Con Love 101 Netflix sbarca in Turchia, sfornando un prodotto che è più di ciò che sembra

La notizia dell’apertura di una sede italiana è ormai vecchia di qualche mese, ma la politica del colosso dello streaming mondiale è sempre più chiara. Le parole chiave: aumento del numero delle produzioni originali ed espansione in Paesi ancora inesplorati. Con Love 101 Netflix sbarca nella Turchia degli anni Novanta e lo fa con un’opera che incarna la principale caratteristica dell’adolescenza: le potenzialità sotto la superficie. La serie diretta da Ahmet Katıksız si presenta infatti come un teen drama abbastanza ordinario, che si avvicina a classici come High School Musical o The O.C. ma si apre progressivamente verso tematiche più profonde e impegnative. Andiamo a scoprire perché, nel complesso, funziona.

Love 101 su Netflix: personaggi e caricature

I Peggiori

I protagonisti di Love 101 su Netflix si guadagnano l’appellativo di Peggiori nella prima puntata quando, senza essersi messi d’accordo, sabotano la gara di dibattito del prestigioso liceo che frequentano. A una prima occhiata le loro personalità potrebbero sembrare stereotipate: ciascuno di loro incarna infatti uno dei topos tipici del teen drama classico. Eda è bella, ribelle e sfrontata, sempre pronta a manipolare gli altri; ma non ha fiducia in se stessa e ha paura ogniqualvolta deve compiere una scelta. Isik è la rappresentante degli studenti, impeccabile nello studio e nel rispetto delle regole, ma sotto sotto ha un gran bisogno di lasciarsi andare. Kerem è il classico bad boy, sportivo e irascibile, che risolve tutto con la violenza perché non conosce altre modalità di espressione.

Sinan è cinico, disincantato, allontana gli altri con la sua intelligenza; ma lo fa solo perché ha paura di amare ed essere amato. Osman ha un grande talento per il business ed è il collante che tiene insieme il gruppo, ma non riesce a pensare ad altro che ai soldi. Il preside e gli altri professori cercheranno di limare i loro difetti, di ricondurli sulla retta via, ma non sarà così semplice.

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La famiglia

La famiglia è importante nella nostra società, perché ha la funzione di educare l’individuo alla convivenza con i suoi simili. I protagonisti di Love 101 su Netflix devono molto della loro personalità proprio ai contesti in cui sono cresciuti. Alcuni genitori hanno già progettato tutti i passaggi fondamentali della loro vita, altri li accusano di voler buttare via il proprio talento, altri ancora, semplicemente, se ne disinteressano. Le ferite che la famiglia infligge ai ragazzi ne condizionano il comportamento a scuola e ne provocano le reazioni, soprattutto quelle più efferate. I Peggiori devono quindi lottare anche contro i familiari, non solo con i professori.

La scuola

All’interno dell’universo scolastico gravitano forse i personaggi peggio caratterizzati di Love 101 su Netflix. I professori, per la maggior parte, sono mere caricature e si reggono solamente sul proprio ruolo drammaturgico. Il preside Necdet, per esempio, è un cattivo monodimensionale, disposto a tutto pur di espellere i Peggiori dall’istituto. Sempre fermamente convinto delle proprie idee, non si fa mancare dialoghi grotteschi ed espressioni surreali. Tuncay, il fidanzato della professoressa Burcu, è invece il ritratto dell’uomo che ogni donna (non) vorrebbe al proprio fianco: sedentario, manipolatore e dispotico, la tratta come una servetta.

Love 101 su Netflix: l’adolescenza come virtù

L’adolescenza non è una passeggiata per nessuno. Mentre la viviamo pensiamo sia in assoluto il periodo più brutto della vita, salvo poi ricordarla da adulti come il migliore. È proprio questo il meccanismo che permette allo spettatore di entrare in sintonia con i personaggi di Love 101 su Netflix. I Peggiori sono adolescenti in tutto e per tutto: non hanno ancora deciso cosa fare da grandi, vivono le emozioni in modo assoluto, proteggono ostinatamente la propria unicità. La scuola, la famiglia e persino gli altri compagni di classe sono forze che tentano di limare gli spigoli del loro carattere, di renderli più “digeribili” per la società di cui si apprestano a fare parte, ma i Peggiori rimangono fedeli ai propri principi fino alla fine. In Love 101, quindi, l’adolescenza è quasi un superpotere da conservare gelosamente, senza avere fretta di diventare adulti, di omologarsi. Anche perché, come dice la professoressa Burcu dopo il terzo bicchiere di vino, l’adultità non porta affatto con sé idee più chiare.

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Love 101 su Netflix: la narrazione tra alti e bassi

Una costruzione frettolosa

La modalità di narrazione di Love 101 su Netflix è fluida e si lascia guardare, ma non priva di difetti. Quello più evidente è una certa fretta nella costruzione dei conflitti. I rapporti tra i personaggi sono interessanti, ma spesso gli eventi importanti che li scandiscono si verificano troppo presto, risultando di conseguenza meno incisivi. L’esempio più calzante è l’innamoramento di Kerem per Eda (tranquilli, non è spoiler, è nella prima puntata). I due si baciano nel corso della prima scena in cui restano da soli. Un po’ eccessivo, se si pensa che prima del dibattito scolastico non si conoscevano nemmeno. Molti altri frangenti della progressione narrativa presentano la stessa fretta di passare subito dal seme al frutto. Una tendenza che depotenzia molti dei conflitti, ma che può sposarsi bene con la forma mentis adolescenziale, la quale vive le emozioni in modo totalizzante e assoluto.

Un meccanismo vincente

Love 101 su Netflix presenta un altro difetto tipico di molte serie presenti nell’offerta della piattaforma: somiglia di più a un film lungo che a un prodotto seriale. L’epopea dei protagonisti, infatti, si potrebbe benissimo concludere definitivamente con l’ottavo episodio: l’anno scolastico finisce, tutte le relazioni tra i personaggi principali sono al culmine e i Peggiori perdono l’obiettivo che li ha messi insieme in principio. Ciò che rende Love 101 una serie a tutti gli effetti è l’altra linea temporale, ambientata ai giorni nostri. Isik organizza una rimpatriata nella pericolante abitazione appartenuta a Sinan, aprendo la strada a una valanga di interrogativi interessanti. Dov’è Sinan? Gli altri componenti del gruppo verranno all’appuntamento? E soprattutto: alla fine i ragazzi sono riusciti a tener fede ai propri principi e a rimanere se stessi anche da adulti? Questo meccanismo incentiva l’immedesimazione del lettore e rappresenta il vero centro attorno al quale verranno costruite le prossime stagioni.

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Se ci si limita alle battute iniziali di Love 101, Netflix sembra aver prodotto solamente l’ennesimo teen drama con personaggi stereotipati. In realtà questi adolescenti, con il loro carattere difficile e le loro bravate, ci stanno parlando del condizionamento sociale, del significato dell’età adulta e di quanto pesi il fardello di essere se stessi.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.