Un soffice mondo di lana

Con l’arrivo di Switch ormai alle porte, anche Nintendo deve aver tirato le somme di Wii U e i suoi 4 anni di vita: una console che, se paragonata alla nuova arrivata, appare sempre più come un prototipo fin troppo acerbo e che rappresenta uno dei passi falsi più grandi della casa di Kyoto.

Nonostante ciò, però, la softeca messa a disposizione è un viavai di titoli di ragguardevole fattura che – non a caso – troveranno il loro posto su Switch, com’è giusto che sia.
Anche Yoshi Woolly World era tra questi, ma Nintendo ha deciso che la sua casa ideale fosse il 3DS: ecco quindi Poochy & Yoshi’s Woolly World, che irrompe sui nostri dispositivi portatili a doppio schermo con quello che sembrerebbe un platform come tanti ma che, invece, punta ad essere qualcosa di più, pur non centrando del tutto il bersaglio.

Partiamo con un grande avvertimento: se avete avuto modo di godervi Yoshi e il suo sofficioso mondo di lana su Wii U, potete tranquillamente passare ad un altro articolo di Stay Nerd perché la recensione finisce qui. Poochy & Yoshi’s Woolly World, di fatto, non rappresenta un’aggiunta di spessore a chi ha già esplorato gli anfratti di Isola Gomitolo. Se invece non siete mai stati ammaliati da una delle versioni di Yoshi più coccolose di sempre, questo titolo può essere un must have della vostra collezione.

La narrazione, al solito, non è di prim’ordine bensì un mero canovaccio per dare il là alle nostre peripezie, come spesso accade nei mondi Nintendo. La tranquillità della già citata Isola Gomitolo viene sconvolta dall’arrivo di Kamek, villain per eccellenza dei draghetti, il quale trasforma tutti i vari abitanti in gomitoli di lana, lasciando nelle mani dell’unico vero Yoshi il compito di salvare i suoi amici e sconfiggere il terribile Magikoopa.
Poochy & Yoshi’s Woolly World ricalca alla perfezione il gameplay del fratello maggiore, riproponendo dunque nell’interezza i sei mondi che compongono il gioco, ognuno con otto livelli e il suo approccio molto leggero sulle prime battute, facendo presagire un’avventura decisamente alla portata di tutti. Ed è proprio in quel momento che la curva di difficoltà si impenna, proponendo livelli ben articolati e ricchi di tecnica, abbastanza da ricordarci che dietro a tutto ciò c’è chi i platform li mastica da trent’anni. Anche per questo motivo, il gioco abbraccia la filosofia della modalità Relax, vale a dire una versione facilitata già presente in origine ma che, nella sua controparte portatile, vede l’entrata in scena di Poochy, piccolo ed adorabile cagnolino che, assieme ai suoi cuccioli, ci aiuterà a trovare tutte le vie segrete e i collezionabili più difficili da scovare. Un modo intelligente per andare incontro ai giovanissimi ma che, di fatto, potrebbe anche essere l’ultima spiaggia dei completisti: l’asso nella manica del gioco, infatti, è il numero esorbitante di collezionabili nascosti tra fiorellini, gomitoli di lana, da cercare in lungo e in largo facendo anche ampio uso del backtracking se necessario, mostrando però il vero obiettivo da perseguire e la scelta ideale per rendere il titolo molto più longevo.

L’unica nota dolente del gioco sono i boss, i cui pattern non rappresenteranno alcuna difficoltà per i navigati ma nemmeno per chi è alle prime armi, abbassando di poco l’asticella della sfida.
Altre aggiunte alla formula principale sono i livelli interamente dedicati a Poochy, una sorta di endless run con alcuni obiettivi anche a tempo, che permetteranno di sbloccare colorazioni alternative del canoso (da intendersi come cane lanoso), nonché un editor che permette ai giocatori di creare il proprio Yoshi di lana, scegliendo tra numerosi pattern e trame.

Chiude la lista il Teatro, luogo dove sarà possibile sbloccare dei piccoli corti realizzati con gli Amiibo di Yoshi e Poochy, una cosa da niente se non fosse che, per la miseria, è tutto talmente coccoloso che non avrete mai il coraggio di dire che sono brutti, primo perché non lo sono e secondariamente perché sono coccolosi. Ovviamente sono compatibili anche tutti gli Amiibo dedicati al gioco, compreso il nuovo Amiibo di Poochy che sbloccherà dei livelli extra nella modalità a lui legata.

Parlando invece di aspetti tecnici, questa conversione mostra il fianco ad una qualità grafica decisamente inferiore rispetto alla versione Wii U: laddove una volta si poteva osservare nel dettaglio l’intreccio del mondo di lana, regalando brividi subito sopiti dalla soffice morbidezza visiva, la ridotta potenza della portatile Nintendo ha costretto gli sviluppatori ad un massiccio downgrade delle texture, al punto da sembrare attaccate ai modelli spigolosi. Difetti comunque prevedibili e che non minano in modo drammatico il titolo, che resta godibilissimo anche in 3D, nel caso vogliate immergervi un po’ di più in questo mondo.
Invariato anche il sonoro, che spicca con melodie dolci e che sicuramente vi ritroverete a fischiettare in giro per quanto sono carine, intervallate dai versi di Yoshi che rappresentano l’apoteosi della tenerezza.

Concludendo, Poochy & Yoshi’s Woolly World è un titolo consigliato solo a chi non ha avuto o non ha modo di giocare su Wii U: le differenze con la controparte fisica sono talmente minime che, a meno che non siate perdutamente innamorati di Isola Gomitolo, difficilmente potreste essere interessati a rigiocarvi un titolo che comunque viene decisamente penalizzato da un comparto tecnico impossibile da replicare.
Se però avete posato gli occhi su quei tenerissimi Yoshi di lana con lo stesso trasporto che avreste guardando un buffet no limits, allora siete autorizzati ad uscire giusto il tempo di prendervi una copia del gioco e sprofondare in un soffice mondo lanoso.

Conclusioni:

Il mio amore per Yoshi’s Wooly World è incondizionato, come dimostra anche un Mega Yarn Yoshi che mi osserva da una mensola con occhio tondi e profondi. Poochy & Yoshi’s Woolly World non lascia per strada lo smalto che caratterizza questo platform, votato più all’esplorazione che ad una sfida continua, ma rappresenta comunque una conversione che non aggiunge davvero nulla di nuovo. Il comparto grafico inoltre è parecchio impietoso e per un gioco che su Wii U mostra una cura per il dettaglio maniacale, ed è davvero un peccato. Farne un seguito come Splatoon no, eh?

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.