlo, la situazione volgerebbe comunque a favore dello schieramento numeroso. I veicoli della Guardia Imperiale, poi, oltre ad essere probabilmente più numerosi sono studiati per il campo di battaglia, facilmente riparabili e spesso in grado di combattere anche con tremendi danni ricevuti. Fondamentale poi il tassello dell’artiglieria.

Nei cieli la sfida sarebbe probabilmente a favore dell’Impero, ma considerando la quantità di veicoli che entrambe le fazioni schierano sul pianeta, finirebbe per non incidere sul combattimento a terra. Le unità speciali dei due eserciti vedono un pareggio di forze, AT-AT e i corazzati super pesanti sono praticamente di pari peso nella bilancia della vittoria. Ammesso che la Guardia Imperiale non abbia il supporto di qualcosa di più impressionante dei corazzati super pesanti. Quindi, nonostante non sia affatto una vittoria agile (anzi), lo scontro prima o poi tenderà per le armate della Guardia Imperiale. Seppur con tremende perdite e non in tempi brevissimi, il Maglio dell’Imperatore ce la farà a respingere e ad annientare le truppe dell’Impero. C’è un però. Qualora l’Impero volesse fare veramente guerra in grande stile, arriverebbero molti più mezzi. Fener. E forse dei Sith. Per non parlare della Guardia dell’Imperatore. O della Morte Nera. A quel punto forse quanto scritto sopra non basterebbe più… E l’Imperium dovrebbe mandare altri tipi di armate e supporti. Avremmo uno degli scontri più memorabili di sempre e non certo riducibile alle nostre poche (relativamente parlando) righe. Perciò sta a voi: immaginate e fateci sapere la vostra. Intanto, la tanto agognata conclusione della battaglia.

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Toffaw urlava ordini in maniera convulsa. Sul suo oloschermo era chiara la disfatta che si stava consumando. Le enormi porte si erano aperte, e quello che doveva essere un attacco si era trasformato in una strenua battaglia per difendere il terreno conquistato sino ad ora. Centinaia di veicoli erano usciti rombando in direzione della linea imperiale. Dietro di loro, migliaia e migliaia di uomini caricavano senza sosta verso le loro linee. Sembravano non finire mai, erano un fiume in piena. Ogni colpo degli AT-AT che sparavano su quell’ondata di carne e fucili faceva probabilmente un centinaio di morti. Due terzi per l’esplosione, l’altro terzo per i soldati che cadevano e finivano schiacciati dai compagni. Risusk imprecò. Di questo passo non avrebbero mai preso lo spazioporto. L’AT-AT alla sua sinistra fu centrato da una salva d’artiglieria. Proiettili grandi quanto un uomo disattivarono gli scudi del camminatore. Salve di cannoni laser provenienti dalle mura cominciarono a colpire l’enorme macchina da guerra. La spessa corazza però sembrava reggere, per fortuna. La speranza morì nel cuore del Gran Moff quando una seconda salva di Basilisk centrò il camminatore vicino. Dozzine e dozzine di proiettili esplosero, nessuna corazza poteva sperare di sopravvivere a una tale furia. L’esplosione squassò anche il suo veicolo di comando, distante un centinaio di metri. Centinaia di soldati di entrambe le fazioni morirono nell’esplosione. Delle bombe termiche piazzate da una truppa veterana infiltrata distrussero le gambe dell’AT-AT. Il camminatore cadde mentre l’equipaggio gridava disperato. Alcuni Stormtrooper cercavano di impedire che il mezzo fosse demolito del tutto. Risusk ordinò alla sua guardia personale di sbarcare e avanzare. Non voleva fare la fine degli altri due AT-AT. Si spinse nel cuore dell’orda nemica massacrando decine di uomini ad ogni passo e facendo esplodere mezzi ad ogni salva laser. Forse se avesse raggiunto i cancelli impedendo l’uscita di… I suoi pensieri divennero inutili e privi di senso quando il suo cuore si fermò. Ecco cosa faceva tremare il terreno. Non erano tutti quei dannati carri armati. Era un’enorme, colossale, gigantesco carro armato uscì dalla porta. Lungo una quindicina di metri e alto quasi sette, quella bestia corazzata comparve proprio davanti al suo AT-AT. Lo colpì una pioggia di fuoco ma la corazza dello Shadowsword si fece beffe dell’attacco. Il Cannone Vulcano MkIV Phaeton Pattern puntava dritto su di loro. Il Capo AT-AT urlò disperatamente di convogliare tutte le energie agli scudi. Non sapeva di cosa era capace quell’arma, ma di certo non voleva scoprirlo. L’AT-AT personale del Gran Moff disponeva della migliore tecnologia disponibile all’Impero. Se avessero avuto gli scudi alti al momento dello sparo, sarebbero sopravvissuti.

Il Generale D’Armata della Guardia Imperiale Van Dryke, era personalmente in torretta. Con un cenno della mano, accompagnato da un ordine via vox, diede l’ordine all’artiglieria di bersagliare il nero e colossale camminatore. I proiettili squotiterra dei Basilisk piovvero ferocemente sulla zona dell’AT-AT del Gran Moff. Non solo centrarono il suo veicolo, ma tutta la zona circostante. Migliaia di vite spente in pochi istanti. Gli scudi non avevano retto. Il Gran Moff pensò seriamente di scappare. O almeno di farsi catturare vivo. Di arrendersi. Ma non di… I suoi pensieri furono interrotti dallo sparo del Cannone Vulcano. Il ruggito dell’energia mostruosa zittì il campo di battaglia. E l’inferno piombò su di lui, seguito da quel colossale raggio rosso sangue. Il colpo impattò precisamente sulla testa del quadrupede, asportando tutto ciò che trovò sul suo cammino. Non esplose neppure, l’AT-AT. Per qualche strano scherzo della meccanica rimase in piedi, senza testa e senza metà del suo busto corazzato. Un urlo di carica e di furente gioia risuonò sul campo di battaglia, mentre gli uomini della Guardia Imperiale assaltavano i pochi soldati dell’Impero rimasti.