Il sexy mietitore di Silent Hill

“Qual è per voi il mostro o l’antagonista più iconico nella storia dei videogame horror?”. Si tratta sicuramente di una domanda interessante e dalla risposta quantomai difficile, soprattutto se consideriamo la forte compontente personale, se ciò non bastasse i videogame sono ricchissimi di aberranti creature o serial killer pronti a perseguitare senza sosta i malcapitati giocatori. Come dimenticare l’inquietante Scissorman che in Clock Tower (correva l’anno 1995) inseguiva la protagonista armato delle sue enormi e terrificanti forbici, o il Tyrant e il Nemesis di Resident Evil spauracchi del membro S.T.A.R.S di turno, fino al più recente e coriaceo Custode di The Evil Within (ma anche gli altri nemici non scherzano) o l’elegantissimo e petulante SlenderMan in Slender? Ognuno di loro ha la sua storia, le sue particolarità, i suoi punti di forza e per fortuna anche delle debolezze, ma tutti loro ci hanno fatto indistintamente correre e sudare freddo in più di un’occasione: il solo fatto di sapere che loro fossero lì fuori da qualche parte in attesa di incrociare il nostro cammino rendeva il videogioco di turno molto più coinvolgente e terrificante. Questi antagonisti spiccano tra i loro fratelli minori sia per possanza che per caratterizzazione poiché non nascono come dei semplici mostri di turno ma hanno una mente, una storia e delle motivazioni ben precise che li spingono ad agire. Spesso provengono o danno vita a miti “Creepy Pasta” come per il caso dello SlenderMan ed alcuni di loro hanno avuto non solo la fortuna di riuscire a “fuggire” dal mondo videoludico per arrivare fino al grande schermo, ma incredibilmente sono stati anche ben rappresentati dal regista di turno, cosa assai rara quando si tratta di trasporre un videogame su pellicola.
Tra questi fortunati ricade il Bravo Ragazzo di cui vi parleremo oggi: uno degli antagonisti più iconici, ambigui, freddi, e per certi versi sexy (sì, c’è anche chi lo trova sexy) che i gamer amanti del genere horror abbiano mai incontrato ovvero il signor Pyramid Head.

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Volevo un gatto nero, nero, nero

Il primo capitolo di Silent Hill, uscito per 1999 per PlayStation, fu un enorme successo. Complici un’atmosfera angosciante divisa tra il mondo reale (che poi tanto reale non è) e l’Otherworld la trasposizione astratta e infernale dell’omonima città dannata, complice una trama che si dipana in maniera fluida e coinvolgente attraverso i personaggi giocanti e non trascinando il giocatore semplicemente in un insensato orrore senza fine, complice anche il simbolismo esoterico che pervade il gioco in ogni dettaglio, e ultimo ma non ultimo un gameplay con trovate geniali come la radio che avvisa con suoni sinistri la vicinanza di una creatura o l’imminente arrivo delle tenebre. Tutti questi fattori, sommati al marchio Konami che almeno all’epoca era sinonimo di garanzia, hanno creato un successo videoludico nonché quella che è stata una delle saghe videoludiche più famose e amate di sempre.
Quando nel 2000 per la Konami è arrivato il momento di sfornare il capitolo successivo, si è palesata agli sviluppatori la necessità di inserire nel titolo un elemento che rendesse il gioco migliore o quantomeno più accattivante rispetto al primo capitolo, insomma che fidelizzasse il giocatore. Cosa c’è di meglio quindi, di un bell’antagonista? Badate bene che la Konami non cercava di inserire il solito mostro invincibile di turno, bensì un essere ben caratterizzato e giustificato nel contesto da incubo in cui ruota l’esistenza di Silent Hill.
Masahiro Ito è l’illustratore e progettista Konami che ha creato i mostri dei primi tre capitoli della serie e dalla cui mente è nato appunto Pyramid Head.

