Kaguyahime, la principessa della luna

Vi abbiamo parlato in precedenza del Genji Monogatari: un’opera difficile da riassumere in un articolo ma che abbiamo voluto analizzare per la sua importanza storica, letteraria e tradizionale. Ha influenzato e continua a influenzare praticamente ogni nuova storia sfornata in Giappone e non potrebbe essere altrimenti, visto il personaggio protagonista. Tuttavia, ancor prima di Genji, un’altra figura iconica diede il via al genere del monogatari, anch’essa descritta come bellissima in modo quasi accecante e dalle nobili origini: Kaguyahime, la “principessa splendente del flessuoso bambù”.

Sarà lei a lasciare in eredità il mono no aware a coloro che l’hanno conosciuta e ai lettori della sua fiaba, un concetto estetico ancora molto caro ai giapponesi, poiché sentito soprattutto in occasioni come la fioritura dei ciliegi: proprio in questo periodo, in Giappone questi cominciano a fiorire gradualmente in tutto l’arcipelago (con tempi diversi a causa della grande differenza di clima da nord a sud) e tanti giapponesi amano radunarsi sotto le fronde degli alberi in fiore per praticare lo hanami, la contemplazione della fioritura, sapendo che questa sarà di breve durata e quindi sentendosi consapevoli dell’impermanenza di ogni cosa.

kaguyahime

È curioso notare come esista anche lo tsukimi, ovvero la pratica di contemplazione della luna, che si svolge con la luna piena dell’ottavo mese dell’antico calendario luni-solare, e che Kaguyahime stessa guardasse con grande nostalgia il satellite che, pur essendo così lontano fisicamente, sentiva molto vicino a sé.

Kaguyahime, la figlia del tagliatore di bambù

Kaguyahime, secondo la storia narrata nel Taketori Monogatari (“La storia del tagliatore di bambù”), viene trovata da un anziano tagliatore di bambù all’interno di uno stelo della pianta, dentro la quale la bambina emanava tutta la sua bellezza lucente. In effetti, Kaguyahime pare risplendere di luce propria e per questo riceve questo nome.

Questa però è solo una delle sue straordinarie caratteristiche: dopo averla adottata, il tagliatore di bambù e la moglie conoscono presto un periodo di grande prosperità, poiché dentro ogni stelo di bambù tagliato il vecchio trova una pepita d’oro; inoltre Kaguyahime cresce molto più velocemente dei bambini comuni e la sua bellezza non ha eguali. Una volta arricchitasi, la famiglia conduce una vita agiata che consente ai genitori di Kaguyahime di proteggere la ragazza dal mondo esterno.

Tuttavia, ciò non basta a impedire che la sua fama arrivi alle orecchie di cinque principi, che si recano in fretta dalla famiglia per chiedere la mano di Kaguyahime. I pretendenti, però, vengono frenati dalle prove che la ragazza impone loro: a ciascuno, infatti, Kaguyahime assegna una missione impossibile da portare a compimento e solo colui che riuscirà a portarle l’oggetto richiesto avrà il diritto di sposarla. I famosi cinque oggetti chiesti dalla principessa splendente erano manufatti o rarità tali che tutti i principi rinunciarono, fallirono o addirittura morirono pur di portarli a Kaguyahime, che non si lascia ingannare dai falsi che le vengono presentati.

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A un certo punto, si innamora di lei perfino l’Imperatore in persona che però viene rifiutato al pari dei predecessori. All’epoca molte famiglie nobili spingevano le figlie a entrare a far parte della Corte imperiale, dunque tale rifiuto era praticamente inaccettabile. Giunta l’estate, Kaguyahime spiega le ragioni di questa decisione e della sua profonda malinconia: presto farà ritorno alla Capitale della Luna, luogo da cui proviene. Così viene spiegata ogni sua peculiarità: Kaguyahime è un essere ultraterreno, non è umana e per questo non poteva accettare nemmeno la proposta dell’Imperatore.

Quest’ultimo non si dà comunque per vinto e invia addirittura i propri soldati alla dimora del tagliatore di bambù il giorno della discesa sulla Terra degli esseri celestiali, ma Kaguyahime viene comunque ricondotta nel suo mondo, lasciando dietro di sé un velo di tristezza, il mono no aware che dicevamo all’inizio: lei non ricorderà nulla della sua esperienza terrena, mentre ai genitori adottivi e all’Imperatore verranno lasciati in dono una veste d’oro e una goccia d’elisir di lunga vita, uniche testimonianze tangibili della sua esistenza e del suo affetto.

Dalla X secolo alla cultura pop del XXI secolo

Questa storia dal finale amaro è stata continua fonte d’ispirazione per la cultura pop. Kaguyahime infatti compare in innumerevoli opere di culto, dai manga ai videogiochi.

Passando per trasposizioni fedeli della sua storia come quella di Isao Takahata, La storia della principessa splendente (che potete trovare su Netflix), Kaguyahime ha ispirato pesantemente innanzitutto il personaggio di Sailor Moon: l’eroina che veste alla marinara è, in realtà, il risultato di più influenze, tuttavia nel suo essere la reincarnazione di Princess Serenity, la giovane combattente scopre di provenire dalla Luna e, anzi, di essere addirittura principessa del Silver Millennium, che ha infatti anch’esso una sua capitale.

Altre opere manga in cui Kaguyahime assume una certa rilevanza sono La principessa splendente di Reiko Shimizu, nella quale l’immaginario di questa donna si mescola con elementi fantascientifici; Naruto, dove Kaguya Ootsuki si rivela essere il nemico finale dell’opera, in quanto primo essere vivente a sviluppare il chakra poi impazzita dalla brama di potere; più recentemente, nel manga Kaguya-sama Love is war, la protagonista porta il nome della leggendaria principessa ed è conosciuta per la sua bellezza e la ricchezza della sua famiglia, dietro le quali però nasconde una vita solitaria proprio come la Kaguyahime originale che non poteva legarsi a nessuno sentimentalmente.

Infine non possiamo dimenticare la presenza di Kaguyahime in Persona 4 Golden: la principessa splendente si ottiene portando al massimo il legame con il personaggio di Marie ma fa ritorno anche in Persona 5 tra le Personae del DLC.

Insomma Kaguyahime ha fatto tanta strada, in questi secoli, continuando a far breccia nei cuori di chi la incontra. D’altronde, da sempre in molti subiscono un’attrazione misteriosa per la luna, evidentemente catturati da quegli stessi influssi che la legano al nostro pianeta, e questa forza attrattiva non poteva che manifestarsi in una delle più affascinanti rappresentazioni che sopravvivono ancora oggi.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.