Netflix ha appena lanciato la prima parte dell’atteso reboot di Shaman King, opera di Hiroyuki Takei che ha fatto innamorare una generazione

Quanti di voi erano follemente affascinati dai poteri da sciamano di Yoh e Ren? Quanti, una volta tornati a casa, impazzivano nell’ascoltare la meravigliosa opening realizzata da Marco Masini? Bene, perché Netflix ha deciso di farvi/ci un enorme regalo, proponendoci una versione 2.0 di Shaman King. Sarà riuscita a mantenere intatto lo “spirito” originale?

Alla scoperta del reboot Netflix

L’opera di Takei è sempre stata una piccola perla miliare della storia dei battle shonen. Un manga plasmato sul combattimento attraverso altre entità e che quindi, in un modo o nell’altro, è stato influenzato da opere simili come Yu Gi Oh e, ovviamente, Le Bizzarre Avventure di Jojo.

Il reebot di Netflix è efficace, ci ridona le vibes provate durante la prima visione e, come era auspicabile, guadagna punti grazie ad un compartimento grafico migliorato. I combattimenti, che hanno sempre avuto un gusto particolarmente retrò, figlio di una scuola di animazione che ha pesantemente influenzato il genere, sono dinamici, fluidi e, nonostante la mole di elementi presenti su schermo, ci arrivano diretti e senza intoppi.

Peccato per alcuni depotenziamenti subiti. Manca un po’ di forza grezza, di lotta bruta. Il primo Shaman King, nonostante le tinte morbide che prendeva nello sviluppo dell’opera, si è sempre distinto per elementi abbastanza cupi. Dal combattimento con En Tao, permeato di forza e violenza, alla prima lotta con Tokageroh, passando per la profondità gotica dello scontro con Faust.
Quest’ultimo, senza alcun dubbio, è il personaggio che nella nuova versione di Shaman King di Netflix viene sacrificato maggiormente. Siamo ancora alla prima parte dell’opera e ci saranno occasioni per rimediare, ma, originariamente, Faust VIII si è sempre distinto per avere una backsotry affascinante, cupa, violenta e spietata. Un personaggio che abbracciava la morte per poter ricordare quanto fosse potente l’amore. Un uomo piegato che ha deciso di corrompersi e scendere a patti con il Diavolo pur di poter rivedere una scintilla di luce.
Nella nuova versione, però, risulta essere più piatto, impedendo allo spettatore di apprezzarlo realmente, scambiandolo per una figura già ampiamente vista e conosciuta che si perde nel background.

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Tralasciando questo elemento che speriamo possa essere “aggiustato” con il passare degli episodi, la nuova versione di Shaman King su Netflix mantiene intonso tutto quello che conoscevamo. L’evoluzione della trama è spedita, lineare, e ci offre numerosi approfondimenti riguardanti lo speciale rapporto che si crea tra Yoh e Amidamaru. I personaggi secondari, nonostante alcuni possano risultare pedanti, sono un contorno perfetto che fa riaffiorare alla memoria le emozioni che provavamo nel vedere i Guerrieri Z al completo o Yugi e i suoi amici.

Eccezionale il lavoro svolto in fase di doppiaggio. Il mondo degli anime, spesso e volentieri, ha mietuto numerose vittime nostrane sotto il profilo della “voce” e, soprattutto, degli adattamenti. I lavori che riescono tranquillamente a battagliare con la versione originale si possono contare sulle dita, ma vivono in mezzo a noi. Da Soul Eat a Full Metal Alchemist Brotherhood, passando per Death Note e Dragon Ball. Da oggi anche Shaman King può fregiarsi di questo speciale titolo, avendoci offerto un adattamento che, paradossalmente, supera l’originale. Una versione matura, vera e che rispetta perfettamente l’opera, senza dover necessitare di forzature linguistiche o semplificazioni non richieste.

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Il reboot di Shaman King arrivato su Netflix, in sostanza, è il primo passo per un immenso tuffo nel passato. Un lavoro che omaggia alla perfezione l’opera originale, donandoci qualcosa di unico. Gli epici combattimenti tra Yoh e Ren ci vengono perfettamente trasposti in questa versione 2.0, nonostante un piccolo downgrade subito da alcuni dei personaggi più “cupi”. La storyline non subisce deviazioni e, nonostante un ritmo esageratamente incalzante e spedito, ci permette una facile comprensione del macroverso degli sciamani. Uno speciale encomio al doppiaggio italiano. La qualità offerta da Netflix è di un grande livello e, dopo la querelle di Evangelion, non cade in ulteriori tranelli.

Affinate i sensi, risvegliateli dal loro torpore, entrate in contatto con gli spiriti, perché anche voi potreste essere uno sciamano degno di poter diventare lo Shaman King.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.