The Rental è il claudicante debutto alla regia di Dave Franco

Il genere slasher/horror è sempre buono per farsi le ossa alla regia, permette di concentrarsi sulla messa in scena in contesti contenuti, gestendo un gruppo di attori limitati, generalmente in produzioni che non richiedono ingenti risorse economiche. Non stupisce quindi che l’attore Dave Franco abbia scelto un film come The Rental (lo trovate su Amazon Prime Video) per il suo esordio dietro la macchina da presa.

La faccia opposta della medaglia è che non è più facile stupire, inventarsi qualcosa di originale, e nemmeno levigare a puntino i basilari, semplici, ma fondamentali stilemi di questo storico filone cinematografico. Gli ingredienti sono sempre quelli. Il gruppetto di giovani di belle speranze in vacanza, una casa in mezzo al nulla, fatti, misfatti, delitti e (si spera) tensione. Una formula che conosciamo a menadito, che sembra semplice da riprodurre sempre in maniera efficace, ma che di fatto deve far i conti con un pubblico sempre più smaliziato e preparato.

Con The Rental abbiamo delle buone fondamenta, perché il cast convince. Quattro protagonisti, due coppie, due fratelli, alcuni volti televisivi noti (Alison Brie e Jeremy Allen White), una caratterizzazione un minimo tridimensionale e una capacità recitativa sopra la media bastano per alzare il pollice in tal senso, abituati come siamo noi amanti di questo genere “basso” a veder troppo spesso sprovveduti insignificanti sotto tutti i punti di vista rubare in maniera indegna la scena per interminabili minuti. E invece tutto sommato, seguire le dinamiche “sociali” dei nostri in attesa di “qualcosa” risulta piacevole.

Accolti i protagonisti da un losco figuro in uno chalet per vacanze, si potrebbe pensare di capire dove si andrà a parare in brevissimo tempo, ma c’è invece un discreto gioco nel disattendere le aspettative del pubblico e rendere tutto meno prevedibile. La storia non pone le due coppie come vittime in maniera diretta, ma lasciati i ragazzi a loro stessi, questi si fanno artefici e carnefici del loro stesso “disagio” all’interno della location, che in teoria doveva essere palcoscenico di un sano week end di relax. Tradimenti e cadaveri da nascondere fanno quindi di questo film inizialmente un thriller complessivamente scorrevole. Intendiamoci, la tensione e la “paura” sono prossime allo zero, ma si crea una discreta atmosfera ansiogena.

Nella prima ora propedeutica al momento catartico in cui gli eventi degenerano, il film funziona. Poi però qualcosa va storto. In maniera improvvisa e poco coesa si passa dal thriller allo slasher/horror, e sembra quasi si voglia convogliare verso l’epilogo in modo frettoloso e poco efficace. Come avete visto, ho cercato di non entrare in nessun dettaglio di un intreccio che si muove attraverso temi diversi per spiazzare lo spettatore e rendere la storia più articolata. Entrano in gioco sensi di colpa, le problematicità personali di uno dei personaggi, si va a costruire e decostruire l’affiatamento del gruppo. Tutto però sembra inutile quando la narrazione viene risolta da un elemento esterno che si integra male e sgraziatamente con quanto raccontato fino a quel momento. Una scelta che va ad annichilire le questioni rimaste in sospeso, e che si rivela debole anche dal punto di vista della messa in scena, per nulla capace di coinvolgere nell’azione. Senza contare che poco ci viene spiegato del perché le cose prendono una certa piega, dimenticando per strada tra l’altro dettagli su cui ci fanno volontariamente cadere l’occhio, ma che poi non trovano senso di esistere.

Un peccato viste non solo le potenzialità dimostrate fino a quel punto dalla pellicola ma anche considerando la cosiddetta regia “invisibile” di Dave Franco, quella discreta, senza fronzoli, quadrata, efficace e priva di particolari storture, capace di farti concentrare sulla narrazione. Sicuramente la prova tecnica in tal senso è riuscita, molto meno quella sul piano della scrittura, ad opera dello stesso Franco.

Nonostante tutto The Rental rimane un prodotto “usa e getta” come (troppo) spesso nascono questi film oggi: abbastanza funzionale se vi serve qualcosa di intrattenente per riempire una serata, ma se verso la fine rimarrete improvvisamente con una forte sensazione di amaro in bocca… Beh, io vi ho avvertiti.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!