In occasione dell’uscita della terza stagione, vi raccontiamo perché tutti amano La fantastica signora Maisel

In questi giorni, i fan de La fantastica signora Maisel si stanno preparando al tanto sospirato binge watching della terza stagione, resa disponibile dal 6 dicembre su Amazon Prime Video. Eppure, forse è rimasto ancora qualcuno che ancora non sa quanto Miriam “Midge” Maisel meriti di essere seguita e amata. Quando non basta la fiducia del passaparola e occorrono motivi concreti per iniziare una serie TV, un elenco è quello che ci vuole. Punto per punto, ecco cinque motivi per cui La fantastica Signora Maisel ha ottime chance di diventare la vostra serie preferita.

Una scrittura fantastica

Quello che noterete sin dal primo incontro con la Signora Maisel è l’altissima qualità della scrittura. In ogni puntata, infatti, gli autori trovano un espediente per concedere alla protagonista uno spazio più o meno ampio per i suoi monologhi di stand up comedy. Nella prima puntata questo avviene totalmente per caso e da là esplode tutta la carica comica del personaggio, che condizionerà gli avvenimenti raccontati nella serie.

Al di là dei momenti di stand up, però, la qualità sta in tutte le linee di dialogo, in un continuo e rapido botta e risposta che riesce a tenere alto il ritmo di ogni episodio. Come nelle migliori commedie di Billy Wilder, La fantastica signora Maisel è una goduria per le orecchie, grazie a script redatti con cura estrema, maniacale, che riescono – per questo – a non perdere neanche un appuntamento comico. Avete presente quella sensazione di pace e soddisfazione dopo un mirabolante spettacolo pirotecnico? Ecco, questo è più o meno quello che proverete dopo ogni singolo episodio della serie.

A metterci le sue mani d’oro è l’ideatrice Amy Sherman-Palladino, che già ha regalato al pubblico un’altra serie molto amata: Una mamma per amica. In La fantastica signora Maisel, però, lo stile cambia accentuando una verve vintage e rendendo omaggio agli anni ruggenti in cui è ambientata la storia di Midge.

la fantastica signora maisel

Il cast de La fantastica signora Maisel

Una scrittura del genere va necessariamente supportata e valorizzata da una recitazione all’altezza. Anche su questo punto La fantastica signora Maisel non ci fa mancare nulla: la protagonista è la talentuosa Rachel Brosnahan che – dopo alcune apparizioni in Gossip Girl e Orange Is the New Black – ottiene la sua prima parte importante in House of Cards, dove interpreta Rachel Posner, l’ossessione di Doug Stamper (Michael Kelly). La Brosnahan si fa notare anche in un ruolo secondario in Crisis in Six Scenes, la serie Amazon di Woody Allen, per poi fiorire in tutto il suo splendore ne La fantastica signora Maisel.

Rachel Brosnahan riesce ad essere credibile in tutte le sue sfumature, da quelle più buffe a quelle più femminili e glamour: l’attrice è decisamente riuscita a dare corpo al personaggio della signora Maisel, cucendoselo addosso, come un elegante vestito su misura.

Attorno a lei, tutto il resto del cast regge in maniera egregia la sfida di dare spessore e profondità a ruoli comici. La missione non era semplice, per nulla, ma dai personaggi ricorrenti (i genitori Abe – Tony Shalhoub e Rose – Marin Hinkle) a quelli che compaiono solo per una stagione (come il secondo, grande, amore di Midge, Benjamin – interpretato da Zachary Levi) la scelta di ogni singolo interprete è davvero indovinata. In più, dato il successo della serie, sempre più attori in ascesa le si sono avvicinati: ad esempio, Sterling K. Brown, attore di American Crime Story, Frozen 2 e Black Panther, che nella terza stagione interpreta Reggie, il manager di Shy Baldwin (Leroy McClain). la fantastica signora maisel

Il personaggio principale: La fantastica signora Maisel

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Una grande interprete e una solida scrittura sono gli ingredienti principali per costruire un personaggio che funzioni. Sicuramente uno dei maggiori punti di forza della serie è proprio la sua protagonista, la signora Maisel. 

Miriam, chiamata in famiglia con il vezzeggiativo “Midge”, è una casalinga di un quartiere bene di New York, dichiaratamente e spiccatamente appartenente all’alta borghesia ebraica. Figlia di un professore universitario e di un’altra casalinga alto-borghese, è cresciuta nella convinzione di dover essere una buona madre, una moglie accudente e un’ottima ebrea. Tutto questo, però, crolla nel momento in cui Midge scopre di essere vittima di uno degli inganni più comuni e dolorosi della vita coniugale: il marito Joel ( Michael Zegen) ha una relazione con la sua segretaria Penny (Holly Curran). 

