Manga e religione occidentale sono due mondi lontani, ma spesso si incontrano

La prima cosa che colpisce chi è così fortunato da compiere un viaggio verso il Sol Levante è l’enorme differenza tra le culture. Sviluppatesi in epoche lontane e rimaste a distanza per interi millenni, esse hanno davvero poco in comune. Manga e religione occidentale, però, incrociano spesso le proprie strade. Probabilmente i Giapponesi sono attratti dalla solennità del Cristianesimo e dalla sua presenza costante in ogni aspetto della vita, così estranea ai più discreti culti orientali. Nel corso della storia del fumetto molti autori si sono cimentati nella rappresentazione di concetti e richiami tipici della cultura occidentale: alcuni ne hanno preso in prestito i simboli, altri ne hanno messo in scena i personaggi. Partiamo quindi alla scoperta dei casi più eclatanti di commistione tra manga e religione occidentale.

Manga e religione occidentale: una giustificazione per la guerra

Sebbene oggi sia stata sostituita dalla democrazia, la storia umana è piena di episodi in cui la religione è stata utilizzata come mera giustificazione superficiale per fare del male a qualcosa o qualcuno. Basti pensare alle Crociate e alle Guerre di Religione, che tra il Medioevo e il Rinascimento hanno devastato l’Europa e la Terrasanta. Anche ai giorni nostri, purtroppo, la situazione non è migliorata: anche se non più pubblicizzato come un paio d’anni fa, l’ISIS continua a uccidere in nome della fede. Hellsing, opera scaturita nel 1998 dalla mente di Kota Hirano, trasporta questo tema e le sue controversie in un mondo popolato da esseri soprannaturali. Berserk, la trentennale epopea di Miura Kentaro, mette invece l’accento sul potere che le istituzioni ecclesiastiche hanno detenuto per larghi tratti della storia europea.

Hellsing

Manga e religione occidentale compongono in egual misura l’essenza stessa di Hellsing, che trae la propria trama principale proprio dalla guerra millenaria tra i diversi rami del Cristianesimo. L’organizzazione che dà il nome all’opera, infatti, agisce per conto della chiesa anglicana, alle dirette dipendenze della corona britannica. Per quanto riguarda il Cattolicesimo, invece, il Papa è a capo della XIII Divisione Iscariota, un esercito di ecclesiastici deliberatamente creato per combattere gli infedeli e i mostri.

L’abbigliamento degli Iscarioti richiama i lati e le derivazioni più inquietanti della religione: i soldati portano un lungo abito bianco con una croce rossa che richiama le Crociate e un cappuccio a punta che somiglia molto a quello del Ku Klux Klan. Le armi, invece, si riferiscono direttamente al personaggio biblico. La mano destra brandisce un pugnale avvelenato, sintomo della consapevolezza di andare contro i princìpi stessi del Cristianesimo, e di dover pagare un giorno per questo. La mano sinistra stringe i famosi trenta denari, la paga per il tradimento di Gesù.

Il nostro rapporto ambivalente con la religione è alla base della narrazione in Hellsing, che sembra giungere a un’amara conclusione: la usiamo solo quando ci conviene, come giustificazione per stare meglio con noi stessi, ma non abbiamo il coraggio di vivere davvero secondo i suoi precetti. I personaggi fanno del male agli altri per il semplice gusto che ne deriva e la fede è solo un espediente per dare un fine nobile ad azioni deplorevoli.

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Berserk e la Santa Sede

Berserk è un’opera che va avanti da più di trent’anni, ma esercita ancora oggi un fascino particolare e magnetico su vecchi e nuovi lettori. Tra i tanti temi trattati è possibile scorgere anche quello che spesso lega manga e religione occidentale: il potere della Chiesa. Nell’universo medievaleggiante dell’opera di Miura Kentaro la Santa Sede domina su buona parte del continente conosciuto, esattamente come lo Stato Pontificio nel concitato periodo storico che va dal Basso Medioevo alla metà del Seicento.

