Chi è Natalie Portman?

Potremmo definire questa attrice con svariati e molteplici aggettivi: è affascinante, intelligente, composta ma anche altruista e dotata di grande talento artistico. Nasce e vive per tre anni a Gerusalemme e poi si trasferisce, insieme alla sua famiglia, a Washington. In America la Portman intraprende una brillante carriera universitaria, arrivando addirittura a laurearsi in Psicologia nella prestigiosa Harvard. Parallelamente al suo percorso di studi, questa giovane donna inizia la carriera di attrice che la porterà, nel corso degli anni, ad ottenere numerosi riconoscimenti e premi, tra i quali – nel 2011 – un Oscar come migliore attrice protagonista.

Come molte stelle del cinema (vedi, ad esempio, Angelina Jolie), la Portman è da sempre molto impegnata anche in campo sociale, sia come sostenitrice dei diritti degli animali, sia come promotrice dei diritti relativi alla libertà sessuale.

Ma ora bando alle ciance, Stay Nerd, folle di amore per questa straordinaria donna ed attrice, ha voluto ripercorrere la sua carriera cinematografica per compilare una lista delle sue migliori interpretazioni.

Buona lettura!

La mia vita a Garden State (2004)

Un film che sfortunatamente non ha riscosso un grande successo nelle sale ma che alla fine è riuscito a divenire un piccolo oggetto cult per un nutrito gruppo di fan. È l’esordio alla regia di Zach Braff, entrato nel nostro cuore come il sognatore J.D. di Scrubs.
In questa pellicola la Portman è capace di regalare un tipo di interpretazione con la quale fino ad allora non si era mai misurata: veste, infatti, i panni di Samantha, una ragazza molto particolare e fuori dagli schemi che stravolge con foga l’ordinaria e imperturbabile vita del protagonista Andrew. In questa occasione, come altre volte, l’attrice dimostra di avere sempre un occhio di riguardo nei confronti del cinema alternativo, pur non proteggendosi mai dai flirt con le grandi produzioni hollywoodiane.

Si tratta sicuramente di una performance delicata e notevole, forse una tra le più sottovalutate della carriera della Portman.

“Meglio ridere. Non dico che non piango mai, ma ogni occasione è buona per ridere, rendendomi conto che è stupido prendere le cose troppo sul serio. Poi ogni tanto mi faccio un bel pianto e mi sento meglio.”

V per vendetta (2005)

Ciaone.
Partiamo subito con i fuochi d’artificio, perché – diciamocelo – non servono affatto presentazioni per questo fantasmagorico capolavoro. Siamo in una Londra futuristica ma che a tutti gli spettatori sembrerà dannatamente reale: la Portman veste i panni di Evey Hammond, salvata dal misterioso V, un rivoluzionario mascherato che lotta contro l’oppressione di un governo dittatoriale. La ragazza si unirà a lui nella guerriglia, e questo cocktail esplosivo ci trascinerà in un turbine di emozioni che condurranno ad un finale con il botto.

Per l’attrice si è trattato di un vero e proprio tour de force, sia lavorativo che fisico: Natalie, infatti, arriva addirittura a sacrificare la sua fluente chioma, dimostrando la dedizione totale agli dei della cellulosa e della camera da presa. Fatemi aggiungere che anche con i capelli rasati la Portman conserva prepotentemente il suo fascino e la sua delicatezza.

“Mio padre era uno scrittore, ti sarebbe piaciuto. Diceva sempre che gli artisti usano le bugie per dire la verità, mentre i politici le usano per coprire la verità.”

Closer (2004)

Con l’interpretazione in Closer arriva la svolta artistica per la Portman. Affiancata da artisti del calibro della Roberts, Law e Owen, Natalie risulta ancora una volta incredibile: un mix di sensualità e fragilità che rendono il personaggio uno dei suoi migliori in assoluto. In seguito a questo film arriva la giusta pioggia di nomination, di cui “sfortunatamente” si concretizza solo quella del Golden Globe (rimane infatti solo una menzione quella agli Oscar).

Ancora una volta la Portman dimostra come da bionda, da mora, rossa o con una parrucca rosa, risulti sempre affascinante e sorprendente.

“L’amore è un incidente che sta per accadere.”

Il cigno nero (2010)

Possiamo sicuramente dire che The Black Swan (titolo originale) rappresenta la migliore performance di Natalie Portman e questo non solo per l’Oscar ottenuto nel 2011. Il valore di questo lungometraggio sta infatti in una storia che è riuscita ad avvicinare al mondo della danza anche chi la danza non l’aveva mai nemmeno conosciuta. La pellicola si alterna tra luce e ombra, chiaro e scuro, bene e male e cattura, riuscendo a rapire lo spettatore che rimarrà con il fiato sospeso fino all’epilogo. Si tratta di una performance da manuale per la Portman che ha, ancora una volta, dato sfoggio del suo immenso talento artistico.

“Stanotte ho fatto un sogno assurdo… una ragazza viene trasformata in un cigno… solo l’amore può spezzare l’incantesimo… ma il principe si invaghisce della ragazza sbagliata e lei si uccide.”

Léon (1994)

Quando una persona ha la recitazione nel sangue lo si vede fin dal primo istante e questo è proprio il caso.

Si tratta dell’esordio nel mondo del cinema per la nostra attrice. E che diamine di esordio! In questo film francese firmato da Luc Besson, una giovanissima Natalie Portman è una ragazzina aspirante sicario, alla ricerca di vendetta. L’interpretazione della Portman è talmente elettrizzante e folgorante che in molte scene riesce addirittura a concentrare tutta l’attenzione dello spettatore su di sé, mettendo in ombra colleghi del calibro di Jean Reno e Gary Oldman.

C’è intensità, sicurezza, maturità e sicuramente una strabiliante credibilità, tutti elementi che risaltano ancora di più se si considera che al tempo la Portman aveva solo tredici anni!

“Io voglio amore… o morte. E basta.”

Federico Tufano
Un tizio qualunque a cui piace scrivere: più o meno la storia di ognuno di noi e della sua passione. Da piccolo sognavo che un giorno avrei fatto il paleontologo, per poter ammirare i miei animali preferiti: i dinosauri. Poi, quando mi hanno che i dinosauri erano tutti estinti non ci ho voluto credere e così mi sono rifugiato nel sogno, regno della fantasia dove ho tutt’ora la residenza. Spesso risulto indigesto, acido e diretto come un gancio sinistro del caro vecchio Balboa ma il mio motto è sempre stato “meglio dentro che fuori”. Forse morirò solo o forse vivrò abbastanza a lungo da farmi amare da tutti voi.