James Gunn intervistato da Empire: parla di The Suicide Squad, le differenze con il film di Ayer e della Marvel

In attesa del lancio del suo film James Gunn è stato intervistato da Empire: il filmmaker ha parlato a 360° di The Suicide Squad, concentrandosi sulle differenze coi film della Marvel. Ma non solo. Ampio spazio nell’intervista è stato dato anche al confronto col precedente capitolo diretto da David Ayer.

In primo luogo ricordiamo quanto già aveva detto Gunn in passato: nel girare il film è stato lasciato estremamente libero. Sono state quasi nulle le interferenze da parte della produzione sul girato.

suicide squad differenze marvel

“Mi è stata data piena libertà di uccidere chiunque (e sottolineo, chiunque) da parte della DC” ha spiegato Gunn. Inoltre, rispetto ai film della Marvel, l’uso del Blue screen è stato ampiamente ridimensionato.

“The Suicide Squad è un grande film con tanti effetti pratici. Abbiamo davvero costruito dei set giganteschi. Secondo Dan Sudick ci sono più effetti speciali in questo film che in tutte le pellicole Marvel messe insieme. E penso sia proprio vero. Perché schiacciavamo macchine, facevamo saltare in aria tonnellate di cose, tonnellate di squib. Abbiamo potuto fare quello che volevamo. Non ci sono regole in termini di sesso e violenza e cose del genere”.

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Come detto Gunn ha fatto anche riferimento al film di David Ayer. Un confronto tra le due pellicole appare in effetti inevitabile.

“Ayer ha avuto problemi per il film. So che non è venuto fuori come David  avrebbe voluto. Ma ha fatto una cosa davvero, davvero grandiosa. Ha scelto attori fantastici con cui lavorare, ha affrontato questi attori nella costruzione dei loro personaggi in un modo davvero profondo e senza paura. È qualcosa per cui David merita sicuramente di essere lodato, ed è sicuramente un valore aggiunto a questo film”.

(fonti: Empire e ComingSoon)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.