Tyler Rake 2, o meglio Extraction 2, sembra iniziare con belle premesse, salvo poi deludere inesorabilmente

In fondo a un buon action thriller non chiediamo più di tanto: una trama lineare, intensità e adrenalina, combattimenti intensi e dinamici, magari un buon villain. Deludere pesantemente non è affatto semplice, e ancor più difficile è riuscire ad annoiare il pubblico.
Purtroppo Tyler Rake 2 (Extraction 2) riesce a fare entrambe le cose.

Il primo film, sempre diretto da Sam Hargrave (ai tempi al debutto) e sempre sotto l’egida dei Russo Bros, era pura violenza mercenaria, un manifesto della forza bruta del suo protagonista Rake, che peraltro significa rastrello, come una delle tante armi improvvisate e che aveva usato l’uomo per uccidere i suoi nemici. Ad un certo punto tuttavia fuoriusciva una componente sentimentale ed etica che mal si sposava con le azioni di un mercenario e che, complice un netto calo di ritmo, faceva appassire il nostro interesse, lasciandoci con una discreta delusione.

Le aspettative per questo sequel, dunque, erano un po’ più alte, immaginando che il team dei Russo sarebbe riuscito a limare questi difetti consegnandoci quantomeno un action thriller nudo e crudo, in grado di esaltare i fan del genere.
Nemmeno questo, invece. Nemmeno stavolta. Nonostante una illusoria primissima parte del film.

tyler rake 2 extraction

Il Rake di Chris Hemsworth, uscito miracolosamente indenne da un finale che avrebbe ucciso persino la sua versione supereroistica Marvel, si rimette in sesto e accetta un nuovo lavoro di ‘estrazione’: Ketevan (Tinatin Dalakishvili) – sorella dell’ex moglie di Rake – e i suoi due figli sono prigionieri in una prigione georgiana dal padre, potete criminale locale (Tornike Gogrichiani). Riunito con Nik (Golshifteh Farahani) e Yaz (Adam Bessa), Rake escogita un piano per salvarli.

Il tutto si risolve nei primi venti minuti, in cui assistiamo di fatto all’estrazione e a scontri corpo a corpo dinamici all’interno della prigione, in cui spicca anche una lunga scena montata in modo da sembrare una sorta di piano sequenza. Tyler che prende a pugni i duellanti con un braccio infuocato è probabilmente uno dei momenti più esaltanti dell’intera opera.
Finite le claustrofobiche scene nel carcere, ecco però che il film perde il suo carattere.

Il successivo ribaltamento dei classici ruoli gatto contro topo, con Tyler Rake di fatto costretto a scappare dai suoi inseguitori, non fa il bene di un action thriller come questo, e tutto è lasciato alle scene di combattimento che purtroppo risultano il più de volte anche banali. Lo sviluppo dei personaggi, in modo particolare di Nik e Yaz, è pressoché assente e lo spettatore inizia a guardare l’orologio augurandosi che le due ore (decisamente troppe) passino il più in fretta possibile, poiché tanto già prima della metà del film ci si rende conto che difficilmente potrà regalare sorprese positive.

Le colpe non risiedono certo nel cast artistico, sicuramente non in Hemsworth che stavolta non può davvero nulla, essendo costretto a lavorare con un materiale di basso livello generale, e anche il “villain” Zurab (Tornike Gogrichiani) fa quel che può, tutto sommato non demeritando.

I problemi semmai arrivano da tutto il resto. Tyler Rake 2 non ci racconta nulla e lo fa male; ci lascia sbadigliare senza mai regalarci una botta di adrenalina, riuscendo a rendere ripetitivo e piuttosto noioso un prodotto che non si concede mai una pausa dall’azione.
I fratelli Russo hanno dichiarato in più occasioni di voler cambiare e innovare il cinema, ma ancora una volta dimostrano di sbagliare tutto ciò che non faccia parte del MCU. Ricordo chiaramente i loro discorsi sul “cinema d’autore” ormai superato, ma direi che se l’alternativa è roba come Tyler Rake allora siamo davvero spacciati.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.