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Ito voleva dar vita ad un’inquietante antagonista umanoide che di umano però avesse solo l’aspetto ed optò quindi per un essere il cui volto ed emozioni fossero celate, ma volendo evitare lo stereotipo dell’uomo in maschera (in stile Leather Face, al quale inevitabilmente Pyramid Head è stato accostato) decise di optare per un’esasperazione mostruosa di quest’ultima trasformandola in un enorme elmo metallico triangolare che incutesse sofferenza e paura. Già dai primi schizzi su Pyramid Head si palesò l’intenzione di dar vita ad un qualcosa che fosse tutto tranne che umano e l’elmo è stato il punto focale della sua caratterizzazione ed anche uno dei motivi del suo iconico successo. Ito cercava di creare “Il BoogeyMan, l’uomo nero” per eccellenza e finì per riuscirci. Pyramid Head è principalmente conosciuto nella sua “mise” più classica, ma nei vari capitoli della serie cambia sia di ruolo che di caratterizzazione presentandosi con armi, abbigliamento e forme fisiche differenti. Nella sua prima apparizione in Silent Hill 2 si presenta come lo stereotipo da incubo del macellaio sotto casa: uomo possente e leggermente in sovrappeso dalla carnagione pallida vagamente malata, vestito di un camice bisunto e sporco di sangue, stivali e guanti anch’essi logori e lerci, il tutto tenuto su da lacci e cerniere intrecciati tra loro ed il fatidico elmo è un enorme triangolo di ferro arrugginito che sembra recare gran fastidio, infatti, in più di una occasione durante il gioco, si può vedere Pyramid Head mentre cerca di toglierselo di dosso con scarsi risultati. Se l’elmo sia una tortura o meno rimane un fatto sconosciuto, ma la cosa è presumibile dato che nei capitoli successivi si scopre che al suo interno è munito di spuntoni acuminati. Questo copricapo da incubo non presenta aperture per la vista tranne un’unica fessura dalla quale il mostro può far uscire la sua lunga lingua tagliente, Pyramid Head tuttavia non sembra muoversi alla cieca e localizza le sue vittime facendo affidamento ad altri sensi o ad altri poteri non meglio specificati.

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Come arma principale è munito di un gigantesco coltello (o mannaia, fate voi) che trascina pesantemente dietro di se con stridori inquietanti che preannunciano il suo arrivo, quest’arma rallenta i suoi movimenti ma è indubbiamente letale, proseguendo con il gioco invece, porterà con sé una lancia.
Pyramid Head è sostanzialmente muto, a parte dei grugniti e dei versi senza senso emessi quando combatte ed è privo di qualsivoglia emozione, non prova di fatto alcun sentimento quando uccide le sue vittime o quando stupra i mostri di turno: è un persecutore inarrestabile che non si ferma fino a che non vede compiuta la sua missione. Nei vari capitoli della saga questo acerrimo e coriaceo nemico si presenta sotto diverse spoglie, più o meno simili tra loro, a parte quelle di Silent Hill: Downpour nel quale veste i panni del Boogeyman: un uomo gigantesco, vestito con un’impermeabile nero e maschera antigas ed armato di un grosso martello.
Ogni dettaglio di questo antagonista è giustificato dalla sua natura e dal motivo della sua presenza nel gioco, infatti Pyramid Head altro non è che l’incarnazione dei peccati sepolti, dei crimini non scontati e delle più bieche repressioni e deviazioni mentali inespresse dei protagonisti e degli abitanti di Silent Hill.

Chi è realmente Pyramid Head?

La prima apparizione del nostro bruto antieroe, come detto sopra, avviene in Silent Hill 2. Questo capitolo ha come protagonista l’impiegato James Sunderland, un uomo taciturno ed introverso che si reca a Silent Hill su richiesta di una lettera della moglie morta tre anni prima (del resto stiamo parlando di Silent Hill!). É stato proprio il dolore causato dalla perdita della consorte a rendere così chiuso James il quale ben presto si rende conto che il viaggio nell’oscura città altro non è che una personale discesa negli inferi. Saranno proprio i sensi di colpa di James (e successiva espiazione dei peccati) a portarlo a Silent Hill. Sensi di colpa dovuti all’uccisione della moglie ormai al culmine di una malattia che ne aveva deturpato corpo e spirito. Per chi non lo sapesse, la città di Silent Hill ha il simpatico potere di riuscire a far prendere forma in maniera distorta e malvagia ai demoni personali.

