È considerato il Padre del manga, e la sua opera è pressoché sterminata. Ma orientarsi tra i fumetti di Tezuka non è impossibile: eccone 5 da leggere assolutamente.

Settecento storie e circa 170mila tavole. Questa è la straordinaria eredità artistica di Osamu Tezuka, il Padre del manga. Il suo contributo artistico è fondamentale per la storia del fumetto giapponese, ma non solo. Ha influenzato artisti di tutto il mondo ed è diventato caposcuola dell’animazione, scrivendo, disegnando e dando vita ad alcuni personaggi cult dell’immaginario pop. Sono in pochi a non aver mai sentito parlare di lui, e probabilmente nessuno non ha mai visto i suoi disegni e almeno qualcuno dei suoi personaggi. Non solo: l’impatto estetico della sua opera, la scelta di rappresentare i personaggi con occhi grandi e sognanti, mutuando e personalizzando i primi cartoni animati occidentali disneyani (e non) è diventato canone. Difficile immaginare una cultura popolare contemporanea senza il contributo di questo grande maestro, la cui produzione è periodicamente ri-celebrata con nuove edizioni dei suoi fumetti. In Italia è J-Pop a presentare la prossima ristampa. Ma da dove iniziare, se si vogliono leggere i manga di Tezuka?

Scegliere cinque opere su una produzione così vasta non è un’impresa semplice, ma la Storia, la dedizione dell’autore e il successo di alcune opere possono distinguere alcuni veri e propri capolavori. Vediamo insieme quali.

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Astro Boy

Forse il manga più famoso di Osamu Tezuka, Astro Boy (il cui primo volume è stato pubblicato nel 1952) è una sorta di rivisitazione dell’archetipo fiabesco di Pinocchio. Il protagonista, Astro, è un ragazzo meccanico creato dal dottor Tenma, il quale ha sua volta perso un figlio (“vero”). L’acquisizione dell’umanità, ma non solo, l’abbandono paterno, il cammino dell’eroe sono tutte avvincenti tappe di un’epopea di 23 volumi che ha avuto anche un’importante trasposizione animata. L’anime di Astro Boy, che esordisce nel 1963, è praticamente la prima serie animata ad essere trasmessa dalla tv giapponese. Dopo questo, come sappiamo, la produzione di anime sarà sterminata e in parte anche grazie all’intervento diretto di Tezuka. In Italia il Manga è stato pubblicato anche da Panini Comics.

La storia dei tre Adolf

Facciamo un balzo in avanti nel tempo di circa trent’anni rispetto all’esordio di Astro Boy. Tezuka ha sempre rivendicato l’esigenza di usare il manga e l’anime non solo come prodotti di intrattenimento pure, ma anche come luogo di esplorazione e elaborazione di riflessioni e sentimenti. Nel 1983 l’autore si cimenta in una storia complessa, che ricorda un po’ l’espediente de Il grande dittatore dell’indimenticato Charlie Chaplin. Solo che ne La storia dei tre Adolf, gli omonimi di Hitler sono due. Ovviamente questa non è l’unica differenza, e la storia prende una piega del tutto personale, con un’acuta osservazione della natura umana, delle sue contraddizioni, della sua crudeltà. La storia dei tre Adolf (o I tre Adolf, in alcune traduzioni) è considerato uno dei picchi della produzione di Tezuka, quindi vale sicuramente una lettura.

La principessa Zaffiro

Prerogativa dei Maestri è aprire la pista a nuovi generi mai esplorati, o non ancora approfonditi. Nel caso di Tezuka possiamo dire che il suo contributo è stato fondamentale anche nella nascita degli sojo manga, con la creazione del La Principessa Zaffiro. La protagonista, come ben chiarisce il titolo è una principessa, costretta però a vivere sotto spoglie maschili. L’opera esordisce su carta nel 1953, quindi temporalmente molto vicina ad Astro Boy e anche qui Tezuka non risparmia la giovane protagonista da un duro cursus honorum. In particolare, il manga affronta in maniera del tutto pioneristica una fluidità di genere derivata un po’ per necessità, un po’ per intervento magico. Il risultato è una storia di onore, valore e costruzione di sé a cui tutte le lettrici (e i lettori) non possono che appassionarsi.

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Black Jack

Leggermente meno noto in Italia di quelli già citati, ma non per questo meno valido, Black Jack si concentra tutto sul carisma del suo protagonista. Questo manga, che esordisce nel 1973, racconta infatti la storia di una sorta di medico-pirata, che opera senza licenza solo apparentemente per motivi venali. La verità viene presto a galla e dona al protagonista una caratterizzazione ambigua e interessante. Si presenta come un anti-eroe, ma in fondo compie gesti di grande generosità e altruismo. Un altro esempio di come Tezuka riuscisse a plasmare gli archetipi narrativi con maestria, fantasia e inarrestabile creatività. In Italia il manga di Black Jack è stato pubblicato da J-Pop.

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Kimba il Leone Bianco

Per il pubblico occidentale, la vicenda di un cucciolo di leone orfano di padre supera delle sfide per diventare il Re della Savana è piuttosto familiare, almeno dal 1994. Tuttavia ormai è anche noto che la storia di Kimba di Tezuka anticipa di quasi mezzo secolo quella di Simba di Walt Disney. Nel 1950 il Padre del manga lancia le avventure di questo leoncino bianco, che interagisce con il resto della giungla e anche con gli uomini, attraversando avventure a volte spaventose, a volte leggere. I toni, rispetto ad altri lavori più maturi di Tezuka, sono fiabeschi e infantili ma non per questo banali. Come in tutte le opere del Maestro, anche personaggi e storie concepiti per i più giovani sono ricchi di domande e riflessioni, oltre che di momenti drammatici e toccanti. Si può leggere Kimba il Leone Bianco in questa edizione.

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Bonus: La fenice

Pubblicato per la prima volta nel 1967, ma concepito in realtà sin dal 1954, La Fenice è l’opera più lunga e ambiziosa di Tezuka, interrotta solo dalla sua morte nel 1989. Il manga è composto da dodici volumi, intitolati: l’Alba, il Futuro, Yamato, l’Universo, il Mito, la Resurrezione, il Manto di piume, la Nostalgia, la Guerra civile, la Vita, gli Esseri Fantastici e Il Sole. In ognuno di essi Tezuka affronta e sviscera temi universali, attraversando diverse epoche (tra passato remoto e futuro) e luoghi. La morte, il sogno, l’emarginazione, la malattia, la resurrezione, l’immortalità. La Fenice è il diario spirituale del Maestro e quindi anche il suo racconto più complesso e profondo. Un’opera monumentale, che si può leggere anche in questa edizione.

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Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.