Madoka Magica, ragazze magiche in lotta contro le streghe

Quando uscì ormai nel lontano 2011, Madoka Magica ottenne un enorme successo in patria e nel nostro Paese l’anime venne trasmesso la prima volta il 2 settembre dello stesso anno, conquistando non solo chi già amava il majokko ma anche gli scettici che dovettero ricredersi davanti al geniale smantellamento del genere.

Con atmosfere che si fanno via via più drammatiche e dark, l’anime di Madoka Magica rivela la sua vera natura nel corso di 12 episodi poi seguiti da ben tre film. Lo sceneggiatore Gen Urobuchi, proprio quest’anno, in occasione di questo decimo anniversario, ha annunciato che ci sarà un quarto lungometraggio, a conferma del grande potere d’intrattenimento di queste maghette speciali.

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Maghette e streghe

Puella Magi Madoka Magica, questo il titolo completo dell’anime, comincia con il classico incipit di un majokko qualsiasi: la protagonista, dal carattere ingenuo ma gentile, conduce una vita quotidiana tranquilla ma un giorno si trova improvvisamente in pericolo ed è allora che compare un animaletto misterioso in grado di donare il potere necessario per difendersi.

Tuttavia, nonostante sia la protagonista e colei che dà il titolo all’anime, Madoka non diventerà subito una ragazza magica, ma verrà costantemente protetta dalle altre maghe che l’hanno preceduta in questo calvario. E la chiave della trasformazione, in effetti, sta tutta qui: si tratta di un calvario perché acquisire i poteri significa, per le ragazze, compiere un sacrificio, mettendo in pericolo sé stesse per vedere realizzato un loro desiderio da Kyuubey.

Quello che Kyuubey non rivela per preservare i propri interessi, e che verrà svelato nel corso della serie fino al climax conclusivo, è la natura stessa delle streghe e della lotta contro di esse. Queste sono in realtà il risultato dell’accumulo di impurità nelle Soul Gem di cui sono dotate le maghette e la personificazione di vizi, desideri e ossessioni umane.

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La ciclica disperazione rappresentata nell’anime di Madoka Magica

Da dove cominciare a parlare di Madoka Magica, quando su questo anime è stato già detto tanto in questi dieci anni? Non solo dalle recensioni ma anche dagli altri prodotti del franchise, con la creazione della sua serie manga, di spin-off e videogiochi. In questi ritroviamo naturalmente l’estetica generale dell’anime originale di Madoka Magica: ragazze dotate di poteri che quando si trasformano indossano vestiti carini e colorati, in contrasto con le armi che impugnano al posto dei più classici scettri decorati.

Tuttavia, la decostruzione del majokko non si limita a questo, ma si spinge a un vero ribaltamento di prospettiva compiuto non solo dalle protagoniste quando scoprono la verità sull’essere maghe ma anche dallo spettatore che, dopo aver idealizzato per decenni l’idea di combattere i nemici a suon di magie colorate e formule magiche ripetitive, qui si vede costretto a realizzare quanto la vita di una maghetta possa essere tragica e colma di paura.

Ogni singola battaglia, d’altronde, viene sempre considerata un grande evento: non ci sono sempre e solo minions inviati a fare il lavoro sporco al posto del nemico principale, perché il nemico in realtà non è che un riflesso delle protagoniste stesse e dunque ci si scontrerà in prima linea. I mondi creati dalle streghe sono un incubo che assume forme di dipinti isterici, ognuno coi propri simbolismi e stili bizzarri e grotteschi, spesso riconducibili alle persone che erano una volta, e che visivamente si insinuano nella testa delle nuove maghette, via via sempre più incapaci di resistere alle immagini che hanno davanti.

La disperazione e il suo avvicendarsi con la speranza sono i due motori dell’anime di Madoka Magica, che va a toccare diversi temi a seconda di quale ragazza magica si sta parlando: dai rimorsi di Sakura Kyoko, ai timori di Mami, l’isolamento di Sayaka e il ripetuto sacrificio di Homura e Madoka, si approfondisce la psiche dei personaggi in ogni episodio, mentre lo spettatore avrà le stesse epifanie delle ragazze man mano che la situazione precipita: il valore e le conseguenze dei desideri, le energie cicliche che governano il mondo, la costante della morte in qualsiasi dimensione o universo parallelo ci troviamo, il patimento psicologico dovuto al costante fallimento, portano avanti l’opposizione tra una flebile speranza e una disperazione senza eguali, capaci di portare a una rivoluzione delle regole cosmiche e non solo.

Madoka Magica, un anime rivoluzionario

Grafica, colonna sonora e sceneggiatura sono i punti di forti di Madoka Magica, ai quali si aggiunge la distruzione dei vari tropi degli anime majokko. A suo tempo, poi, è stato sicuramente apprezzata anche l’assenza di episodi filler, momenti slice of life o scene comiche che interrompessero la tensione costruita dopo i primi due episodi, solo apparentemente blandi e comuni.

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Madoka Magica ha saputo dare una nuova consapevolezza di cosa significhi combattere per il bene da un punto di vista realistico, distruggendo l’immagine proposta da vari anime della ragazzina pura e gioiosa, sorridente e serena psicologicamente anche nelle battaglie più importanti. Questo anime spinge a riflettere su quanto sia importante soppesare i propri desideri e proteggere la propria psiche, tenendo in considerazione anche un livello più astratto, superiore, quasi spirituale.

Madoka Magica, in conclusione, non vuole trasformare il majokko terrorizzando attraverso immagini cruente (anche se sappiamo bene quale scena è rimasta la più memorabile) ma, semmai, mostrando i possibili risvolti quando si cede alla paura, al tormento, all’ossessione e alla depressione, in una forma di meditazione esistenzialista che pochi altri anime hanno saputo fare ancora in questi dieci anni.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.