Arriva su Amazon Prime Video la docuserie Maradona: Sogno Benedetto che ripercorre le tappe che hanno reso leggenda El Pibe de Oro

Per capire cosa è stato Maradona basterebbe osservare gli occhi di chi lo ha visto giocare, mentre ne ricorda le sue gesta. Sguardi sognanti, che rivivono attimi in cui un uomo si trasformava in divinità e il terreno di gioco diventava il Monte Olimpo. Perché in campo El Pibe de Oro non era umano, andava oltre, nella pura trascendenza calcistica.

Ricostruire la Leggenda

Maradona: Sogno Benedetto, i cui primi cinque episodi sono disponibili su Prime Video dal 29 ottobre, è un viaggio nel tempo, che cerca di ricostruire la genesi di una leggenda. Ripercorrendo la sua gloria e le sue innumerevoli ombre. Perché Maradona ha sempre convissuto con il suo alter ego, un giano bifronte in cui il divino e il tremendamente umano convivono in un’esistenza caotica. Ma il suo caos era poesia.

Come si riesce a raccontare una storia che già di per sé sembra scritta da uno sceneggiatore geniale e visionario? In molti ci hanno provato, alcuni sono riusciti nell’impresa di riuscire a toccare le reali corde suonate dal Pibe de Oro, altri si sono persi nei labirinti retorici e al limite del macchiettistico. Maradona: Sogno Benedetto tenta di non perdersi nelle innumerevoli tentazioni di una narrazione stucchevolmente enfatica, ma ci riesce solo a metà.

Tutto inizia nella polvere della periferia di Villa Fiorito. Nei bassifondi di Buenos Aires i sogni si smarriscono presto, travolti da una realtà sociale che non permette scelte. Ma nella terra brulla dei campi malandati del quartiere succede l’impossibile: un bambino di nove anni sembra provenire da un altro pianeta, incanta con ogni semplice tocco del pallone e con la sua abilità calcistica è pronto a ribaltare un destino che sembra scontato. Inizia nel fango di un quartiere disagiato la storia di Diego Armando Maradona, che ben presto viene adocchiato da due talent scout che rimangono estasiati dal suo talento. Ed è l’inizio di quel sogno benedetto.

La docuserie sceglie la strada della tripartizione temporale, seguendo diversi momenti della vita di Maradona. Per realizzare questo sguardo d’insieme sono stati scelti tre attori differenti: Nazareno Casero, Juan Palomino e Nicolas Goldschmidt. Le varie fasi della vita del Pibe de Oro vengono ripercorse con interpretazioni cariche di una enorme intensità emotiva, con pennellate decise che cercano di definire i contorni di un personaggio dai tratti costantemente mutevoli e privi di etichette. Viene dipinto quindi un uomo che, nonostante il successo fuori controllo, rimane ancorato ai valori maturati nei vicoli polverosi di Villa Fiorito. Generoso, ostile ai poteri forti, capace di rialzarsi dopo ogni grosso errore, sognatore. Le fasi della vita di Maradona sono sempre state condizionate dalla scombussolata vita politica argentina, la serie prova a delineare un quadro politico, ma questa trovata appare perlopiù forzata e mal si amalgama con il flusso narrativo calcistico e umano. Troppo forte la figura di Maradona per spezzare il ritmo del racconto con intermezzi che appaiono quasi didascalici.

Maradona: Sogno benedetto, che sarà completa con il rilascio degli ultimi tre episodi su Prime Video il 12, 19 e 26 di novembre, ha grandi ambizioni e si intuisce dalla cura con cui si è voluto ricostruire il mondo, anzi i mondi, in cui il Giocatore ha vissuto. La lavorazione si è rivelata estremamente complessa e lunga, coinvolgendo diversi paesi: le riprese sono state effettuate in Argentina, Spagna, Italia, Uruguay e Messico. Come per gli attori, anche i registi sono tre: le parti in Sud America sono dirette da Alejandro Aimetta, che è anche ideatore e sceneggiatore della serie, Roger Gual ed Edoardo De Angelis invece sono i registi degli episodi girati in Spagna e Italia.

Anche per quanto riguarda la scrittura, si assiste ad alti e bassi. L’intensità e l’eleganza di alcuni dialoghi che ricreano magistralmente il carattere sui generis di Maradona, si scontra con alcune cadute di stile, che ricorda i peggiori pomeriggi della TV in chiaro italiana, in cui improbabili serie sudamericane intrattengono i nostri ultra ottuagenari. Merita un plauso la cura certosina riservata alla fotografia, che proietta lo spettatore nel calore climatico ed umano del Sudamerica, mettendone in risalto ogni poetico dettaglio.

Come la vita del Pibe de Oro la sua docuserie viaggia su binari diversi, cade e poi si rialza, fa sognare, poi improvvisamente ci si interroga sui suoi errori. Ma se Maradona rimarrà comunque una divinità calcistica i cuoi difetti non scalfiscono la sua maestosità sportiva, questa serie non riceverà mai la benedizione della Dea Eupalla di breriana creazione.

Maradona: Sogno Benedetto è su Prime Video dal 29 ottobre!

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.