Qualche settimana fa vi avevamo raccontato di come l’Organizzazione Mondiale della Sanità stia pensando di inserire la dipendenza da videogiochi nella lista delle malattie, in aggiornamento proprio in questo periodo.

L’ESA (Entertainment Software Association) ha però chiesto alla stessa OMS di ripensarci, nella lettera che vi riportiamo di seguito:

“Esattamente come i fan dello sport e i consumatori di ogni forma di intrattenimento avvincente, i videogiocatori spendono il loro tempo con passione e dedizione. I videogiochi catturano giocatori da più di quattro decadi, e sono utilizzati da più di due miliardi di persone in tutto il mondo. La OMS sa che il buon senso e le ricerche hanno dimostrato che i videogiochi non danno dipendenza, e applicargli tale etichetta ufficiale significa sminuire avventatamente i veri problemi mentali, come depressione e ansia, che hanno bisogno di cure e della completa attenzione della comunità medica. Incoraggiamo fortemente dunque la OMS a tornare sui propri passi per quanto riguarda questa azione.”

Staremo a vedere se tale incoraggiamento avrà gli esiti sperati.

(Fonte: WCCFTech)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.