Condiment King escluso da The Suicide Squad? La spiegazione di James Gunn

Può sembrare incredibile, ma tra i fan DC Comics qualcuno pare essersi posto la domanda: perché Condiment King non è in The Suicide Squad? Un quesito che è arrivato fino allo stesso regista della pellicola, Jamers Gunn, il quale si è trovato costretto a rispondere.

Il fulcro di questa domanda si basa semplicemente sulla presenza di Polka-Dot Man. Un personaggio fortemente voluto da Gunn, scelto in quanto il più stupido villain mai creato in casa DC Comics. “Polka-Dot Man è fantastico, pensavo di aver bisogno di un personaggio che fosse considerato uno dei più stupidi di sempre” aveva spiegato Gunn. “Ne abbiamo fatto un personaggio depresso perché la gente pensa che sia triste e patetico. Ha una storia molto tragica che conoscerete durante il film“.

Ma allora… perché non dare spazio anche a Condiment King all’interno di The Suicide Squad? Un cattivo armato di ketchup e senape (e spesso con un casco a forma di cetriolo…), non è abbastanza triste e patetico?

Giustizia per Condiment King? No: il regista di The Suicide Squad parla chiaro

James Gunn però pare proprio non volerne sapere. E, a leggere le sue dichiarazioni, non sentiamo di dargli torto. “Ecco la differenza. Polka-Dot Man era un personaggio sincero. Qualcuno stava scrivendo Polka-Dot Man ha pensato ‘Questo è un nuovo cattivo di Batman che stiamo creando chiamato Polka-Dot Man.’ È stato creato pensando sinceramente fosse un personaggio credibile! Condiment King è una barzelletta, l’hanno creato per scherzo. Tipo, ‘Ehi, ecco un personaggio stupido’. Non mi interessa Condiment King”.

Un commento sincero e lapidario da parte di James Gunn: non c’è spazio per le pistole caricate a maionese all’interno della sua Squadra Suicida. Cosa della quale, in fondo, gli siamo tutti immensamente grati.

(fonte: ScreenRant)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.