Pyramid Head

Chi si trova a dover affrontare la città farà bene ad essere un’anima pura o inevitabilmente si troverà davanti a sé ogni peccato commesso o pensato, ogni malvagità perpetrata, ogni cattivo pensiero formulato. Espiare o morire, non ci sono vie di mezzo ed è per questo motivo che Sunderland si trova ad affrontare Pyramid Head, quest’ultimo è infatti non è altro che  il suo alter ego.
I mostri che popolano Silent Hill (compreso Pyramid Head) sono delle incarnazioni dei peccati commessi dalla gente che vi abita o che si reca in visita e di questi ne assumono aspetto ed atteggiamenti. Sunderland era un uomo che sotto la fredda e distaccata apparenza covava un dolore ed una collera enormi, sia verso il destino che lo aveva reso vedovo, sia verso la moglie stessa colpevolizzandola in maniera inespressa degli anni di malattia e sofferenza che gli aveva fatto subire e che lo avevano “costretto” persino ad ucciderla. Tutto questo risentimento e repressione si riflettono nel suo alter ego creando e caratterizzando l’esecutore spietato e gelido che è Pyramid Head. Questi è completamente privo di emozioni, agisce ed uccide meccanicamente ed inoltre, in una delle scene del gioco, ci si imbatte in quest’ultimo mentre abusa sessualmente degli altri mostri e non solo. Pyramid Head finirà anche per uccidere Maria (sosia della moglie) e facendogli rivivere più e più volte la sua morte con il fine ultimo di fargli accettare l’orribile reato da lui compiuto. Solamente ad accettazione compiuta, Pyramid Head non avrà più motivo di esistere e si suiciderà con la sua stessa lancia.

Pyramid Head Speciale
Nei capitoli successivi a Silent Hill 2, Pyramid Head si disambigua dal mero ruolo di “alter ego di Sunderland” per diventare una semplice “incarnazione dei peccati commessi”, cambiando leggermente di vestiario e di armamenti di volta in volta ma sempre con il fine di mettere di fronte alle persone le proprie colpe.
Pyramid Head non è quasi mai una boss fight, salvo poche eccezioni gli incontri con lui sono unicamente finalizzati a creare momenti di tensione e angoscia, anche se qualche volta si sofferma nel torturare fisicamente i protagonisti di turno, combatterlo è quasi sempre fuori questione poiché immensamente più forte dei protagonisti.
Le armi che utilizza assumono un significato fortemente simbolico: nelle sue prime apparizioni Pyramid Head brandisce il Grande Coltello (Great Knife), lento e difficile da maneggiare ma incredibilmente letale. Questa sorta di spadone è la metafora dei sensi di colpa che Sunderland si porta dentro, un fardello che gli ha reso la vita un lento trascinarsi in avanti, senza alcuno slancio emotivo ed entusiastico. Ad un certo punto del gioco invece, Pyramid abbandona il Great Knife a favore di una più maneggevole lancia, questa è un’arma meno letale rispetto alla prima ma è comunque in grado di infliggere ingenti danni ed ai nostri occhi può assumere un duplice significato: la metafora della liberazione del peso della moglie malata una volta morta o la liberazione dal senso di colpa per aver rimosso di averla uccisa. Essa rimane comunque la rappresentazione del peccato originale di Sunderland ed ovviamente anche il mezzo con il quale Pyramid Head pone fine alla sua esistenza.

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In Silent Hill: Downpour si presenta completamente diverso, il Boogeyman è un uomo enorme e vestito con una tuta nera che ricorda quelle antiradiazioni, a celargli i volto non è più il grosso elmo triangolare ma una più comune maschera antigas ed è armato di un rozzo martello da battaglia (Great Hammer). In questo capitolo della saga Pyramid incarna la vendetta e anche questa volta l’arma impiegata ne è la metafora poiché il desiderio di vendicarsi è qualcosa che spesso “martella” la mente.

Il boia divino e… sexy!?

Sia che si voglia inquadrare Testa a Piramide nel ruolo del “boss esecutore” o semplice “mostro doppleganger”, sia che lo si voglia o meno accostare ai peggiori (o migliori) antagonisti nati in ambito videoludico e cinematografico è innegabile che dietro, anzi dentro la sua figura sia presente un forte simbolismo esoterico che spesso manca in figure come le sue.
L’intera saga di Silent Hill ha nella trama una forte interconnessione tra il mondo umano e quello divino; nella città si venera una divinità esoterica chiamata Il Dio e il suo avvento è perpetrato dai vari antagonsti di turno i quali cercano di creare un varco per permettere al Dio di portare l’Apocalisse dell’uomo sulla Terra, se Pyramid Head sia o meno uno degli “sgherri” di questa divinità non ci è dato saperlo. Masahiro Ito ha però confermato una sua connessione con Valtiel, il demone che alterna il mondo di nebbia con l’Otherwold, che gli abiti cerimoniali che indossava Pyramid Head nel primo capitolo erano un omaggio alla sua figura.

