Anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump accusa i videogiochi violenti dopo le stragi recenti negli USA

A pochi giorni dai tragici fatti di Dayton ed El Paso, dove due terribili sparatorie hanno causato oltre 80 tra morti e feriti, anche Donald Trump si è unito al coro di voci che condanna i videogiochi violenti, colpevoli a loro dire di banalizzare la violenza e rendere possibili episodi del genere.

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Già alcuni esponenti del governo avevano preso posizione contro l’industria videoludica, ed il Presidente degli Stati Uniti d’America ha voluto dire anche la sua a riguardo:

“Dobbiamo fermare la glorificazione della violenza nella nostra società. Ciò include anche gli orribili e macabri videogame che ora sono così comuni. È troppo facile oggi per un giovane con problematiche, circondarsi di una cultura che celebra la violenza. Dobbiamo fermarci e ridurre sostanzialmente questa cosa, e dobbiamo farlo adesso. I cambiamenti culturali sono difficili, ma ognuno di noi può scegliere di costruire una cultura che celebri il valore e la dignità di ogni vita umana. Ecco quello che dobbiamo fare”.

Queste insomma le parole di Trump, che però non ha voluto sbilanciarsi su quali eventuali provvedimenti il suo governo ha intenzione di prendere.

Naturalmente non sono mancate le reazioni da parte dell’industria videoludica: la ESA, Entertaiment Software Association ha diffuso un comunicato stampa in cui si legge:

“Come abbiamo già mostrato alla Casa Bianca nel meeting a Marzo 2018, numerosi studi scientifici hanno stabilito che non ci sono connessioni causali tra video giochi e la violenza […]

I videogiochi contribuiscono alla società, dalle nuove terapie mediche a strumenti educativi, da innovazioni nel mondo degli affari a tanto altro. I videogame aiutano i giocatori a restare in contatto con famiglia e amici, a ridurre lo stress e divertirsi”.

L’industria videoludica ha poi puntato il dito sull’eccessiva facilità con cui è possibile procurarsi le armi negli Stati Uniti, che forse è effettivamente un problema più importante da affrontare, rispetto a quello della violenza nei videogiochi.

Lo stesso Reggie Fils-Aime, ex presidente di Nintendo of America, ha postato su Twitter dei dati a sostegno di questa tesi. In nessun altro paese in cui si gioca ai videogame, si verificano stragi armate come negli Stati Uniti. Qualcosa vorrà pur dire.

 

(Fonte: Venture Beat)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.