Il ruolo sociale le imporrebbe il perdono, ma Midge non ci sta. La compromissione del suo nucleo familiare diventa un’occasione per spogliarsi degli abiti di ancella del marito e iniziare a scoprire il proprio talento. Miriam Maisel diventa, così, La fantastica signora Maisel, sboccata, brillante, una mitraglietta di osservazioni, riflessioni, battute. Pur non partecipando in prima persona ai movimenti femministi che fioriscono nell’America degli anni Cinquanta (mostrati, ma senza insistenza, nella serie), Midge vive una vita contro la disparità di genere. Ma, soprattutto, scansa elegantemente qualunque inciampo didascalico o perbenista, proprio come chi – piuttosto che riempirsi la bocca di belle parole, decide di vivere in prima persona la rivoluzione. 

I personaggi secondari: Susie e Joel

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La potenza assoluta della Signora Maisel è accompagnata da una serie di personaggi “secondari”, perfettamente curati in ogni dettaglio, psicologico ed estetico. Oltre ai genitori Abe e Rose, i personaggi più importanti della corte di Miriam sono senza dubbio la manager Susie (Alex Borstein) e il marito Joel. Entrambi, pur in maniera diversa, sono segnati dal grande talento della protagonista, che ne sconvolge inevitabilmente le vite. 

Da un lato, per Joel, la decisione di Miriam di intraprendere la carriera di stand up comedian diventa un punto di non ritorno della loro relazione, annullando qualunque possibilità di riconciliazione. Eppure, quando ne avrà occasione, persino lui non potrà fare a meno di riconoscere l’enorme talento dell’ex moglie. 

Susie, invece, è colei che mal sopportava l’atteggiamento reverenziale di Midge nei confronti del marito. Già di suo piuttosto reticente al rapporto con gli uomini (e con chiunque, in generale), Susie abbassa leggermente il suo muro difensivo per diventare l’agente di Midge. Insieme, le due donne imparano a difendersi e supportarsi l’un l’altra in un mondo profondamente maschilista e a conoscersi, rispettarsi e amarsi nonostante le profonde differenze. Anche Susie trova nel talento della Signora Maisel un’occasione per cambiare il corso della sua vita, con risvolti che – nella terza stagione – prenderanno pieghe sempre più interessanti.

Il messaggio

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Ci vuole molto talento per comunicare messaggi importanti senza parlarne esplicitamente. È – o dovrebbe essere – una delle chiavi più importanti dell’arte, quella di trasfigurare la realtà per convertirla in storie. Là dove non sempre questo obiettivo si riesce a portare a termine, La fantastica signora Maisel trionfa nel suo parlare della condizione femminile, senza mai atteggiarsi a manifesto politico. 

L’idea stessa di raccontare il mondo della stand up da un punto di vista femminile ha un impatto importante sull’immaginario del genere. Ambientare la storia negli anni Cinquanta, invece, consente di giocare sui parallelismi e sulle similitudini con la contemporaneità e di far riflettere sul reale stato della lotta per l’emancipazione e la parità. 

Un elemento importante di questo quadro, però, sta proprio nel look della protagonista e nel suo essere sempre molto attenta alla cura del proprio aspetto. Insomma, la Signora Maisel è fantastica anche e perché non accetta di essere stereotipata né in un senso, né nell’altro: né come mamma-moglie-casalinga, né come “femminista” (tra mille virgolette). In questo modo, esercita l’inviolabile diritto a essere se stessa e di rifiutare ogni altra aspettativa. 

In conclusione

Miriam affronta con consapevolezza la decisione di intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, nell’entusiasmo del palcoscenico e nel dolore della solitudine. Importante, a questo proposito, proprio il modo in cui si chiude la seconda stagione, con la canzone di Lennie Bruce (Luke Kirby), “All alone“, che accompagna il definitivo distacco di Midge dalla sua vita precedente.

La fantastica signora Maisel sa che la sua scelta causerà dispiacere, perplessità, diffidenza nelle persone che ama di più, sa che la porterà a passare molto tempo lontano dai suoi figli. Sa che essere un umano completo significa anche fare delle rinunce, ma non per questo decide di arrendersi. Midge è la rivoluzione che vuole vedere realizzata nel mondo: più fantastica di così…

Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.