JJ+E – Vinterviken su Netflix: l’amore annulla le barriere sociali

Quando la settima arte ha approcciato il mondo giovanile, molto spesso le conseguenze sono state nefaste. Affreschi generazionali distanti dalla realtà, tra stereotipi al limite del macchiettistico e indagini psicologiche incapaci di approfondire il periodo adolescenziale. Negli ultimi anni si è assistito ad un brusco cambiamento di rotta, che ha dirottato i riflettori sulla vera realtà dei giovani contemporanei e non su una sua sfocata idealizzazione.
Vinterviken – JJ+E, disponibile su Netflix dall’8 settembre, segue questo nuovo modo di approcciare le tematiche socioculturali dell’universo teen, inseguendo un realismo narrativo privo di fantasiose caricature. La pellicola diretta da Alexis Almström si inserisce nella traiettoria che ha indicato con successo Skam nelle sue varie versioni internazionali: i giovani riacquistano la propria essenza e si scava più a fondo nelle loro relazioni, difficoltà e nei loro sogni.

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Netflix ci porta a Stoccolma

Vinterviken, il cui titolo internazionale su Netflix è “JJ+E” narra le vicende di due sedicenni di Stoccolma. John-John (Mustapha Aarab) e Elisabeth (Elsa Öhrn) abitano nella stessa città, ma sembrano vivere in due universi lontani anni luce. La baia che li divide, metaforicamente, è lo specchio della siderale distanza sociale esistente tra loro. Lui è nato da immigrati nella periferia più problematica della capitale svedese, lei è la tipica esponente dell’upper class, appartenente all’elite borghese che ignora cosa ci sia dall’altra parte della baia e della scala sociale.

I destini dei due giovani protagonisti si intrecciano fortuitamente (e fortunatamente) quando John-John salva in mare dall’annegamento la sorella di Elisabeth. Quel fugace incontro è la scintilla che innesca un rapporto capace di infrangere enormi barriere economiche e culturali. Dopo essersi ritrovati nella stessa scuola di recitazione, John-John ed Elisabeth scoprono quanto sia difficile, ma allo stesso tempo possibile una storia d’amore che allinea sullo stesso asse mondi opposti.

Vinterviken – JJ+E porta su Netflix il secondo adattamento cinematografico del romanzo “Winterbucht”, scritto da Mats Wahl nel 1993. Rispetto alla pellicola di Harald Hamrell, il nuovo rifacimento, stavolta a cura di Alexis Almström, trasla le vicende del libro ai giorni nostri, attualizzando il contesto sociale e inserendo dinamiche interpersonali proprie della nuova generazione. L’impianto narrativo segue invece fedelmente la trama del libro, che negli anni novanta divenne un vero e proprio manifesto antropologico sul melting pot svedese.

La Svezia, terzo Paese al mondo per accoglienza di rifugiati e ritenuto da tutti un luogo in cui felicemente coabitano diversità, si scopre incoerente nella quotidianità, in cui emergono le incongruenze di un sistema che fatica ad appianare il gap sociale. Vinterviken trova nell’amore adolescenziale, quello più tumultuoso emotivamente, la chiave per scardinare questo fortino di pregiudizi e barriere.

Il linguaggio e le vicende risultano credibili, Almström sembra aver studiato a lungo il proprio target di riferimento per essere in grado di raccontare quella realtà. Il rimando a Skam, creato dai “vicini” norvegesi, echeggia più volte nella pellicola, che punta molto sullo scambio di vedute e sul dialogo dei protagonisti.

Se gli scambi comunicativi vengono ben rappresentati, quello in cui vacilla Vinterviken è l’eccessiva fretta con cui si dipana la trama: in appena novanta minuti si assiste più volte a brusche accelerazioni narrative, con susseguenti sconvolgimenti della sceneggiatura. In una serie TV questo modus operandi viene diluito nel tempo e stemperato nella natura seriale, in un film si avverte eccessivamente la foga descrittiva.

Un altro punto debole è la caratterizzazione sbiadita dei personaggi che ruotano intorno ai due protagonisti. Pur interagendo ripetutamente con John-John ed Elisabeth, manca quella profondità e credibilità con cui invece vengono dipinti i due personaggi principali. A tal proposito va elogiata la performance attoriale di Mustapha Aarab, di origini marocchine e svedese d’adozione, che già si era messo in luce nella serie crime “Bjornstad” di HBO Nordic.

Tra luci e qualche ombra, Vinteviken riporta sotto i riflettori quel mondo giovanile difficilmente etichettabile ed eternamente sfuggente, ma capace di ribaltare il sistema con il solo ausilio dei propri travolgenti sentimenti.

Vinterviken – JJ+E è su Netflix.

Leone Auciello
Secondo la sua pagina Wikipedia mai accettata è nato a Roma, classe 1983. Come Zerocalcare e Coez, ma non sa disegnare né cantare. Dopo aver imparato a scrivere il proprio nome, non si è mai fermato, preferendo i giri di parole a quelli in tondo. Ha studiato Lettere, dopo averne scritte tante, soprattutto a mano, senza mai spedirle. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2006, ha collaborato con più di dieci testate giornalistiche. Parlando di cinema, arte, calcio, musica, politica e cinema. Praticamente uno Scanzi che non ci ha mai creduto abbastanza. Pigro come Antonio Cassano, cinico come Mr Pink, autoreferenziale come Magritte, frizzante come una bottiglia d'acqua Guizza. Se cercate un animale fantastico, ora sapete dove trovarlo.