Star Drift Evolution è una piccola perla nostalgica per gli amanti dei racing top down, che non disdegnano una buona sfida

Mettete insieme una grafica low poly colorata e ammiccante al passato, una colonna sonora chiptune firmata tra gli altri dai nostrani Kenobit e Bisboch, e un sistema di guida tanto difficile quanto soddisfacente una volta padroneggiato, e otterrete in estrema sintesi quello che è Star Drift Evolution, il racing del team italo-tedesco Catze, che fa delle derapate il proprio leitmotiv.

Un racing top down che strizza enormemente l’occhio ai classici arcade del genere usciti negli anni ’80 e ’90 come Super Skidmarks o Super Off Road, tanto che c’è anche un circuito in particolare che sembra preso direttamente da quest’ultimo, titolo uscito su cabinati, console e home computer proprio in quegli anni.

Lo fa però senza fronzoli, puntando tutto sulla sostanza, cioè il gameplay: Star Drift Evolution è fatto per essere giocato, perché offre un sistema di guida che è perfettamente sintetizzabile con l’ormai abusatissimo slogan “easy to learn, hard to master”. Ci saranno sì e no quattro tasti da premere per poter giocare, eppure si tratta di un gioco che perdona veramente poco.

star drift evolution

Scivola, scivola, scivola

Se non imparate a conoscere i vari tracciati, o la differenza di comportamento delle vetture a seconda della superficie su cui si corre (una delle caratteristiche più riuscite del gioco), ma soprattutto se il freno a mano non diventa il vostro migliore amico, è veramente difficile riuscire a padroneggiare completamente il gioco, che in questo senso vira decisamente più verso un approccio simulativo, a dispetto del look e del feeling generale.

Le diverse vetture infatti, tutte ispirate a controparti reali che vanno dalle vecchie glorie del rally come la nostrana Fiat 131 Abarth o la Subaru Impreza, al più improbabile furgoncino Volkswagen, con in mezzo sportive come la Toyota Supra e supercar come Porsche 911 e Ferrari 458, si comportano in maniera decisamente differente sui vari terreni che dovranno affrontare. Certo, c’è anche la vettura di servizio con gli spazzoloni per pulire le strade, ma quella è un’altra storia.

Ed ecco quindi che sul ghiaccio bisognerà anticipare decisamente i tempi della sterzata, mentre sull’asfalto dovrete fare un uso ancora più massiccio del freno a mano, e ancora, sullo sterrato attenzione a non far scivolare troppo l’auto. A completare il quadro ci sono circuiti sull’asfalto bagnato, sul fango, e sulla neve che rappresentano una sorta di via di mezzo e di sfumatura diversa con cui mettersi alla prova.

Ci sono tre visuali a disposizione: top down, telecamera dall’alto incentrata sulla vostra auto, o inquadratura dietro l’auto (come un racing in terza persona), ma probabilmente per comprendere al meglio la natura del gioco, per il feeling nostalgico, e soprattutto perché è decisamente più utile per capire meglio il percorso e il tipo di derapata richiesto, la migliore è proprio quella top down, ma sentitevi liberi di sperimentare e trovare la vostra preferita.

star drift evolution

Il gioco ufficialmente è ancora in fase di early access, ma è disponibile per tutti da fine ottobre e sia nella fase di prova che abbiamo avuto a disposizione per provarlo, sia nella fase in cui si trova adesso, poteva contare su un parco auto e un elenco di piste e modalità che possono comunque intrattenervi per un bel po’ di tempo.

Quando il gioco si fa duro…

La campagna single player è molto utile per prendere confidenza col gioco ed imparare a conoscere e memorizzare i tracciati, per quanto possibile, e per perfezionare la propria guida sui vari tipi di fondo stradale. A seconda dei risultati che otterrete in tale modalità, e dei tempi che segnerete sul cronometro, riceverete un certo numero di stelle, che saranno necessarie per sbloccare le varie vetture disponibili.

Una volta che ci si sente più sicuri ci si può cimentare anche online, per mettersi alla prova con altri avversari e capire meglio il proprio livello.

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Niente sportellate però: il gioco offre l’opzione di giocare contro i “fantasmi” dei propri avversari, per evitare qualsiasi tipo di situazione spiacevole. Vince il più veloce e il più bravo ad affrontare le curve in derapata, ed è giusto così.

Ci sono ancora alcune imperfezioni di natura tecnica, e altre su cui personalmente mi sono trovato in disaccordo: il gioco ad esempio ha una tolleranza molto bassa per chi taglia le curve e in linea di massima è giustissimo, ma spesso mi è capitato di essere punito per essere uscito fuori traiettoria di un’inezia, e soprattutto in un gioco che richiede così tanta precisione e concentrazione, avrei optato per un sistema solo leggermente più permissivo.

Dettagli comunque che non minano quella che resta un’esperienza di gioco assolutamente particolare, che richiede tanta dedizione e che a fronte di un prezzo così abbordabile non si può non consigliare agli amanti dei racing e delle sfide impegnative.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.