La demo di Resident Evil 3 Remake è finalmente arrivata. L’abbiamo provata per voi.

Dopo Resident Evil 2 Remake e con una Capcom in forma come non la si vedeva da diverso tempo, non era certamente necessaria una demo per avere aspettative altissime per il prossimo Resident Evil 3 Remake. Ma la demo è stata pubblicata lo stesso, e non abbiamo potuto che provarla per poi parlarvene (e suggeriamo anche a voi di correre sugli store online per scaricarla), in attesa dell’uscita del gioco fissata per il 3 aprile

Il lavoro che Capcom sta svolgendo su Resident Evil 3 Remake sembra esattamente lo stesso già svolto su Resident Evil 2 Remake, e appare quindi impossibile che l’operazione possa non riuscire. L’avventura di Jill è stata presa e ricostruita da zero con il RE Engine, un motore che ancora una volta stupisce per la quantità dei dettagli e per la qualità delle animazioni – soprattutto facciali – e degli shader che replicano i riflessi di luce sulle superfici umide e viscose.

La demo in questione è ambientata nella porzione di gioco durante la quale Jill è impegnata a riattivare la metropolitana, e inizia proprio in un vagone di questa, per passare poi alla stazione e infine nelle vie della città. Durante l’esplorazione entreremo in diversi negozi attraversando vicoli e vie cercando di spegnere un incendio che ci impedisce di continuare la nostra missione, e che una volta spento vedrà le demo interrompersi a seguito dell’arrivo di Nemesis.

Arrivo che però non è la prima apparizione del principale antagonista di Resident Evil 3 Remake, che comparirà già poco prima della conclusione della demo e farà la cosa che gli riesce meglio: inseguirci.

Memori del Mr. X di Resident Evil 2 Remake abbiamo preso la cosa sottogamba, dal momento che una volta abituati ad avere il fiato sul collo, nel precedente remake bastava muoversi in continuazione per evitare di essere colpiti. Nemesis è invece molto più aggressivo, e può accorciare le distanze con Jill allungando dei tentacoli per portarla a sé o saltando per pararlese di fronte, bloccandone la fuga. Il level design, anche negli spazi più ampi della città, è comunque piuttosto incline a rendere il percorso pieno di piccoli ostacoli diretti a limitare lo spazio di manovra, rendendo difficile fuggire esattamente come lo sarebbe in uno spazio chiuso.

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In aiuto del giocatore arriva però la schivata, che in questa nuova incarnazione della serie può essere effettuata poco prima che l’attacco avversario vada a segno per guadagnare un breve periodo in cui il tempo rallenta e il mirino della pistola si punta automaticamente sulla testa del nemico, così da avere il maggior output possibile di danni. Il gioco ha in questi momenti un respiro più dinamico, e diventa una buona idea lo schivare l’attacco per portare a segno facilmente diversi colpi alla testa senza rischiare di sprecare munizioni.

Questa nuova meccanica è utilizzabile anche affrontando il gigantesco Nemesis, e rende gli scontri più agevoli sia nel caso si voglia fuggire subito che nel caso lo si voglia combattere per farlo cadere momentaneamente in ginocchio prima di correre via.

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Il sistema di enigmi, il sistema di sparo, le armi a disposizione e fondamentalmente tutto il resto dell’impianto di gioco è quello che ci si aspetterebbe da Resident Evil 3 Remake, se si ha giocato il capitolo precedente. Come in RE2R infatti ci troviamo di fronte a una versione modernizzata sotto tutti gli aspetti di un classico survival horror 32 bit, senza però tradirne la natura alla base e quindi senza snaturarlo facendolo diventare un TPS o un action game.

Già dalla demo è evidente come tornino gli enigmi tipici della serie che chiedono di trovare un oggetto X per poter risolvere un puzzle e avanzare nell’avventura e come torni anche la stringente gestione di un inventario sempre troppo ristretto per poter contenere tutto. Allo stesso modo torna l’atmosfera marcescente da b-movie horror anni ’90 che è, assieme alle meccaniche di gioco, la cifra stilistica della serie ideata da Mikami.

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Anche passando per all’aspetto tecnico non possiamo che non vedere l’ora di mettere le mani sul gioco completo, perché Capcom è riuscita a fare di più di quello che aveva fatto con l’eccellente Resident Evil 2 Remake: il livello di dettaglio è aumentato e i personaggi si son fatti più complessi, anche nelle animazioni. I riflessi di luce sulle varie superfici, fossero esse ferite aperte, piastrelle o pozze d’acqua è veramente incredibile, e viene da pensare che raramente su console si è vista così tanta fedeltà alla realtà.

Rinnoviamo l’invito: andate sul Playstation Network, su Xbox Live o su Steam e scaricate la demo, se non lo avete già fatto quando ve lo abbiamo suggerito a inizio articolo, perché siamo sicuri che questi 30 minuti di gioco varranno di più di qualsiasi parola possiamo spendere per raccontarveli.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.