L’esercito regolare è guidato da sanguinari vescovi guerrieri e mostra i muscoli soprattutto nella riscossione dei tributi: i soprusi sui poveri popolani indifesi sono all’ordine del giorno. Anche la gerarchia richiama da vicino quella della chiesa di Roma, con tanto di sacerdoti e cardinali. Il lato più somigliante, però, è quello relativo all’Inquisizione. La Santa Sede dà la caccia a chiunque non sia d’accordo con la sua condotta, bollando i dissidenti come eretici. Miura muove poi la critica più diffusa nei confronti dei vicari della fede: come nella realtà storica gli ecclesiastici predicano la povertà ma vivono nello sfarzo più assoluto con buona pace della maggior parte dei fedeli, che muoiono di fame.

Manga e religione occidentale: angeli, demoni e shinigami

Alcuni studiosi sostengono che il Cristianesimo, soprattutto nelle sue declinazioni più popolari e superstiziose, non sia davvero una religione monoteista. Il culto dei santi e della Vergine Maria sono, per esempio, realtà di innegabile importanza, soprattutto in alcune zone del mondo. Anche la Bibbia parla di parecchie figure intermedie tra Dio e gli uomini, le più famose e rappresentate delle quali sono gli angeli. Molto fortunate anche nella narrazione nipponica, queste creature alate contano molteplici rappresentazioni.

Platinum End: gli angeli

Nell’ultima opera del duo Ohba Tsugumi-Obata Takeshi manga e religione occidentale approfondiscono la propria simbiosi. I protagonisti sono ragazzini che hanno tentato il suicidio, i quali vengono prima salvati dalla morte e successivamente accuditi dagli angeli. L’obiettivo delle creature celesti è quello di scegliere tra i personaggi colui o colei che dovrà prendere il posto di Dio, disposto ad abdicare per motivi non ancora svelati. Poiché il manga è ancora in corso di pubblicazione per Panini Comics non approfondiamo oltre la trama, ma ci concentriamo sulle caratteristiche degli angeli in questione. Le loro fattezze li rendono subito riconoscibili per ciò che sono: le grandi ali, la mancanza di organi genitali e l’organizzazione gerarchica sono elementi visti e rivisti. Il carattere, invece, è meno scontato.

Gli angeli di Platinum End sono dotati di una propria volontà e capaci di provare empatia. Ognuno di loro fa il tifo per il proprio candidato e cerca di aiutarlo sempre al massimo delle proprie possibilità. Alla base di tutto, però, c’è anche un tornaconto personale: la creatura celeste che avrà fatto da partner al vincitore della “gara” riceverà una ricompensa non indifferente. Gli angeli di Ohba e Obata sono quindi molto più simili agli umani delle loro controparti bibliche, nonché capaci di un senso dell’umorismo del tutto inaspettato.

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Berserk: i demoni

La saga di Miura Kentaro è considerata uno dei capisaldi del genere dark fantasy, e non a caso. Nel cupo universo in cui Gatsu e compagni lottano ogni giorno tra la vita e la morte anche le creature intermedie tra Dio e gli uomini incutono paura. Conosciuti come la Mano di Dio, cinque demoni si manifestano ciclicamente durante le eclissi e hanno il compito di essere l’organo con cui il divino agisce sul mondo. Il più emblematico e importante di essi è l’ultimo arrivato, Phemt. Reincarnazione di Grifis, migliore amico del protagonista e capo carismatico della Squadra dei Falchi, una compagnia di ventura di grande successo, questo personaggio porta con sé molti riferimenti al Cristianesimo.

La nascita stessa di Phemt, per esempio, ricalca le tappe della risurrezione di Gesù: morte e abbandono delle spoglie di uomo comune, ascensione al cielo e ritorno in Terra come uomo perfetto. Non mancano riferimenti alla simbologia religiosa anche nelle fattezze del Falco Nero. Le ali sono ciò che lo avvicina agli angeli, ma anche una raffigurazione della volontà di trascendenza che lo ha portato a sacrificare tutto per il suo obiettivo. Il dito della Mano di Dio occupato da Phemt è poi l’indice, quello che nei quadri rinascimentali viene usato per indicare il cielo o la divinità stessa.

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Death Note: gli shinigami

Ohba Tsugumi e Obata Takeshi sono dei veri e propri maestri nel coniugare manga e religione occidentale. Nella loro opera più celebre e riuscita colui che dà il via alla vicenda è Ryuk, uno shinigami che lascia cadere nel mondo degli umani il suo quaderno della morte per combattere la noia. Il dio della morte è raffigurato come un angelo dalle grandi ali nere e dai denti aguzzi, dotato di uno spiccato senso dell’umorismo. Il quaderno, invece, capita nelle mani di Light Yagami, uno studente modello con una grande voglia di giustizia. Death Note è la storia di un potere divino e di come esso può cambiare radicalmente chi ne entra in possesso.