Pyramid Head

Il volto di Pyramid è sconosciuto, celato dall’elmo triangolare o dalla maschera antigas ed è anche questo uno degli aspetti che lo caratterizza maggiormente: lui è un boia esecutore e come tutti i boia indossa qualcosa che cela il volto. La storia stessa della città suggerisce che in passato fosse un luogo di esecuzioni ed è proprio il character designer e CGI director Takayoshi Sato a raccontarcelo: “Il luogo di Silent Hill una volta è stato quello dell’esecuzione, lontano dalle città. Quello era un luogo segreto e sacro. I criminali efferati vengono trasferiti lì e uccisi. Quel luogo esiste solo per quella ragione. Perciò tutta la gente del villaggio è composta da boia o famiglie di boia. I boia necessitavano di indossare delle maschere per l’evento cosicché non assistessero direttamente alla loro lancia che penetrava la carne. Il tempo è passato, persiste solo il ricordo degli esecutori, che ha intensificato e formato l’illusione errante di Silent Hill. Pyramid Head è il ricordo distorto dei boia.”
Il capitolo Silent Hill: Homecoming infine, ci mostra la “nascita” di un Pyramid Head, quando il protagonista Alex Sheperd viene mutato da due di loro che gli calano sul volto uno degli elmi triangolari. Una simbolica accettazione delle tenebre interiori ed una inevitabile mutazione nel corpo e nello spirito.
Una piccola curiosità della quale forse ed aggiungerei fortunatamente, siete (eravate!) ignari è che Pyramid Head è considerato una sorta di sex symbol da molti fan. Online si possono trovare un quantitativo imbarazzante di immagini, artwork, cosplay e disegni realizzati più o meno bene, i quali ritraggono il boia di Silent Hill in pose seducenti e spesso anche erotiche. Complice probabilmente la sua figura già di per sé fortemente erotizzata (non dimentichiamo che incarnava la repressione sessuale di Sunderland) ed il suo semi déshabillé che lascia scoperti torace e deretano, Pyramid Head è visto da molti fan come un’icona sexy e provocatoria degna dell’ammirazione e dei pensieri più sconci. In effetti non si può negare che sia un gran macho

Orrore cinematografico

Pyramid Head nel film Silent Hill del 2006 (quello in cui compare anche Sean Bean che per una volta non muore) è rappresentato dal bravissimo ed italianissimo Roberto Campanella che nel film assume anche il ruolo del viscido inserviente Colin (quello legato con il filo spinato nel bagno) e dirige la coreografia di tutte le creature che nel film sono rappresentate da attori veri e ritoccate solo in parte dalla CGI.

Couv DP Silent Hill
Campanella, il quale in un’intervista ha ammesso che con questa interpretazione ha realizzato uno dei suoi sogni di infanzia, indossa i panni di Pyramid Head in maniera superba: con indosso l’elmo da cinque chili che gli taglia completamente la visuale anteriore, delle scarpe che lo rendono alto quasi due metri, con dei semplici movimenti studiati direttamente dal videogioco e roteando il Great Knife in modo da farlo sembrare pesantissimo, riesce a dare vita a questo antieroe come mai si era visto prima.
Sappiamo bene che non è cosa da tutti i giorni trovarsi di fronte a trasposizioni cinematografiche di videogiochi così ben fatte, Silent Hill non sarà un film da premio Oscar ma regista ed attori hanno colto in pieno lo spirito e l’orrore di cui il titolo è pregno e veder rendere omaggio in maniera così brillante ad un cattivo del calibro di Pyramid Head, per di più da un connazionale, riempie inevitabilmente di orgoglio e soddisfazione.
Un’ultima domanda malinconica rimane sospesa nell’aria e purtroppo anche senza risposta: chissà se avremmo incontrato di nuovo Pyramid Head nel mancato Silent Hills? Domanda sadica, eh?