La scuola giapponese è un inferno, ma anime e manga la rendono più sopportabile… forse

Ciclicamente è possibile vedere condiviso su qualsiasi piattaforma un numero infinito di video su come sia strutturato il sistema scolastico giapponese, come inizia e si svolge la giornata degli studenti e così via. Andare a scuola nel Paese del Sol Levante, infatti, significa rispettare una serie di regole e di tradizioni che vengono rappresentate in maniera più o meno fedele anche in anime e manga, tuttavia questi non sono da considerare una fonte del tutto veritiera di come sia davvero essere uno studente in Giappone.

Anzi, chiunque abbia letto o visto un discreto numero di manga e anime sa che la scuola ormai è diventata teatro di battaglie e scontri, fisici e psicologici, capaci di raggiungere livelli di follia altissimi! Se da una parte, nella realtà, la ribellione a questo sistema così rigido avveniva per mezzo della moda e della delinquenza (basti pensare alle sukeban, gang di ragazze in divisa scolastica), in queste storie invece vediamo anche confronti più diretti, poiché certe scuole assumono regole e/o caratteristiche speciali che le rendono estremamente interessanti per noi ma davvero infernali per chi le frequenta!

scuola anime manga

Il sistema scolastico giapponese, tra i più stressanti del mondo

Se siete dei veterani di anime e manga, ormai avrete già piuttosto chiaro il funzionamento di una tipica scuola giapponese ma per chi non ha familiarità facciamo un riassunto delle principali attività e regole, che si discostano abbastanza dalle nostre già a partire dai diversi gradi di istruzione.

La scuola elementare giapponese dura infatti sei anni, dunque un anno in più, mentre sia le medie che il liceo durano tre anni ciascuno. Nell’arco di questi dodici anni complessivi, gli studenti impareranno non solo le classiche materie come lingua giapponese, matematica e storia ma anche cose come economia domestica, che prevede nozioni di cucina o rammendi, mentre le lezioni di ginnastica possono prevedere anche sport come il nuoto o il baseball, se la scuola dispone di una piscina o di un campo adatto.

C’è da considerare, in effetti, un altro fattore rispetto a ciò che avviene in Italia: come si può evincere da anime e manga, spesso i protagonisti frequentano una scuola privata. Questo perché un complesso scolastico può anche comprendere tutti i gradi di istruzione e portare direttamente fino all’università ed è considerato più prestigioso riuscire ad accedere, invece che ad una scuola pubblica, a determinati istituti in grado di offrire un livello generale più elevato, riconoscibile fin dalle divise indossate dai loro iscritti, altra caratteristica ormai a noi familiare della scuola giapponese.

Il sistema scolastico, comunque, viene considerato uno dei migliori al mondo proprio perché agli studenti vengono impartiti fin da subito concetti e modalità di pensiero che si suppone li accompagneranno per tutta la vita: viene prima il bene comune e il prossimo, invece del singolo; l’ordine e la pulizia si accompagnano alla produttività; avere bei voti garantirà il futuro e l’ingresso in società.

Quest’ultimo aspetto, poi, è rappresentato dagli esami disseminati lungo tutto l’anno scolastico (non esistono esami di maturità) e dall’esistenza di appositi corsi privati di preparazione, che possiamo considerare come le nostre ripetizioni ma molto improntate ad apprendere non solo i contenuti ma anche il metodo migliore per superare l’esame. Questi corsi e le lezioni in generale sono così intensi che queste sessioni d’esame vengono definite shiken jikoku, “inferno degli esami”, e la pressione sulle spalle degli studenti è tale che sicuramente si può considerare una delle cause dei fenomeni di bullismo ed esclusione tra compagni, che sono almeno in parte la conseguenza delle alte aspettative riversate sugli studenti, in un contesto sociale dove il curriculum conta più delle reali capacità.

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Come è stata stravolta la scuola in anime e manga

Tutte queste caratteristiche vengono riprese in qualunque anime e manga preveda la scuola come ambientazione principale. Essendo una tappa comune nella vita di chiunque, è sicuramente il luogo ideale dove far svolgere le più classiche storie d’amore e vicende con compagni di classe e professori.

