Layers of Fear (2023) ripropone in un pacchetto completo l’intera opera di Bloober Team

Vi ricordate P.T.? Il teaser del mai uscito Silent Hill di Hideo Kojima è stato sicuramente il teaser più influente della storia, quantomeno perché non ricordo un altro teaser in grado di influenzare un intero genere videoludico.

Dopo P.T. è stato un fiume di titoli che cercavano di riprenderne le atmosfere, forti anche del fatto che Silent Hills (così doveva chiamarsi quel il capitolo di Silent Hill) non avrebbe mai visto la luce. A sua volta però P.T. si inseriva in un solco che aveva iniziato a scavare Amnesia: The Dark Descent di Frictional Games: horror in prima persona in cui non si ha modo per difendersi dalle minacce, per semplificare.

Layers of Fear (il primo) nasce proprio dalla voglia di dare corpo ad alcuni spunti proposti da Konami, e per quanto non era certamente un gioco rivoluzionario riuscì comunque a ritagliarsi la sua fetta di pubblico. La storia proposta da Bloober Team (che ora sta lavorando proprio al remake di Silent Hill 2) era quella di un horror psicologico in cui si esplorava la mente di un pittore e della tragica vicenda che vedeva protagonista la sua famiglia. Al gioco seguì un DLC e poi un sequel.

L’operazione proposta da Bloober Team e di Anshar Studios con questo nuovo Layers of Fear è peculiare e interessante, ma anche nuova. Layers of Fear (2023) ripropone tutti i capitoli usciti della serie più un nuovo episodio che serve da collante per le storie, il tutto rifatto da zero in Unreal Engine 5 e con l’aggiunta di alcune meccaniche.

Ci troviamo quindi per le mani un gioco che ha un po’ di un remake, un po’ di un reboot e certamente è pacchetto completo della serie Layers of Fear.

Si tratta di qualcosa di ottimo per chi vuole approcciarsi per la prima volta alla serie, o per chi ha voglia di rigiocarsi tutto con un comparto tecnico al passo con i tempi.

Proprio il comparto tecnico è il punto forte della produzione: nonostante non sia niente di mai visto prima, il maggior realismo degli spazi e dell’illuminazione fa un gran bene al gioco e all’immersione, rendendo tutto estremamente reale. La tecnica va anche di pari passo con un’art direction veramente a fuoco, che riesce a dare spessore e verità alla mente dei personaggi, raccontandone, esplicitandone ed esternalizzandone le problematiche psicologiche.

Il viaggio nell’inferno di Layers of Fear è così un viaggio nelle menti e nei ricordi, ma anche nell’arte visto che il perno di tutta la serie è la spirale discendente di alcuni artisti.

Layers of Fear racconta quindi attraverso l’horror delle storie toccanti utilizzando le giuste pennellate. Si tratta di fatto di un walking simulator estremamente lineare e story driven in cui dobbiamo semplicemente esplorare delle stanze e analizzarne gli oggetti per scoprire di più sulle vicende dei personaggi.

C’è però un problema con Layers of Fear: non fa paura. Non crea né tensione né ha jump-scare che funzionano. Sicuramente sono cose che dipendono da persona a persona, ma io mediamente non riesco proprio a giocare ai giochi horror in cui il personaggio è disarmato tanta è l’agitazione che mi mettono.

Layers of Fear invece è filato liscio, senza nessuno scossone. La narrativa è interessante e funziona, ma non riesce mai a creare l’atmosfera di tensione che ci si aspetterebbe. Non si ha mai paura di aprire quella porta, i mostri e le ombre che spuntano da dietro i muri sono citofonati e l’audio non riesce a trasmettere il giusto disagio.

Al contrario di tanti altri titoli come Visage o lo stesso Amnesia: The Dark Descent, Layers of Fear è più “interessante” da esplorare che spaventoso da giocare. Tutto questo grazie (e nonostante) una direzione artistica ottima che costruisce un setting piuttosto fresco nel panorama dell’horror.

Quello che però sarebbe interessante capire è la natura dell’operazione di Bloober Team: un pacchetto completo di un’intera serie interamente rifatta con le tecnologie moderne e con aggiunte che vanno a creare coesione. A chi è rivolto questo nuovo Layers of Fear? Sicuramente a chi è curioso di recuperare l’intera serie senza averci mai giocato, nonostante ci troviamo di fronte a un modo di intendere l’horror un po’ antiquato nonostante le introduzioni di questa nuova edizione. Forse anche ai super fan dei titoli originali, per poterseli giocare da capo in versione modernizzata.

Complessivamente però, e nonostante il lavoro di Anshar Studios per modernizzarlo, Layers of Fear sembra essere niente di più di quello che già era: un onesto horror in prima persona con una bella storia e poca tensione.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.