Jen Wang ritorna tra le fila di Bao Publishing con Stargazing

Abbiamo già apprezzato i disegni di Jen Wang e la sua sensibilità ne Il principe e la sarta, dove il tema del diverso già dominava la storia di un principe speciale e della sua sartina personale, e anche questa volta, con il suo nuovo fumetto Stargazing pubblicato da Bao, possiamo leggere una storia di due giovani amiche che cercano di trovare il loro posto condividendo le loro passioni ma anche un certo disagio generazionale, comune soprattutto ai loro coetanei, oggi sempre più consapevoli di non far parte di un’unica cultura.

stargazing Jen Wang

Christine e Moon

La prima studia violino e cinese ed è una ragazzina obbediente e tranquilla; la seconda è vegetariana, ascolta k-pop ed è allegra e impulsiva. Le differenze tra le due protagoniste di Stargazing non sono finite e Jen Wang le disegna col suo tratto inconfondibile, raccontando la loro particolare e intensa amicizia.

A causa di alcune difficoltà economiche, infatti, Moon comincia a vivere con la madre nella depandance della casa di Christine e le due iniziano a passare tanto tempo insieme, nonostante quest’ultima sia spesso molto impegnata a studiare, di fatto per compiacere i genitori. Moon invece è molto più libera: passa le giornate come preferisce, decide da sola a cosa dedicarsi e per quanto tempo ma presto coinvolgerà anche Christine nel suo numero per il concorso organizzato dalla scuola.

L’amicizia vera però si vede soprattutto in determinate occasioni, quelle più dure da affrontare perché dolorose e inaspettate, e Christine imparerà da questo momento molto complicato che l’invidia e la gelosia possono rovinare un legame speciale in un attimo e che dopo potrebbe essere difficile, se non troppo tardi, chiedere scusa.

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Identificarsi oltre le proprie origini

Possiamo dedurre che le protagoniste di Stargazing facciano parte quantomeno della terza generazione di asiatici immigrati, cosa che permette a Jen Wang di inserire diversi elementi autobiografici che poi approfondisce nella postfazione presente a fine volume:“Come Christine e Moon, sono cresciuta in una regione con molte famiglie migrate dalla Cina e da Taiwan e con i loro figli nati in America. Ma più si pensa di crescere con un gruppo di persone, più diventi ossessionata dal modo in cui sei diversa”.

Christine ha genitori piuttosto tradizionalisti, che vogliono a tutti i costi far sentire vicina anche la figlia alle sue origini, a cominciare dalla lingua e dall’impegno scolastico. Christine, infatti, frequenta perfino un doposcuola per cercare di migliorare i suoi già ottimi voti, cosa che avviene ancora in Cina e, per esempio, anche in Giappone. Le aspettative insite in diverse culture asiatiche, dunque, si fanno particolarmente sentire per lei, così come una certa pressione a dover assumere la stessa forma mentis per colmare, in qualche modo, le speranze di genitori e forse nonni che hanno compiuto sacrifici per dare un futuro ai figli.

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Moon, perciò, è ai suoi occhi tutto ciò che Christine non può essere: non deve rispondere in modo particolare del suo rendimento scolastico, anzi, può abbandonarsi spesso alle sue fantasie, che prevedono coreografie di cantanti famose e esseri celestiali che ricordano quelli che vennero a recuperare la principessa Kaguya per riportarla alla sua casa sulla Luna. Tuttavia anche Moon si sente fuori posto per questo, come non appartenesse a questo mondo, e rivela solo a Christine di avere queste visioni.

Entrambe le ragazzine di Stargazing, quindi, non sono a loro agio con sé stesse e Jen Wang lo spiega attraverso le situazioni sociali quotidiane: l’una è costretta a seguire direttive che non la rispecchiano, a conformarsi a un gruppo di compagni che invece segue perfettamente la linea tracciata per loro; l’altra è incompresa per il suo lato creativo, diretto e immaginifico, oltre che per uno stile di vita diverso dalle altre famiglie, che negli anni si sono adattate e integrate perfettamente nella comunità.

Christine e Moon sono perciò vere figlie della generazione attuale, fatta di individui pronti a cercare sé stessi in un mondo più vasto, senza i confini invisibili delle loro origini e delle regole cui sono sempre stati soggetti i genitori. I tempi sono decisamente cambiati (testimoni di ciò sono i cellulari e i social con cui le due amiche guardano i video per imparare le coreografie) e sia Moon che Christine vogliono sperimentare e provare, insegnarsi a vicenda tutto ciò che può offrire una nuova prospettiva e un nuovo stimolo per trovare il proprio io, al di là della semplice e stretta identità culturale.

Stargazing di Jen Wang è un racconto di formazione rassicurante

Stargazing di Jen Wang, perciò, pur avendo protagoniste molto giovani ed essendo indirizzato a coetanee di Christine e Moon, è realistico e per nulla infantile come il tratto dell’autrice potrebbe far credere: non indora la pillola quando si tratta di affrontare la realtà e per le due ragazzine questa, così come tante altre nella loro vita, è un’occasione da cui trarre diversi insegnamenti: si possono onorare le proprie radici senza dover rinunciare a sé stessi; dopo un periodo burrascoso, seguirà nuovamente la normalità; è possibile trovare un equilibrio tra razionalità e sogni.

Non bisogna quindi rinunciare a niente, fin da giovani possiamo avere tutto e questo, per molti di noi, può essere rassicurante, specialmente se lo leggiamo tra le pagine di un romanzo grafico piacevole, con la giusta dose di dramma e dal contenuto più personale, intimo ed espressivo.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.