Un messaggio di Eichiro Oda annuncio l’aumento delle pause su One Piece

Brutte notizie per i fan di One Piece. A quanto pare il Coronavirus è riuscito a bloccare anche l’equipaggio della Thousand Sunny. Il Giappone ha scelto la prudenza nella lotta alla pandemia, preferendo quindi sospendere e limitare moltissime attività.

Tra queste, per sfortuna degli appassionati, ci sono anche le riviste di fumetti. Weekly Shonen Jump è una delle testate che ha deciso di limitare i lavori, portando quindi a un ritardo nelle pubblicazioni. Ciò ha coinvolto anche il suo prodotto di punta, One Piece.

L’ultimo capitolo in attesa di uscire in Giappone è il 979, nella parte più calda della saga di W, ed è accompagnato da un messaggio di Oda ai fan.

“Per quanto riguarda il manga sto continuando a lavorare giorno dopo giorno, ma essendo la maggior parte del nostro lavoro analogica non possiamo evitare grandi assemblamenti di persone. Per ciò abbiamo limitato lo staff al minimo, vivendo una vita quanto più possibile lontana dal contagio. Per questo motivo la realizzazione delle nuove storie e degli altri progetti è stato rallentato in maniera frustrante”.

“Per questo motivo penso ci saranno altre interruzioni in futuro, ma vi prego di comprendere, non si tratta di una scelta fatta per qualche forma di malessere, ma di una misura per consentire di continuare la pubblicazione di questo manga nella maniera più sana possibile!”

Oda annuncia allo stesso tempo anche dei ritardi per quanto riguarda l’anime, che si è già interrotto da qualche tempo per questioni di salute pubblica. Tuttavia, per alleviare la permanenza a casa dei lettori giapponesi, il primo volume del manga è stato reso disponibile gratuitamente online.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.