Esempi di questo tipo li vediamo in titoli cult come Le situazioni di lui e lei e GTO: in questo tipo di opere possiamo osservare i liceali alle prese con lezioni, esami, festival e relazioni interpersonali che poi spesso vanno oltre l’orario e l’ambiente scolastico. Sappiamo bene come Onizuka non si faccia problemi a compiere gesti che esulano nettamente dal suo ruolo di insegnante, poiché il personaggio di Toru Fujisawa nasce per mettere in luce soprattutto le problematiche legate all’insegnamento e al rapporto tra educatori e studenti; mentre Yukino Miyazawa, così come il suo rivale Soichiro Arima, è il classico esempio della studentessa perfetta, che ottiene buoni voti e sembra avere la strada spianata per l’università, a discapito però delle sue relazioni sociali.

 

Tuttavia, per quanto in maniera acuta e pungente, il semplice mostrare e criticare la condizione di una tradizionale scuola giapponese non basta e per questo si rende necessario stravolgere completamente il contesto, per favorire nuove prospettive. Nascono così alcune delle opere più famose di ambientazione scolastica. Ad esempio, passiamo da Danganronpa, in cui la Hope’s Peak Academy è una scuola per ragazzi super dotati, che però finiranno per esser costretti a uccidersi tra loro in un perverso gioco di sopravvivenza, ad Assassination Classroom, dove invece gli studenti hanno il compito di uccidere il loro professore alieno. In questo caso si tratta di opere in cui delitti e battaglie all’ultimo sangue rendono la scuola un palcoscenico inusuale per raccontare sotto un’ottica estrema problematiche sociali e conflitti etici e morali, resi ancor più grandi nella loro complessità dal fatto di essere affrontati da giovani ragazzi, in cui il target di tali titoli può immedesimarsi appieno.

Ve ne sono poi altre dove invece si punta a mettere in risalto quelle capacità che gli studenti di norma non avrebbero modo di dimostrare: Kakegurui, con i suoi giochi d’azzardo colmi di variabili, bluff e regole speciali, ci mostra una scuola dove si mettono alla prova le capacità mentali degli studenti, stabilendo dunque la gerarchia non sui risultati scolastici ma sulle loro doti analitiche; questo avviene anche in quelle opere dove la scuola giapponese non è al centro di ogni singola scena o tema del manga o anime, come nel caso di My Hero Academia dove semplicemente la scuola per supereroi è parte del normale percorso di formazione di chiunque voglia intraprendere la professione di Hero, ma con le dovute divisioni per classe in base a interessi e reali capacità del singolo studente, ottenendo così anche le sezioni Support e Management.

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Partire dalla scuola per cambiare il futuro

È per noi impossibile citare ogni singolo anime o manga ambientato a scuola ma, insomma, è chiaro che questo sia uno dei luoghi chiave della cultura giapponese e il renderla più folle di quanto già non sia è un modo interessante per avanzare una richiesta comune anche del nostro Paese, ovvero la necessità di rielaborare il concetto di educazione e di analisi critica individuale.

Un altro dei numerosi problemi della scuola, evidenziato dalle avventure dei nostri personaggi preferiti, è che spesso non c’è possibilità di scegliere una strada diversa da quella già percorsa da migliaia di studenti prima di loro, poiché prestabilita solitamente da adulti incapaci di comprendere le nuove necessità degli studenti e dei giovani in generale. Ma dato che non sembra esserci la volontà di cambiare da parte di chi gestisce il sistema, in anime e manga allora sono gli studenti protagonisti a imporre le proprie regole e i propri criteri, per stabilire chi essere e cosa fare delle loro vite, dimostrando che l’istituzione che dovrebbe accompagnarli in questo percorso non è in grado di adempiere questo compito e al contempo affermando sempre di più quell’individualismo che in Giappone ancora si fatica ad accettare.

Quello che manca agli studenti e alla scuola giapponese sono creatività, libertà e la visione di un futuro, insomma tutto ciò che un individuo può sviluppare da sé. Perfino nelle scuole più belle e ricche rappresentate in anime e manga possiamo osservare queste lacune. Questo perché naturalmente sono storie su carta e schermo e continueranno a servire solo come spunto di riflessione per quei ragazzi che un giorno dovranno comunque far parte della società. Si può solo sperare che saranno proprio loro a cambiarla nelle sue fondamenta per favorire un nuovo modo di crescere, imparare e partecipare alla vita.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.