Il ritorno di Sergio Toppi con Nicola Pesce Editore

Sergio Toppi è un maestro del fumetto italiano. Oggi, forse, qualcuno potrebbe non conoscerlo, essendosi affacciato sul panorama fumettistico in periodo più recente del picco della sua attività (anni ’70-‘80). Oggi, forse, qualcuno potrebbe, nell’oceano affollato di grandi autori del passato, non ripescare proprio lui e il suo lavoro, così peculiare e unico da risultare potenzialmente poco assimilabile ad una sola rapida occhiata, per un osservatore non uso a un certo tipo di lavori.

Inutile fare mistero del fatto che oggi la comunicazione a fumetti è cambiata tantissimo, sia narrativamente (più dinamica, decompressa, “televisiva”) che meta-narrativamente. Una volta il linguaggio, maggiormente ancorato a un’eredità pesante ma valorizzatrice (i classici e i mezzi di espressione più restrittivi), dall’altra influenzato maggiormente da medium diversi (nel caso di Toppi, è evidente la parte pittorica nel suo DNA artistico), a loro volta non ancora arrivati ad incarnare le loro versioni odierne. Bisognerebbe dire anche che il percorso di tutti i medium, di recente, non ha tanto subito trasformazioni o evoluzioni ma si è espanso, ramificato, arrivando ad offrire (buon per noi) un più ampio raggio di scelta in praticamente ogni campo del fruibile.

Queste premesse hanno una piccola ragion d’essere, ma più che altro trovano qui spazio perché NPE, ancora una volta, dà prova della sua grande saggezza editoriale nel ristampare i lavori di un genio come Sergio Toppi, proprio in un ecosistema fumettistico come quello odierno, tanto cambiato e affollato che potrebbe, per assurdo, continuare ad esistere evitando di apprezzarlo (o meno) e confrontarcisi. E diremo di più: Sharaz-De – Le Mille e una Notte è solo il primo pezzo di una collana, che conterrà le ristampe anche di tanti altri lavori del Toppi. Una collana che è ormai secondo esperimento, andandosi ad affiancare quella su Dino Battaglia, altro autore che potrebbe ma non dovrebbe assolutamente mancare nella nostra eredità di lettori e autori di fumetti di oggi.

Perciò, innanzitutto vogliamo fare un plauso a Nicola Pesce Editore, per questa ristampa (è la prima volta di Sergio Toppi in libreria), quella speculare con Battaglia e tutte quelle che, siamo piuttosto sicuri a questo punto, seguiranno lungo la medesima direttrice filosofico-fumettistica. Anche perché, bisogna dire anche questo, si tratta di volumi cartonati belli grossi e di pregio, che permettono alle tavole dell’autore di brillare. Se prima di leggerlo il volume vi sembrerà ingombrante e pesante, durante la lettura vi riterrete probabilmente fortunati che non sia un centimetro più piccolo. Toppi, come autore illustratore, crea tavole che sono a metà quadri, quasi indipendenti nel loro essere composite e, assemblate da pezzi fragili, estremamente solide. Delle 11 storie (Sharaz-De è una raccolta, ma ci arriviamo tra un attimo), inoltre, 2 sono addirittura a colori, ribadendo pertanto con forza i pregi di una riedizione che non si accontenta soltanto di fare il proprio lavoro, ma lo porta a casa in “grande” stile.

Arriviamo finalmente ai contenuti, che pur giudicando una ristampa non possono passare comunque in secondo piano. Sharaz-De – Le Mille e una Notte è una raccolta di 11 storie ispirate a Le Mille e una Notte, classico senza tempo della cosiddetta narrativa senza autori. Nell’interessante e esauriente introduzione al volume di Matteo Stefanelli (che fa da contraltare a un altrettanto preziosa intervista del 2010 tra Toppi e Mariangela Rado, in appendice) si fa un parallelismo tra le leggende senza autore che l’hanno ispirato e Toppi, autore senza un personaggio fortemente identificativo, che invece era tratto comune dei fumettisti del suo tempo. Il legame è non soltanto calzante ma ci spinge ad immaginare le potenzialità d’incontro tra i due poli, destinati a creare un unicum. Unicum che poi il volume si rivela essere puntualmente. Che dire dell’arte di Sergio Toppi? Composizione della tavola sempre al limite dell’illustrazione, ovviamente priva di gabbie e che, come se non bastasse, tende ad espandersi oltre i propri quattro lati. Il simbolismo grafico riveste una parte importantissima nel raccontare storie che sono anche suggestioni e, a loro volta, simboli. La parte prettamente destinata al racconto, alle parole, è quasi un passaggio obbligato che compiamo per fedele ritualità a un ritmo di lettura che, oggi, risulterebbe quasi sempre straniante nella sua sospensione lirica. Come anticipavamo, si tratta di un tipo di comunicazione diversa, come la differenza che passa tra una fiaba e il racconto di una giornata tipo, tra una ninna nanna e una canzone alla radio.

Beninteso, non vogliamo dire questo a scapito della comunicazione odierna (peraltro, nella sua accezione statisticamente pop, non onnicomprensiva), ma solo rimarcarne le differenze perché, se da una parte non si può che essere grati a NPE per aver riportato sugli scaffali una gemma di questo tipo, bisogna anche essere consci che non tutti i lettori, magari semplicemente per necessità di fruizione contingenti, potrebbero apprezzare Sharaz-De – Le Mille e una Notte allo stesso modo. È un volume molto particolare, che soddisfa in maniera particolare. Tuttavia, fatta questa dovuta precisazione, se non vi spaventa confrontarvi con un esponente, temporalmente e artisticamente, del passato e abbracciarne i simbolici perché, le sfumature grafiche della tavola e filosofiche della storia… Beh, questo è proprio un pezzo da non lasciarvi scappare.