Sebbene gli shinigami non siano propriamente angeli e facciano parte della cultura orientale, la concezione di Dio come di un essere superiore capace di esercitare il potere massimo, ovvero quello di togliere la vita, è molto occidentale. Numerosi sono anche gli altri riferimenti alla religione cristiana, come la croce al collo di Misa Amane, il rosario di Mello o i quadri della Madonna presenti nella stanza della ragazza. Un altro simbolo di Death Note è la mela, di cui Ryuk è ghiotto: nel libro della Genesi essa è il frutto che permette di distinguere il bene dal male, rendendo l’uomo simile a Dio. Light, come Adamo, proverà a diventare la divinità di un nuovo mondo. La scena in cui L lava i piedi al protagonista è invece un riferimento al passo del Vangelo della lavanda dei piedi. Ryuzaki, così come Gesù, subirà infatti il tradimento da parte del suo partner investigativo.
La versione anime di Death Note presenta una citazione della Pietà di Michelangelo, quando Naomi Misora sorregge il corpo morente del fidanzato Ray, appena colpito dal quaderno. La colonna sonora riprende invece il Requiem di Tommaso da Celano. Uno dei brani, Kyrie, è una rivisitazione del canto in greco Kyrie eleison, ovvero “Signore pietà”.

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Manga e religione occidentale: storie messianiche

La correlazione tra manga e religione occidentale non passa solo per le varie rappresentazioni di angeli, demoni e altre creature soprannaturali. Ci sono narrazioni che riprendono, magari in salsa un tantino più action, le vicende di Gesù narrate nei Vangeli, o almeno ne traggono spunto in maniera evidente. La storia di un uomo capace di trascinare dietro di sé un numero sempre crescente di discepoli ha in effetti il suo potenziale. Fujimoto Tatsuki, autore di Fire Punch, prova a sfuttarlo.

Fire Punch, un messia-torcia umana

Agni è un semplice ragazzino e abita in un villaggio dove il freddo pungente non permette alle coltivazioni di dare i propri frutti. Grazie a un talento particolare, una benedizione, il suo corpo si rigenera continuamente, così Agni taglia via parti di sé tutti i giorni per sfamare gli altri abitanti. Il sacrificio quotidiano e la capacità di trasformare il corpo in cibo lo avvicinano a Gesù, ma non sono gli unici caratteri che rendono Fire Punch simile a un racconto biblico. Con l’andare dei volumi il cammino di Agni si costella di morte e distruzione, ma le sue azioni benevole lo circondano di discepoli.

Poveri, affamati, deboli ed ex schiavi lasciano la propria routine per seguirlo, riconoscendo in lui il possibile salvatore di un mondo che sembra ormai compromesso per sempre. Molti si staccheranno poi dal gruppo e inizieranno a girovagare per il grande regno di Behemdorg con lo scopo di raccontare le gesta di Agni, come gli Apostoli. Il ragazzo è quindi visto da coloro che lo venerano come un Messia, addirittura come un Dio, ma in realtà è solo un’anima ferita che cerca un posto tranquillo dove non venire subissato dalle responsabilità. Quella di Agni è dunque la storia di un Messia involontario, accidentale, capace di appassionare il lettore dalla prima all’ultima pagina.

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Manga e religione occidentale sembrano due elementi lontani nel tempo e nello spazio, ma ogniqualvolta incrociano le proprie strade si fondono in qualcosa di fruttuoso, capace di offrire numerosi spunti di riflessione. Un’altra dimostrazione, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, del fatto che i manga non siano “solo dei fumetti per adolescenti”.

Marco Broggini
Nasce con Toriyama, cresce con Ohba e Obata, corre con Shintaro Kago. Un percorso molto più coerente di quello scolastico: liceo scientifico, Scienze della Comunicazione, tesi su Mission: Impossible, scuola di sceneggiatura. Marco ha scoperto di essere nerd per caso, nel momento in cui gli hanno detto che lo sei se sei appassionato di cose belle. Quando non è occupato a procrastinare l'entrata nel mondo del lavoro, fa sport che nessuno conosce e scrive racconti in cui uomini e gatti non arrivano mai alla fine.